Politicamente scorretto/ La sceneggiata della condotta

Politicamente scorretto/ La sceneggiata della condotta

Le sceneggiate politiche non hanno mai fine: passano gli anni ma il canovaccio non cambia, si dipana nel solito modo a favore dei soliti ignoranti spettatori, cioè i cittadini. 

Avevo già parlato tempo fa di questa caratteristica dei politici: creare un problema per poi risolverlo e aumentare i consensi. Si usava nella prima repubblica, ma si usa (e molto) anche oggi. L’ultima sceneggiata, che in verità è durata poco (ma speriamo che non ci sia una seconda puntata) riguarda la chiusura delle Condotta Agraria di Gela. Chiusura che è stata prevista nella rimodulazione degli uffici periferici dell’assessorato regionale all’Agricoltura. Ecco il problema, imputato all’assessore regionale Bandiera.

Naturalmente sono subito montate le proteste, soprattutto da parte del Pd con il suo deputato Arancio e il segretario provinciale Di Cristina. Proteste anche dal movimento “Una buona idea”: non ha alcun senso chiudere la Condotta a Gela e obbligare le migliaia di agricoltori gelesi a recarsi a Mazzarino (che invece resta aperta) per sbrigare le varie pratiche burocratiche. E via con l’attacco al deputato forzista Mancuso, compagno di partito dell’assessore Bandiera (Forza Italia) che non difenderebbe adeguatamente il territorio.

Quindi ora abbiamo il problema e la protesta. Andiamo avanti. Entra in scena il sindaco, nella cui maggioranza c’è Forza Italia, quella di Mancuso. Il sindaco non perde tempo e contatta Mancuso chiedendo spiegazioni, e il deputato nisseno, come un treno ad alta velocità (il “Mancuso Express”) si precipita a colloquiare con l’assessore Bandiera e velocemente va a rassicurare sindaco e agricoltori: tranquilli, la Condotta Agraria non chiuderà, figuriamoci, sarà stata una burla di qualche scarso dirigente regionale immerso nell’ubriacatura burocratica.

Allora possiamo stare tranquilli? Lo spero. Del resto siamo alla fine della sceneggiata: il problema. Le proteste, la soluzione. Il sindaco è soddisfatto, e ha ragione. Ma il risolutore si chiama Michele Mancuso: per lui applausi a scena aperta. Attendendo la prossima replica, anche se i teatri sono chiusi per Covid.