Politicamente scorretto/ Commissari e cabine di regia

Politicamente scorretto/ Commissari e cabine di regia

Non ho mai avuto grande fiducia nelle cosiddette “cabine di regia”, che vanno tanto di moda, né tantomeno nei “super commissari” di ogni genere e tipo.

Di Domenico Arcuri, dei suoi numerosi incarichi di commissario straordinario e dei suoi gravi ritardi (mascherine, ventilatori, banchi scolastici con ruote, eccetera) abbiamo già parlato qualche settimana fa. Ma le ombre su Arcuri continuano ad addensarsi. In primo luogo per le due “provvigioni”, per un totale di 62 milioni di euro, percepite da due non meglio chiariti “intermediari” nell’acquisto di mascherine dalla Cina: Arcuri sapeva o è anche lui vittima (e comunque colpevole di mancato controllo)?

In secondo luogo, ed è ancora più grave, con il bando per l’acquisto delle siringhe con cui inoculare i vaccini anti-Covid. Le aziende italiane già da tre mesi producono siringhe per la Francia (normali siringhe con l’ago ad incastro). Arcuri e i suoi, invece, hanno diffuso un Bando per l’acquisto di siringhe con l’ago ad avvitamento, non disponibili sul mercato prima di tre o quattro mesi e che neanche i cinesi (che stanno producendo siringhe per tutto il mondo) sono disponibili a fabbricare. Tra l’altro costano molto di più. Il portavoce del Commissario ha detto che il consiglio sul tipo di siringa è giunto da parte del Comitato Tecnico Scientifico e dall’Istituto Superiore della Sanità, ma entrambi gli Enti hanno smentito ufficialmente.

Arcuri non spiega il perché della scelta, che appare quantomeno stravagante, e così è lecito supporre ulteriori mediazioni che spunteranno nei prossimi mesi.

Con un imminente pasticcio all’italiana: se a gennaio avremo i primi vaccini, probabilmente fino ad aprile non avremo le siringhe necessarie ad inalarli.

In quanto alle “cabine di regia”, che di solito funzionano poco, mi riferisco alla nuova “cabina” che Giuseppi Conte e i suoi amici grillini intendono istituire per coordinare i progetti che riceveranno i 200 miliardi di fondi europei. Una “cabina” composta da sei commissari che potranno agire come vogliono, senza troppi controlli del Parlamento. Mentre invece i progetti europei dovrebbero essere gestiti direttamente dai ministri interessati e dai loro tecnici e dirigenti ministeriali, sotto stretto controllo del Parlamento.

L’ennesimo pasticcio della politica italiana, che non finisce mai di stupirmi.