Gela, gate del Mediterraneo

Gela, gate del Mediterraneo

 

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi sta lavorando alla riedizione del “Recovery Plan”.

Mentre il sindaco di Gela, Lucio Greco, volge il suo sguardo ad ovest dell’isola, verso il “Tirreno” e per questa via all’autorità portuale di Palermo, il Comitato G.M.G.  (Gate del Mediterraneo nel Golfo di Gela) guarda ad est dell’isola, allo “Ionio” e per questa via all’autorità portuale di Catania ed Augusta.

Ma non solo. Le associazioni presenti nel comitato, affrettano i tempi per inviare una nota e studi allegati perché, secondo quado ci comunicano nella conferenza stampa tenutasi giovedì al porticciolo, si comprenda che la Sicilia, tra tutte le regioni italiane è quella che occupa la posizione ideale per accogliere le merci che transitano davanti alle sue coste e tra le regioni europee l’unica in grado di ridurre drasticamente i tempi di trasporto delle merci dal mediterraneo ai paesi scandinavi. 

Ad entrare nel dettaglio è l’esponente di “Unità siciliana - Le Api”, Francesco Salinitro: «nella nostra regione – spiega - ci sono almeno due fattori economici straordinari rimasti dormienti, ma che da soli sarebbero in grado di dare una forte scossa e una nuova prospettiva all’economia nazionale. Il primo è la prossimità con la più grande autostrada del mediterraneo, da cui l’isola è lambita nella parte costiera a sud e che va completata con la costruzione del “Ponte sullo stretto” di Messina, nonché con un sistema infrastrutturale e logistico che metta in collegamento i traffici del canale di Sicilia con quelli del mar Ionio. Infatti, sulla costa meridionale della Sicilia c’è, nella giusta posizione geografica e strutturale, il porto industriale di Gela, di proprietà della Regione siciliana ed in uso ad Eni, ma il cui utilizzo rispetto al passato è stato drasticamente ridimensionato dalla fine della raffinazione convenzionale.

Il porto più prossimo è quello di Catania e di Augusta che si affaccia sullo Ionio. Con tali porti sinergicamente operativi si può sviluppare una straordinaria attività di intercettazione dei traffici a vantaggio dell’intera area non solo siciliana, ma dell’intero “mezzogiorno”, moltiplicando a dismisura le quantità di container trattabili grazie al “gate di Gela” nella posizione ideale per farlo.

In secondo luogo, la Sicilia dispone di una grande quantità di gas naturale liquido (Gnl) in quanto Gela è il terminale di arrivo del gas proveniente dalla Libia, inoltre, nel golfo di Gela e dal suo territorio, si estrae gas metano che si aggiunge a quello proveniente dall’Africa, incrementandone la disponibilità. Oggi le navi che solcano il Mediterraneo devono essere alimentate a Gnl e attrezzare un’area di rifornimento di tale prodotto nel punto più transitato del mare Mediterraneo si rivelerebbe unico come punto di rifornimento di migliaia e migliaia di navi».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’esponente di “Gran Sicilia”, Paolo Scicolone: «la nostra città – ribadisce - si trova di fronte alla più grande autostrada del mare, con flussi navali che sarebbe un gran peccato continuare a non intercettare lasciandoli fluire verso i soliti porti del nord. Gela non può ancora voltare le spalle alle proprie fortune. Riteniamo il progetto una grande opportunità per la Sicilia che ha l'obbligo di recuperare la centralità storica nel mediterraneo e smetterla di credersi quartiere di periferia.

Il nostro territorio in particolare sta subendo nei tempi recenti una serie inaccettabile di sottrazioni da parte della politica regionale che non sembra in grado di permettere a tutta l'isola una crescita omogenea. Gela e tutta questa fascia meridionale ha bisogno di essere rivalorizzata dopo le macerie lasciate dall'esperienza industriale, attestate anche da un livello di emigrazione che tende a raggiungere numeri da dopoguerra».

Non ultimo, l’affondo dell’esponente del Csag, Filippo Franzone: «un grande progetto ha sempre ostacoli, di ogni tipo, ed il primo che questo comitato incontra – osserva - è giusto il sindaco di Gela. 

Poche settimane fa, suggerito della deputata nazionale, Giusi Bartolozzi, senza minimamente coinvolgere il comitato promotore dell’iniziativa, Greco ha dichiarato di voler aderire all’Autorità portuale di Palermo. Diventa necessario ricordargli che pochi anni fa il consiglio comunale gelese ha aderito al sistema portuale integrato della Sicilia orientale, che facciamo parte della stessa Zes con Catania, senza dimenticare le due delibere consiliari ed un referendum popolare che ancora oggi rivendicano l’adesione alla Città metropolitana di Catania. La città va in una precisa direzione (est), il sindaco nella direzione opposta (ovest). A questo punto viene spontaneo chiedersi: ma Greco è il sindaco di se stesso o di Gela?»