Quanti ne avrete letti di proverbi e barzellette sulle suocere? Tantissimi.
Eccone un assaggio: «Tra la suocera e la nuora, c'è il diavolo che lavora». «La vipera che morse mia suocera morì avvelenata». «Quando la suocera entra dalla porta, l'amore vola via dalla finestra». «Dì a nuora perché suocera intenda».
Al di là di battute e aforismi, il rapporto tra coppie di giovani sposi e suoceri è qualcosa di molto delicato perchè, se non si stabilizza su un piano di equilibrio e tolleranza, è capace di portare al logoramento e al disfacimento delle famiglie. E allora ci si chiede: che fare? Il problema è vecchio quanto il mondo ma, pazienza e spirito di sopportazione a parte, nessuno ha una soluzione di sicura efficacia per prevenire liti e discordie.
A Gela c'è chi ha avuto una intuizione istituendo, con alcune parrocchie, speciali corsi di preparazione prematrimoniale non solo con i futuri sposi ma soprattutto con i suoceri dei due giovani fidanzati. E pare che funzioni se è vero, come è vero, che da 8 anni, a dire delle nuore, i risultati sono entusiasmanti.
La geniale trovata ha un autore molto conosciuto a Gela: Antonio Granvillano, 77 anni, pensionato, esperto dei corsi di formazione nello stabilimento gelese dell'Eni e in altre raffinerie in Italia, ex presidente e co-fondatore dell'Adas, l'associazione autonoma dei donatori di sangue, attivo componente delle comunità parrocchiali nella Chiesa cattolica di Gela.
«L'idea mi è venuta sentendo parlare i ragazzi - ci spiega Granvillano. Facevo lezione cercando di coinvolgerli facendo loro delle domande: come stai, come ti trovi, cosa pretendi tu dal matrimonio, cosa vorresti che si verificasse, per migliorare i rapporti in famiglia cosa penseresti di fare andando a vivere con tuo marito, dato che si inizia un rapporto nuovo, anche se vi conoscete da fidanzati? Erano allora le ragazze che cominciavano a sollevare qualche obiezione.
Dicevano: "si è vero tutto quello che cerchiamo di delineare in prospettiva ma c'è purtroppo la mamma del mio ragazzo che a volte assume atteggiamenti talmente inopportuni e indisponenti da suscitare persino irritazione nel figlio. Però siamo costretti a sopportare e a tacere per educazione e perché la nostra cultura è questa".
Insomma facevano discorsi di malcelata tolleranza. Erano le femmine che si lamentavano ma anche i maschi. Nel mirino sempre le suocere dell'una e dell'altra parte».
– Insomma, si rischiava di partire col piede sbagliato nel rapporto di coppia ...
«Esattamente. Così succedeva che dopo il matrimonio i rapporti con i suoceri e tra gli stessi consuoceri diventassero sempre più precari perchè viziati da una mancanza di comunicazione per intolleranze caratteriali.
Tutto questo mi ha portato a chiedermi e a proporre a don Lillo, l'allora parroco della chiesa San Domenico Savio dei salesiani, perchè non avviare un corso di preparazione prematrimoniale anche per i consuoceri? Capivo che era su queste figure materne e paterne che bisognava intervenire per far cessare sul nascere incomprensioni e rancori che avrebbero potuto inquinare e compromettere il futuro della neonata famiglia degli sposi. Così, quasi 8 anni fa, abbiamo iniziato questa esperienza, la prima in Italia».
– Ha funzionato?
«Eccome se ha funzionato! Ha avuto un grande successo, tant'è vero che lo abbiamo continuato nel tempo inducendo altre parrocchie di Gela e della diocesi a istituirlo con i loro fedeli.
Entusiaste soprattutto le ragazze. Mi dicevano: da quando mia suocera ha partecipato al corso di formazione il rapporto tra me e lei è cambiato in positivo, talmente bene che nemmeno con mia madre riesco ad averlo meglio».
– Qual è il segreto per tanto successo? Qual è il tasto su cui batte di più?
«Quello di capire e far capire alla persona stessa chi è e cosa vuole. Chiedo: tu ti conosci? Tu sai chi sei? Se qualcosa non va nei rapporti con famigliari ed estranei la colpa è sempre degli altri o a volte sei tu che produci contrasti magari in maniera inconsapevole? A volte sbaglia uno ma può sbagliare anche l'altro. Può essere che per te sono sempre gli altri a sbagliare? Era questa la base principale da cui partire per aprire una breccia nella granitica presunzione di correttezza della suocera e farla arrivare ad ammettere che non tutto il suo comportamento era accettabile ne' perfetto come lei pensava.Facevamo dei giochi per capire se si conoscevano e veniva fuori che non si conoscevano per niente. E dunque se tu non conosci te stessa come fai a pretendere di conoscere gli altri?
Ne parlavamo anche con i ragazzi del corso prematrimoniale: come fai a pretendere di valutare, come fai ad avere una relazione con una persona, marito o moglie, se tu non ti conosci? Ognuno si sentiva e si dichiarava senza difetti, poi scavando nel loro animo i difetti venivano fuori, eccome»!
– I ragazzi partecipano al corso dei consuoceri?
«No, non partecipano, tranne qualche eccezione su richiesta specifica».
– E le nuore parlano, rivelano gli eccessi delle suocere?
«No, le nuore non parlano. In compenso parlano le suocere. E quanto parlano...!
Chiedo loro di dirmi quali sono i consigli che si sente di dare alla nuora per una serena vita coniugale. Me li faccio elencare e poi chiedo se la signora suocera applica gli stessi consigli a casa sua (pazienza, sopportazione, ascolto). Spesso non rispondono e stanno zitte o se rispondono dicono che non si aspettavano questa strana domanda. E replicano, magari in dialetto: chi c'entra, i cunsigghi su cunsigghi...». Poi si rendono conto che una persona può anche apparire brillante, perfetta, dal linguaggio forbito, educato, ma solo la moglie o il marito di quella persona è in grado di giudicarne esattamente l'indole, il carattere, indicarne i pregi e i difetti».
– il corso per consuoceri si fa solo ai salesiani?
«No, da qualche tempo mi chiamano per farlo anche alla San Francesco. Non so se a Macchitella e alla Chiesa madre lo fanno per conto loro. Io ho chiamato i catechisti del Carmine, ad esempio, invitandoli ad assistere alle mie lezioni perchè imparino e facciano da soli questi corsi che ritengo molto importanti».
– E' il vescovo che vi autorizza a fare da insegnanti educatori e formatori?
«No sono le parrocchie a chiamarci. Mi cercano da esperto perchè per molti anni ho curato i corsi di comunicazione e di formazione professionale al petrolchimico dell'Eni, con particolare riguardo ai rapporti interpersonali nella società e nel mondo del lavoro».
– E dopo aver plasmato operai, impiegati, tecnici si sente fiero di formare coppie di sposi e soprattutto suoceri tolleranti?
«Certamente. I risultati sono stati finora meravigliosi, eccezionali. Taluni ragazzi sono apparsi visibilmente entusiasti perchè le loro suocere sono cambiate come se fossero passate dal buio della notte alla brillante luce del giorno. Auguri».