Oltre alla violenza esercitata dai maschi contro le donne esiste anche una violenza esercitata da donna a donna e da donna a uomo, ma di questo tipo di violenza non si parla, soprattutto non si parla mai della violenza subita dai maschi da parte delle donne.
Alcuni sostengono che la violenza da donna a uomo sia trascurabile in termini di diffusione e di gravità; se parliamo di violenza fisica è vero. La donna non esercita i muscoli contro il maschio, se non in casi eccezionali. Più di frequente è il caso di donna che si serve di un maschio, innamorato di lei o a pagamento, per fare violenza ad un altro maschio.
Nei casi di violenza fisica di donna contro uomo, il maschio evita di esporsi e di farlo sapere, per vergogna e per dignità.
Un maschio che va in Commissariato per denunciare la moglie o la fidanzata dicendo che lo ha picchiato, ve lo immaginate? Si coprirebbe di ridicolo e di vergogna, perderebbe la dignità, e siccome lo sa evita, e si tiene le legnate e le offese.
Naturalmente questo lo sappiamo tutti e lo sa anche la donna che fa violenza, magari provoca appositamente perchè sa che il maschio non la denuncerà mai. E ne approfitta. Quindi i dati statistici della violenza di donna contro uomo non corrispondono alla realtà. I dati registrati sono solo una piccola parte dei casi reali.
Molto spesso la violenza femminile contro il maschio viene esercitata dalle donne con la parola, o con il comportamento.
Quindi offese, ingiurie, minacce, svalutazioni che a volte si ripetono per mesi e anni costituendo uno stile di vita e di comportamento. Trattasi di violenza psicologica che il maschio di solito incassa e sopporta.
Questo tipo di violenza viene esercitata sempre più spesso non solo in famiglia, ma anche nei luoghi di lavoro dove il maschio si trova a lavorare sotto la direzione di Superiori di sesso femminile. Oggi sempre più spesso accade che il maschio sia sotto la direzione di una donna, pensate al mondo della scuola, della sanità, degli enti locali dove le dirigenti, le presidi, i primari sono sempre più spesso donne. Qui il maschio si espone ad accuse, prepotenze, ricatti, raggiri, bugie, omissioni. Insomma viene umiliato e avvilito, sente di perdere la dignità e l’onore. E fa l’incassatore, per mesi e per anni, magari somatizza e se ne fa una malattia psicosomatica, tipo ipertensione arteriosa, ulcera gastroduodenale, cefalea, disturbi del sonno, alcolismo, depressione.
Con la crisi del maschio, con l’evaporizzazione del padre e quindi dell’autorità, i maschi destinati a subire violenza fisica, ma più spesso psicologica, verbale e comportamentale, sono in aumento.
Non è nemmeno possibile immaginare un cambio di rotta poichè è insito nella nostra società un continuo aumento di conflittualità e di violenza, conseguenze dell’individualismo esasperato che non conosce limite e che fa dire a molte donne di volere e di fare quello che vogliono.
Il maschio deve accettare senza reagire, si deve rassegnare a subire le violenze femminili che vengono volutamente minimizzate e sottaciute.
Tutti sappiamo di cosa stiamo parlando, ma questa violenza non lascia segni sul corpo e quindi non è facile da dimostrare. Pertanto, il maschio non ha prove da esibire, ma soprattutto non ha il coraggio di ribellarsi per paura di perdere l’autostima e l’onore, perché è sempre meglio essere accusati di maschilismo piuttosto che essere accusati di debolezza, effeminatezza, paura, inconsistenza.