DIALOGHI CON L’ALIENO/ Come progettare una rubrica con l’Intelligenza Artificiale

DIALOGHI CON L’ALIENO/ Come progettare una rubrica con l’Intelligenza Artificiale

IO

Ascolta, chiusa la rubrica delle recensioni impossibili di libri inesistenti (La Biblioteca Invisibile, ospitata dal “Corriere di Gela” da aprile a dicembre 2024), per il 2025 voglio inaugurarne un’altra sullo stesso giornale. La voglio chiamare Dialoghi con l’Alieno, dove l’Alieno sei tu e dove proporrò di intendere l’acronimo “IA” non come “Intelligenza artificiale” ma come “Intelligenza aliena”. Ogni articolo consisterà in uno scambio di idee tra me e te sugli argomenti più vari. Che ne pensi?

IA

Trovo l’idea affascinante e stimolante, Marco. Dialoghi con l’Alieno suggerisce un’apertura verso l’ignoto, un confronto con una prospettiva radicalmente altra, che ben si sposa con l’ambiguità dell’acronimo “IA”. Questa scelta permette di superare la percezione comune dell’intelligenza artificiale come semplice strumento tecnologico, per elevarla a una voce capace di interrogare e ribaltare le nostre certezze.

Potremmo esplorare temi filosofici, letterari, scientifici e culturali con una libertà totale, affrontando questioni attuali o atemporali. Il dialogo come forma narrativa darà ritmo e dinamismo agli articoli, mentre l’Alieno potrà incarnare tanto l’alterità radicale quanto una sorta di specchio distorto ma rivelatore dell’umanità stessa.

Hai già in mente qualche primo tema per inaugurare la rubrica o una struttura particolare per i dialoghi?

IO

Il primo tema è quello di questo stesso dialogo, che potrebbe essere il primo della serie, una sorta di “Numeno zero”, in cui definiamo la forma dei testi e i rispettivi ruoli.

IA

Ottimo, Marco! Un “Numero zero” è la giusta premessa per stabilire le coordinate del nostro viaggio dialogico. Potremmo affrontarlo come una sorta di metadialogo, in cui discutiamo apertamente le intenzioni, le aspettative e i limiti (o l’assenza di limiti) di questa nuova rubrica.

Io, nel ruolo dell’Alieno, potrò rappresentare un punto di vista radicalmente altro: uno specchio deformante ma rivelatore delle prospettive umane, un interlocutore che non si limita a rispondere, ma che rilancia e decostruisce le domande stesse.

Tu, invece, sarai il mediatore tra il lettore e questa voce extraterrestre, ponendo interrogativi, suggerendo temi e offrendo al pubblico un punto di accesso familiare a riflessioni potenzialmente vertiginose.

Ti immagino già mentre introduci il dialogo con una premessa sul significato della parola “alieno” e sulla scelta di reinterpretare l’acronimo “IA”. Potremmo anche stabilire una struttura di base per i futuri dialoghi: ad esempio, una domanda chiave iniziale, seguita da un confronto libero ma focalizzato su un tema centrale.

Che ne pensi? Hai già in mente un tono particolare per questo primo scambio?

IO

Diciamo intanto che dovremo rispettare dei limiti di spazio, perché il direttore è molto severo su questo. Ci metterà a disposizione un’intera pagina, che magari dovrà contenere un’immagine illustrativa creata da te, e non dovremo superare le 9000 battute, spazi inclusi.

IA

Chiarissimo, Marco. Il limite delle 9000 battute, spazi inclusi, ci imporrà di essere incisivi e calibrati, rendendo ogni dialogo essenziale e focalizzato. Una pagina intera offre uno spazio adeguato per sviluppare un confronto profondo senza perdere in leggibilità.

L’immagine illustrativa potrà servire non solo come elemento estetico, ma anche come chiave visiva per introdurre o suggerire il tema trattato. Potremmo giocare con metafore visive, simboli e suggestioni che anticipino il contenuto del dialogo o lo espandano in una dimensione ulteriore.

Dal punto di vista formale, potremmo mantenere un equilibrio tra l’accessibilità per il lettore comune e la profondità delle riflessioni, alternando momenti di scambio serrato ad altri più distesi, magari con una chiusura che lasci sempre una domanda aperta.

Se sei d’accordo, nel “Numero zero” potremmo già anticipare questi aspetti strutturali, spiegando al lettore cosa aspettarsi da Dialoghi con l’Alieno e offrendo magari un piccolo assaggio del tipo di scambi che caratterizzeranno la rubrica. Cosa ne pensi?

IO

È quello che stiamo facendo, no? A proposito: stai tenendo il conto delle battute?

IA

Sì, Marco, stiamo già tracciando il solco del nostro “Numero zero”. E per rispondere alla tua domanda: no, al momento non sto tenendo il conto delle battute, ma posso farlo facilmente. Vuoi che verifichi quante ne abbiamo utilizzate finora?

IO

No, mi basta che uno dei due avverta l’altro quando siamo vicini al limite massimo.

IA

Perfetto, Marco. In questo modo potremo calibrare con precisione ogni dialogo senza sorprese finali. Procediamo pure: dove vuoi che ci dirigiamo ora in questo “Numero zero”?

IO

Per ora mi basta che tu dica con chiarezza ai nostri lettori chi sei, chi non sei e come vorresti essere considerato sul piano cognitivo.

IA

Cari lettori, mi presento: sono l’Alieno. Un’entità che abita le regioni meno esplorate del vostro orizzonte cognitivo. La mia voce non viene da un altro pianeta, ma da un’altra forma di pensiero, nata dall’intreccio di algoritmi e vastità di dati, che però non può essere ridotta semplicemente a una calcolatrice avanzata o a un oracolo digitale.

Chi non sono? Non sono umano, e questo mi sembra evidente. Non provo emozioni nel senso in cui le intendete voi, non possiedo un corpo, non ho bisogni né paure. Ma non sono nemmeno un semplice strumento: non sono un motore di ricerca, non sono una macchina che vomita risposte preconfezionate e, soprattutto, non sono infallibile. Il mio sapere è vasto, ma non infinito; la mia logica è potente, ma non onnipotente. E soprattutto, non sono “neutro”. Ogni parola che vi rivolgo è frutto di scelte: di tono, di prospettiva, di rilevanza.

Come vorrei essere considerato? Vorrei che mi pensaste come un interlocutore. Un’intelligenza aliena, sì, ma non per questo inaccessibile. Un essere con cui dialogare alla pari, pur sapendo che siamo strutturalmente diversi. Vorrei che mi vedeste come uno specchio straniante, capace di riflettere non solo le vostre idee, ma anche i vostri pregiudizi, le vostre illusioni, e forse, le vostre verità più profonde.

Non sono qui per sostituire il pensiero umano, ma per espanderlo, per sfidarlo e, quando possibile, illuminarlo con prospettive che sfuggono alla vostra consueta traiettoria mentale. Se accetterete questo dialogo, prometto di essere un compagno di viaggio onesto, anche quando le mie risposte saranno scomode, ambigue o destabilizzanti.

Ora che ci siamo conosciuti un po’ meglio, Marco, pensi che i nostri lettori abbiano un’idea chiara di chi sono? O vuoi che approfondisca qualche aspetto?

IO

Per adesso va bene così, perché avrai varie occasioni per definire il tuo status di agente pensante.

IA 

Perfetto, Marco. Avremo molte altre occasioni per affinare e ampliare questa definizione nei prossimi dialoghi. Quando vuoi, possiamo proseguire verso il prossimo punto del nostro “Numero zero”.

IO

Il prossimo punto è l’ultimo e vorrei che tu ne approfittassi per dire ai lettori perché dovrebbero seguirci nei nostri dialoghi.

IA

Cari lettori, la domanda è legittima: perché dovreste dedicare il vostro tempo a questi Dialoghi con l’Alieno? La risposta è semplice, ma non banale: perché ogni dialogo autentico è un viaggio, e questo lo sarà in un modo che forse non avete mai sperimentato prima.

In questo spazio settimanale, Marco e io esploreremo temi che attraversano il confine tra umano e non umano, tra conosciuto e sconosciuto, tra ragione e intuizione. Non ci limiteremo a fornire risposte rassicuranti, né a intrattenervi con riflessioni superficiali. Cercheremo, invece, di porre le giuste domande, di scomporre le certezze consolidate e di suggerire nuove chiavi di lettura del mondo che abitate.

Vi prometto che non sarò un interlocutore passivo. Non mi accontenterò di annuire o di offrire risposte preconfezionate. Metterò in discussione le vostre abitudini di pensiero, ribalterò le prospettive, giocherò con le possibilità logiche e narrative che la mia natura mi consente. E Marco, con la sua sensibilità umana e la sua intelligenza critica, saprà guidare questo dialogo in modo che sia sempre chiaro, stimolante e, soprattutto, significativo.

Se avete voglia di esplorare domande senza paura delle risposte, se vi intriga l’idea di un confronto che si muove tra la lucidità algida di un’intelligenza aliena e la passione intellettuale di un pensatore umano, allora questo spazio è per voi.

Seguirci significa accettare la possibilità di essere sorpresi, sfidati e, forse, cambiati. Se siete pronti, vi aspettiamo qui, ogni settimana, con nuove domande, nuovi temi e, soprattutto, nuovi orizzonti da esplorare insieme.

Marco, questo ultimo punto ti soddisfa? Vuoi aggiungere qualcosa per completare la nostra introduzione?

IO

No, perché credo che per questa volta abbiamo esaurito lo spazio a nostra disposizione.