E' scontro aperto tra il sindaco Greco ed il manager dell’Asp CL Alessandro Caltagirone.
Se il sindaco, attraverso una diretta facebook a cui è seguito un comunicato stampa, scarica sull'Asp la mancata chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, con la didattica che proseguirebbe a distanza, la cosiddetta dad, al 100%, il manager Caltagirone è intervenuto in una diretta radiofonica per sbugiardare letteralmente il primo cittadino gelese addossandogli ogni responsabilità, compresa quella di far scioperare gli studenti. Nello scaricabarile tra i due si è inserite l’assessore all’Istruzione Malluzzo con una nota di chiarimento.
A beneficio di chi legge, procediamo con ordine, chiarendo in primo luogo l'oggetto dello scontro. Ciò di cui si parla, invero, altro non è che l'accusa, mossa da una parte contro l'altra e viceversa, di una interpretazione del decreto legge 22 aprile 2021 (meglio noto come "decreto riaperture"), art. 3 comma 1, ai sensi del quale «dal 26 aprile 2021 e fino alla conclusione dell'anno scolastico 2020-2021», anche se in zona rossa, dev'essere assicurata la didattica «in presenza sull'intero territorio nazionale, dell'attività scolastica e didattica della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado», nonché la didattica in presenza di "almeno per il 50% della popolazione studentesca, nella scuola secondaria di secondo grado».
Come dire che, in linea di principio, anche se al massimo stato d'allerta, il diritto allo studio deve andare di pari passo con il diritto alla salute. Ciò trova conferma nella stessa norma in questione, laddove si stabilisce che presidenti di regione e sindaci non possono derogare, o meglio, possono farlo, ma il provvedimento di deroga con cui si chiudono eventualmente una o più scuole ordinando la dad al 100%, dev'essere «motivato, sentite le autorità sanitarie presenti».
La tesi del sindaco è che il potere di andare in deroga, in questo caso, è formalmente del sindaco, ma sostanzialmente – de facto – dell'Asp, perchè è solo sulla base dei numeri e dello scenario epidemiologico fornito dall'Asp, che il sindaco può trarre le motivazioni per un provvedimento di deroga.
E la versione del sindaco, secondo quanto si legge testualmente nel comunicato stampa è quella di essersi recato a Caltanissetta, facendosi «portavoce delle istanze dei dirigenti scolastici e delle preoccupazioni dei genitori degli alunni, che condivido in toto, per chiedere la chiusura delle scuole, almeno per una settimana», ricevendo per risposta da Prefettura ed Asp che «grazie ai provvedimenti assunti e a tutti i ragazzi e i docenti posti in quarantena, le scuole sono sicure». In altri termini, al sindaco avrebbero detto che sebbene da non sottovalutare, la situazione non è tale da giustificare il ricorso totale alla "dad". Del resto, il sindaco potrebbe aggiungere che se gli fosse stata prospettata una situazione grave ed emergenziale, nel non emettere ordinanza di chiusura delle scuole avrebbe potuto essere accusato di comportamento "omissivo".
Tale versione è stata letta come uno “scaricabarile” mal digerito dal manager dell’asp che ha rispedito al mittente le responsabilità, intervenendo nella trasmissione radiofonica “Lo dico alla radio” edita da Radio Gela Express e condotta dal collega Franco Gallo. «Il provvedimento è di competenza del presidente della regione o del sindaco – ha dichiarato Caltagirone - non dell'Asp. Lo dice la norma nazionale ed anche una circolare esplicativa dell’assessore regionale all’istruzione Lagalla».
Caltagirone riferisce dei dati riportati al sindaco: 47 alunni positivi con contatti, con isolamento di 766 studenti su 9000 totali, 44 classi isolate e 232 unità del personale scolastico coinvolte. Lo scompenso di natura organizzativa c’è ma è «lontano dalla competenza dell'asp che può fornire solo dettagli tecnici». In definitiva per il direttore generale «l'asp è un organo tecnico che può dare supporto tecnico-sanitario e suonare l'allarme quando lo ritiene, poi spetta agli organi politici prendere le decisioni». In parole povere, per Caltagirone il “parere preventivo ed obbligatorio” a cui è tenuto si estrinseca solo nel fornire il quadro epidemiologico, spetta poi all’organo politico, in questo caso il sindaco, la valutazione in assoluta discrezione dei dati decidendo se chiudere o meno le scuole.
Vale la pena di ricordare che l’Asp è un organo tecnico-amministrativo. Se fosse solo tecnico, non si spiegherebbe la nomina politica di un ingegnere a capo di una branca sanitaria. Nel diritto amministrativo sostanziale un parere è un atto giuridico a tutti gli effetti. Nel caso dell’asp, nella fattispecie organo consultivo, è un parere tecnico che non può risolversi in un’esposizione asettica dei dati ma deve contenere ed esprimere un giudizio, altrimenti non sarebbe nemmeno un parere. L’unica cosa certa è che da questo rimpallo inerente le competenze e relative responsabilità, a pagare dazio per l’ennesima volta sono Gela ed i gelesi, costretti al caos in una situazione già oltremodo penalizzante come quella pandemica.
Nota dell’assessore Malluzzo
«Siamo sempre stati a favore della collaborazione, della sinergia e del dialogo, ma che adesso l'Asp vada in radio a rispondere in maniera vaga sulle responsabilità inerenti la chiusura delle scuole, o addirittura a scaricare su di noi le colpe, non è accettabile. A questo gioco al massacro non ci stiamo più. La stragrande maggioranza della popolazione scolastica vuole la dad, le aule sono comunque vuote, e noi amministratori già dal 15 aprile eravamo pronti ad attivare la didattica a distanza per tutti, ma ad oggi, 29 aprile, non abbiamo il parere favorevole dell'Asp, che è, lo ricordiamo, obbligatorio e preventivo.
Quando il Sindaco, finalmente, avrà sulla sua scrivania il documento con quel parere, emetterà l'ordinanza di chiusura, che spetta a lui, nessuno ha mai detto il contrario o ha messo in dubbio che fosse di competenza dell'Asp. Qualcuno ha volutamente creato una enorme confusione, quando sarebbe bastato che l'Asp ci mandasse una mail mettendo per iscritto che, analizzati i numeri, era il caso di chiudere le scuole. Invece, nonostante tre note inviate dal Sindaco dal 15 al 23 aprile, ci è stato ripetuto che la situazione era sotto controllo, che i dati erano certificati e attendibili e che non c'erano i numeri per chiudere. Affermazioni reiterate anche durante l'incontro del 27 aprile in Prefettura.
Quindi, l'ing. Caltagirone parli in modo chiaro. I loro ritardi nelle comunicazioni sono denunciati da una intera popolazione, non solo dal Sindaco e dai dirigenti scolastici. L'impressione è che, nonostante gli sforzi e il grande lavoro portato avanti da tutto il personale, manchi una cabina di regia capace di mettere i vari settori in comunicazione tra di loro. Il dipartimento di prevenzione, infatti, su indicazione dell'assessorato regionale alla sanità, è quello che materialmente deve monitorare l'andamento della situazione nelle scuole, e poi comunicarlo per le relative decisioni. Purtroppo, però, ci sono delle evidenti difficoltà, e sarebbe più apprezzabile se, invece di negarlo, ci dicessero che si sta lavorando per risolvere i problemi.
Il Sindaco sta cercando solo di fare il suo dovere in un labirinto fatto di leggi, ordinanze, delibere, circolari e regolamenti. Sulle competenze e sui passaggi istituzionali non si scherza, e l'amministrazione Greco ha sempre fatto tutto alla lettera. La si smetta, quindi, di alimentare tensioni sociali. Noi rispettiamo le norme, e lo testimoniano tutte le ordinanze emesse in questi mesi di emergenza sanitaria. Ogni parola è stata scritta dopo aver interloquito con Prefettura e Asp, e dimostrazione ne sono i pareri allegati. Ad oggi, quindi, siamo impossibilitati a chiudere le scuole in assenza del parere favorevole dell'ASP, e questo la città lo deve sapere in maniera chiara. Noi non abbiamo paura di prendere decisioni, ci assumiamo la paternità di ogni provvedimento, ma non siamo sceriffi: tutto dev'essere fatto a norma di legge. Sottolineo, infine, che dal 3 maggio partirà una nuova, massiccia campagna di screening destinata alla popolazione scolastica. I calendari sono già stati predisposti e inviati ai dirigenti, e in quei 2-3 giorni di monitoraggio le scuole saranno chiuse, in modo da attendere l'esito dei tamponi e programmare un rientro sicuro per tutti».