Resiste in città il culto per San Giuseppe, diciotto le “cene” allestite quest’anno

Resiste in città il culto per San Giuseppe, diciotto le “cene” allestite quest’anno

Nemmeno per quest'anno Gela ha voluto smentirsi e con 18 "Cene" votive ha saputo confermare la sua devozione a San Giuseppe, padre putativo di Gesù, e alla sacra famiglia, rinnovando riti e tradizioni che legano presente e passato in un abbraccio di continuità culturale e religiosa.

E' stata una festa di popolo, con generose raccolte di generi alimentari da destinare ai nuclei familiari più bisognosi, di particolare fragilità sociali.

Fedeli devoti, associazioni, scuole e parrocchie hanno fatto a gara nella ricerca di offerte, chiedendo l'obolo alla gente per "spignari" la Cena, cioè rendere quella grande tavola imbandita di ogni ben di Dio, frutto dell'elemosina raccolta con umiltà da chi la offre al Santo per grazia ricevuta o per grazia da ricevere.

La sera del 18 marzo c'è stata la visita dei cittadini alle cene con canti e preghiere. La mattina del 19, a Sant'Agostino, la benedizione dei personaggi che interpretavano la sacra famiglia. Poi, a mezzogiorno il rito della richiesta di accoglienza da parte di Gesù,Giuseppe e Maria che bussano per tre volte. Solo al terzo tentativo però la padrona di casa apre la porta al grido di Viva Gesù, Giuseppe e Maria, ospitando la sacra famiglia e dando inizio al banchetto in onore del santo.