Il centrodestra si porta avanti e allunga decisamente il vantaggio, in vista delle prossime amministrative primaverili (aprile-maggio 2024), su un centrosinistra/progressista che, come un gambero, procede a ritroso e si ritrova punto e accapo.
Dopo una riunione in casa di ratelli d'Italia, il centrodestra organico in consiglio comunale, vale a dire Fi, Fdi, Lega e Dc, con l’aggiunta di forze centriste extraconsiliari come Italia viva e Noi moderati, si è presentato in conferenza stampa, compatto e deciso a rivendicare, una volta di più, di essere l’unica vera opposizione e l’unico fronte alternativo al governo cittadino, la minoranza che lo sostiene ed i cosiddetti responsabili.
Piovute a grappoli le critiche al sindaco Greco ed alla sua amministrazione. Per Enzo Pepe (Forza Italia) Greco non ha saputo esercitare il ruolo di sindaco e di leader di un gruppo che ha disgregato, anziché aggregare ed amalgamare. Per il meloniamo Totò Scuvera (nella foto), Greco sa fare solo monologhi scaricabarile. Non ha mai spiegato perché è senza maggioranza e di quale operazione verità parla. Il salviniano Giuseppe Spata (Lega) ha sottolineato che il rimanere forzatamente in consiglio dopo aver provato a chiudere l’esperienza con la sfiducia evitata da dimissioni-non dimissioni, non esimerà il centrodestra a vigilare e controllare attentamente su come vengono spesi i soldi dei cittadini contribuenti, in questa fase di grave crisi finanziaria dell’ente comunale, specie per lo sbarco ed il Pnrr.
Per il cuffariano Natino Giannone (Dc) questa coalizione non è l’accozzaglia che ha portato Greco a vincere nel 2019, ma a non governare durante il mandato. Ci sono tutti gli elementi, compresi gli agganci con i governi nazionali e regionali, affinché questo centrodestra allargato prenda le redini della città e la porti ad una situazione di normalità.
Sulle stesa lunghezza d’onda, Rochelio Pizzardi (Iv) ha parlato di una coalizione che non farà a pugni con la governabilità. Ha bollato come farneticanti le accuse di Greco, innamorato dell’immagine narcisista dell’uomo da solo al comando, che non ascolta e non sa trovare soluzioni ai problemi. Infine, Massimo Catalano (Noi moderati) ha puntualizzato che la città non vuole più sterili personalismi ed è stanca di assistere ad inutili ed infinite polemiche. L’unica ricetta è saper fare squadra e tornare a produrre una politica del buon esempio.
Per tutti i segretari/commissari, l’individuazione del candidato a sindaco avverrà in modo naturale. Staremo a vedere. L’esperienza politica, a tutti i livelli, ci ha sempre insegnato che laddove è facile trovare il Greco della situazione, capace di mettere d’accordo i tanti contro di lui, non è altrettanto agevole trovare un candidato a sindaco capace di mettere d’accordo gli stessi sul suo conto. Anzi, questo è stato storicamente il grande scoglio del centrodestra locale.
D’altra parte, il gap di vantaggio rispetto ad un centrosinistra/progressista a brandelli, è innegabile. Nell’arco di pochi giorni, il lavoro portato avanti nel tentativo di creare un campo progressista e civico che prendeva le mosse dalla linea che doveva essere portata avanti in consiglio comunale dai 6 responsabili (Unità progressista, Una buona idea e Pd) è andato a farsi benedire.
Nel giro di poche ore, alla frattura tra progressiste (con dentro il Movimento 5 stelle) e civici sull’unione dei comuni, si sono aggiunte le dimissioni da segretario cittadino del Partito democratico, Guido Siragusa, unico interlocutore di civici e progressiste, con relativi rapporti di collaborazione e sinergia, di fatto, azzerati.
Insomma, si è tornati punto e a capo, mentre con il suo laboratorio Per (e liste annesse), Miguel Donegani ringrazia e tira dritto nella sua apparente fuga in avanti solitaria, ma che non disdegnerà, anzi sarà invece pronta e lesta, a tempo debito, nel raccogliere i cocci sul campo.