Nessuna novità sul progetto “Argo Cassiopea”.
Il Governo centrale rimane muto e latitante rispetto ad una vicenda «intrisa di contraddizioni» e che vede «da un lato l’Eni, azienda di Stato, pronta ad investire 800 milioni di euro che darebbero una boccata d’ossigeno all'economia del territorio; e dall'altro lo Stato che risponde con il silenzio: un silenzio inquietante, quello che giunge dal Governo».
E’ quanto si legge nella nota inviata ai media a margine della riunione tenutasi nella stanza del Sindaco a Palazzo di Città, in cui oltre al primo cittadino gelese, Lucio Greco, accompagnato dal suo vice, con delega anche alle attività produttive, Terenziano Di Stefano, c’erano anche Ignazio Giudice, Franco Emiliani, Gaetano Catania ed Andrea Alario in rappresentanza rispettivamente delle sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl, oltre che rappresentanti di imprese ed i deputati regionali eletti nel collegio nisseno, Giuseppe Arancio (Pd) e Michele Mancuso (Fi). Assenti gli eletti grillini nel collegio nisseno tanto all’Ars quanto al Parlamento nazionale, gli onorevoli Di Paola, Lorefice Cancelleri, Pignatone, unitamente alla berlusconiana Giusy Bartolozzi, eletta al collegio plurinominale per la Camera.
Sicché «mentre il decreto di proroga del progetto “Argo Cassiopea” giace sul tavolo del Ministero dell’Ambiente in attesa di essere esitato – prosegue il comunicato -, dall'ennesimo tavolo tecnico convocato a Gela, affiorano l’indignazione e la prospettiva di una mobilitazione regionale. Un territorio martoriato, afflitto da una gravissima crisi economica ed occupazionale reclama a viva voce e pretende risposte forti e chiare in tempi celeri. Se non dovessero giungere, l’indignazione di Gela e del suo hinterland diventerà quella dei siciliani verso la politica nazionale e sarà trasformata in questione meridionale».
E’ quanto ribadisce lo stesso Sindaco: «sull'iter relativo alla proroga del decreto del progetto Argo Cassiopea si continua a brancolare nel buio – afferma Greco – veniamo informati in maniera approssimativa e ciò ci mortifica. Siamo entrati in una fase dormiente e ritengo che sia giunto il momento di far sentir forte la voce di un territorio che è stato totalmente abbandonato e che continua a soffrire. Dobbiamo riprendere i contatti con la politica regionale e nazionale perché il territorio di Gela ed il suo hinterland possano avere risposte. Noi non vogliamo più attendere!».
Al termine della riunione i presenti hanno stabilito unanimemente che «se entro il 10 novembre non giungeranno da Roma notizie positive, sarà intrapresa una mobilitazione forte a carattere regionale che, partendo da Gela, toccherà i punti strategici dell’isola perché le ragioni del Sud partono dalle aree disagiate come Gela, purtroppo!».
A confermarcelo è anche l’assessore al ramo e vicesindaco, Terenziano Di Stefano, da noi contattato: «mi auguro che entro pochi giorni il ministero dell'ambiente possa firmare il decreto in modo da ottenere l'ultima firma da parte del ministero ai beni culturali, caso contrario inizieremo ad alzare il tiro. Ciò oltre a garantire l'investimento di oltre 800 milioni di euro con l'impiego di aziende e maestranze locali, vedrebbe anche lo sblocco di quasi il 100% delle compensazioni Eni. Ma la nostra attenzione deve già guardare avanti, ovvero mettere in atto tutto ciò che è previsto nel protocollo d'intesa del 2014».