In ricordo del prof. Vincenzo Giunta nel centenario della sua nascita. Uomo di cultura, fu assessore e sindaco di Gela

In ricordo del prof. Vincenzo Giunta nel centenario della sua nascita. Uomo di cultura, fu assessore e sindaco di Gela

 Il 26 dicembre del 2009 venne a mancare, all’età di 84 anni il Prof. Vincenzo Giunta di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita.

Il reside Prof. Vincenzo Giunta è stato un caro amico e uno dei pochissimi che ha lasciato un viatico pregnante di comportamenti e di modi di vedere le cose che sicuramente da tempo sono parte della vita relazionale di chi l’ha conosciuto. Considerazione questa non da ex alunno, quindi lontano dalla mitizzazione che spesso da giovane si può fare dei propri insegnanti    

Uomo di grande cultura e intelligenza, cultore di patrie memorie e sapiente comunicatore, è stato sempre presente nella vita della città, di cui è stato inoltre amministratore onesto e integerrimo contrastando tenacemente i mestieranti della res pubblica e i prepotenti traducendo le “riflessioni sulla   politica” in concetto di “giustizia”.

Notevole e fattivo fu il suo impegno politico nel dopoguerra per la rinascita della democrazia e delle istituzioni locali. Docente e amministratore della città dunque ma anche studioso attento delle discipline giuridiche, particolarmente in ambito scolastico e amministrativo, di cui fu prodigo di consigli anche per chi di esse ne faceva professione.

Ci si sente sicuramente privilegiati di essere stati amici e di aver conosciuto in prima persona figure di “maestri di vita” che con la loro esperienza hanno dato un contributo diuturno alla crescita morale di una comunità. E il Prof. Vincenzo Giunta fa parte di questa non comune e rara categoria occupandone un posto di rilievo, tale da essere annoverato tra gli uomini che devono essere ricordati anche nella più remota posterità.

Vincenzo Giunta nacque a Terra

nova di Sicilia il 2 settembre 1925, ancora studente universitario, da antifascista si unì alla Brigata di Combattimento “Mantova”. Fu assessore all’Annona e Polizia Urbana e sindaco di Gela nel 1986/87. A proposito dell’incarico di assessore all’Annona e Polizia Urbana, durante questa sua carica si videro a Gela vigili urbani a sera inoltrata a fare servizio, era la prima volta che succedeva. Nel 1995, nel 50° anniversario della Liberazione, il Comune di Gela conferì un attestato di riconoscimento al Prof. Giunta “…per aver fedelmente servito in armi la Patria e contribuito alla riconquista della libertà del Popolo Italiano. Riconoscente la città”.

I suoi interessi non si limitarono solo alla politica e alla formazione dei giovani nelle discipline che insegnava (storia, filosofia e pedagogia). Aveva altre vaste conoscenze disciplinari, (tra cui anche una conoscenza generale del diritto amministrativo); aveva inoltre un alto senso dello Stato e della legalità. Nel ricordo di chi lo conobbe, Vincenzo Giunta rimane una delle figure più carismatiche del mondo culturale e politico gelese di quegli anni per cui, oggi, viene rimpianto; qui di seguito si vuole inserire il ricordo dell’Avv. Paolo Cafà, uno dei suoi tanti estimatori.

“Personalità di grande spessore, di immensa cultura, un impareggiabile intellettuale. Uno dei più grandi figli di Gela. Insieme al fratello Rocco è stato tra i primi aderenti al partito comunista sezione di Gela, fondato dall'orologiaio anarchico Gaetano Di Bartolo (Tano Milana), di cui amava parlare spesso e ricordare le disavventure alle quali venivano sottoposti tutti i rivoluzionari come lui durante il regime fascista.

Ricordo tanti episodi di vita. Uno in particolare fu questo. Quando il Pci, a seguito della svolta della Bolognina, mutò corso, divenendo Pds, il nostro Prof. Vincenzo Giunta partecipò ad una delle prime assemblee cittadine del nuovo partito che si tenne presso l'hotel Sileno, con un intervento breve ma molto appassionato, esibendo una vecchia tessera della sua antica militanza nel Pci, emozionandosi ed emozionandoci. Io ho colto l'impressione che volesse tornare, ma i dirigenti dell'epoca non ne seppero approfittare”.