Quando nel 1985 apparve per la prima volta in edicola questo giornale (per essere precisi, con questo numero iniziamo il 41° anno), molti lettori storsero la bocca, e tra questi tanti osservatori politici, abituati ad estemporanee analoghe iniziative destinate ad avere vita breve, il tempo di consumare una tornata elettorale, che a quei tempi cadeva quasi sempre ogni otto/dieci mesi.
Almeno fino a quando intervenne l’ultima vera riforma, con cui venne data agibilità, autonomia e potere ai sindaci e ai presidenti delle Province (Legge 25 marzo 1993, n. 81). E quindi anche maggiore stabilità alle amministrazioni locali (il compianto Franco Gallo di questa riforma epocale ne fu in città il primo beneficiario).
Il Corriere di Gela nacque per colmare un vuoto d’informazione. I cittadini-elettori, insomma, reclamavano un loro spazio. Lo ebbero da subito in “Tribuna Aperta”, pagina a loro riservata. Nessun filtro, nessun condizionamento. Il Corriere portò freschezza e partecipazione.
Era l’anno della cosiddetta “Primavera gelese”, con Enzo Tignino sindaco e Lillo Speziale vice. In realtà il vero motore dell’amministrazione.
Il giornale fece una scelta coraggiosa. Quell’esperienza politico-amministrativa andava sostenuta. E così fu.
Sono gli anni d’oro del giornale, che arriva a toccare le 3.000 copie di tiratura. Cresce l’interesse per la politica, che i mezzi di comunicazione cominciano a seguire concedendo maggiori spazi. Arriva internet, e con esso i social. Cambia il modo di fare informazione. Cambia il mondo.
Il Corriere fa uno sforzo. Diventa luogo di formazione per tanti giovani che aspirano ad entrare nella professione. C’è chi si ferma all’iscrizione all’Albo dei pubblicisti e chi accede al professionismo. Tra questi ultimi, si fa onore il giovanissimo Orazio Accomando, che dopo il passaggio a SportItalia, entra in Dazn, il primo anno come bordocampista in serie A, il secondo come telecronista e conduttore di programmi in studio.
Accomando, prima dell’exploit a SportItalia e a Dazn, si era fatto le ossa, in televisione, a ReteChiara e contemporaneamente al Corriere di Gela, per la cui collaborazione aveva ottenuto l’iscrizione all’Ordine. Mai un giornalista gelese era riuscito ad arrivare a tanto. Da citare un altro gelese. Francesco Ricupero, figlio di un umile impiegato comunale, che dopo la laurea alla Luiss, una trentina d’anni fa verrà assunto all’Osservatore Romano, il “quotidiano del Papa”.
In questi primi quarant’anni, il nostro giornale ha vissuto periodi di difficoltà. La pubblicità è stata quasi sempre fagogitata in larga parte dalle televisioni; con l’avvento poi del web sono crollate le vendite in edicola, e con la crisi del 2008/2009, il taglio impietoso delle tirature: i lettori, per comodità e convenienza, volgono il loro sguardo altrove (internet ti porta a casa le notizie, lo fa in tempo reale, e gratis).
Abbiamo rischiato di chiudere. Non possiamo (e non vogliamo) negarlo. Non ci consola constatare che su questo fronte siamo in buona compagnia (altri giornali stanno valutando di farlo, altri sono in trattativa per una dolorosa cessione). Il nostro impegno è quello di resistere finché le energie ce lo consentiranno. Energie e stimoli.
Ringraziamo chi ci ha sostenuti collaborando con la nostra testata, e chi vorrà farlo da qui in avanti. Ringraziamo anche chi ha interrotto, con le sue ragioni, il rapporto di collaborazione. Se il giornale continua ad esistere, pur tra mille difficoltà, è segno che c’è ancora bisogno della sua voce. Finché respira sentiamo il dovere di tenerlo in vita.
É con questi propositi che torniamo in edicola.