Dall’inferno delle Regionali al gongolamento per quello che potrebbe riservargli il voto del prossimo 4 marzo.
Pino Federico, che ha perso il seggio dell’Assemblea regionale, potrebbe di fatto conquistarne uno a Montecitorio, sulle orme di uno dei suoi attuali mentori, ovvero l’avv. Giacomo Ventura, che prima di lui, con la stessa maglia azzurra di Forza Italia, visse la XIV legislatura (2001-2006).
La furbata, Pino Federico l’ha messo in atto nello stesso momento in cui la sua rappresentanza in Consiglio comunale cavalcò il secondo tentativo di mozione di sfiducia nei confronti del sindaco ex grillino Messinese; iniziativa arenatasi, come sappiamo, poco prima del voto in aula. Dalla pugnalata sferrata a vuoto all’abbraccio fatale, il passo è stato breve. Il centrodestra, insomma, e con esso Forza Italia, è diventato il vero sostenitore di una giunta in crisi di ossigeno. Ha fatto comodo al sindaco, che così è rimasto a galla, ha fatto ancor più comodo a Federico, che di questo rapporto neppure clandestino potrà trarre benefici elettorali.
Il centrodestra oggi conta di una rappresentanza di dodici consiglieri, impinguatasi con l’ingresso dell’ultima ora dell’ex piddino Cirignotta (che ritorna al suo vecchio amore) e dell’ex crocettiano Antonio Torrenti, che trova la tanto agognata nuova casa.
Questi numeri mettono al riparo la giunta Messinese da possibili nuovi agguati. Un bel colpo per il sindaco, che così può smettere di vivere alla giornata e programmare a medio termine qualcosa di buono per la città. E il centrosinistra che fa? Nulla! Anzi, continua a litigare.
Pd e Sicilia Futura ognuno per la propria strada, frattura acuitasi con la sgradita (dal Pd gelese) candidatura alla Camera (la terza consecutiva) della mussomelese Cardinale. Ma non solo. Contrasti sono emersi in seno allo stesso Pd, a seguito della mancata elezione di Gallo alla vice-presidenza del Consiglio, complice l’irruzione di franchi tiratori dai banchi del centrosinistra (il posto è andato al forzista Scerra).
Il rischio per il Pd gelese – senza candidati nè alla Camera nè al Senato – è grosso. Perchè potrebbe succedere che il centrodestra, che alle Comunali ha un solo precedente con Scaglione sindaco nel 2002, potrebbe al prossimo giro irrompere all’amministrazione della città, dopo aver scalzato all’Ars il governo crocettiano (di centrosinistra), e con l’ipotesi che a rappresentare il territorio al Parlamento nazionale sia un forzista. Anzi due: Federico e la Bartolozzi.
Al Pd non resterebbe che leccarsi le ferite.