È notizia di questi giorni l'adozione, da parte del governo nazionale, della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee - Cnapi, redatta dalla società pubblica Sogin, per lo stoccare delle scorie nucleari dalle centrali dismesse.
Più precisamente sono stati individuati una serie di aree, ben 67 in 7 regioni, soprattutto nel meridione, al fine per creare un sistema diffuso di stoccaggio delle scorie. Per quanto riguarda la Sicilia, sono stati inclusi nell'elenco 4 siti, ricadenti nei territori tra Castellana Sicula e Petralia Sottana, Trapani, Calatafimi-Segesta e Butera. Il tutto, 17 anni dopo il decreto con cui l'allora governo Berlusconi indicò il sito unico di stoccaggio presso Scanzano Jonico in Basilicata, sollevando le proteste civili della popolazione, di tutta la regione e delle istituzioni locali, supportate da molti italiani, con tanto di stop al progetto e retromarcia governativa. Fortunatamente, immediato è giunto il coro di "no" anche in quest'occasione, con redazioni inondate da fiumi di proteste e rivendicazioni contenute in corposi comunicati stampa. No alla Sicilia discarica nucleare. No alla isola pattumiera d’Italia. Un coro unanime.
Uno di questi comunicati, innanzitutto, è arrivato prontamente anche dal comune di Gela, a fronte di una scelta presa senza aver preventivamente interloquito con i rappresentanti dei comuni interessati: «la Sicilia è una terra che dovrebbe vivere solo di turismo e di agricoltura ed è una Isola ad alto rischio sismico e con un vulcano attivo. Com'è possibile che davvero a qualcuno sia venuta in mente una cosa del genere?». Se lo chiedono, in particolare, gli assessori Terenziano Di Stefano, Ivan Liardi e Danilo Giordano, nonché il presidente del consiglio comunale Totò Sammito, che nel pomeriggio del giorno dell'epifania, hanno preso parte al sopralluogo e alla protesta iniziata da un'area di servizio sulla Gela – Caltanissetta e che si è poi spostata proprio nella zona “incriminata”. Una zona impervia e votata all'agricoltura nel quale insistono anche importanti aziende rurali.
«Stiamo parlando di una zona inaccessibile ai mezzi pesanti, con stradine strette e impercorribili, - proseguono gli assessori ed il presidente del civico consesso gelese - in cui si andrebbero a devastare un intero ecosistema e terreni incontaminati adibiti a vigneti o coltivati a grano, che sono l'unica fonte di sostegno per tanti cittadini di Butera e Riesi. Si tratta, senza dubbio, di una decisione presa senza rispettare alcun criterio e alcuna logica, - ha poi aggiunto il sindaco di Gela, Lucio Greco - calata dall'alto da qualcuno che, probabilmente, non la conosce neanche questa zona. Non solo. Proprio lì scorre un fiume che da un lato si dirige verso Falconara ma dall'altro arriva a Manfria, quindi questa decisione ci tocca direttamente. Sappiano i cittadini che, di concerto con gli altri Sindaci e la deputazione, intendiamo fare la nostra parte, affinchè tale deposito non veda mai la luce».
Un “No” ad una Butera pattumiera di scorie nucleari arriva anche dalla Cisl interprovinciale: «di tutti i regali che poteva fare alla Sicilia il governo nazionale ha scelto quello sgradito dello stoccaggio di rifiuti nucleari». A dichiararlo è il segretario della Cisl di Agrigento, Caltanissetta ed Enna, Emanuele Gallo, che evidenzia come «anche in questa occasione la storia non è stata per nulla maestra di vita. Qualche settimana, fa la decisione di usare come discariche di amianto le miniere Bosco a Serradifalco e Pasquasia a Enna, aveva sollevato indignazione e forte preoccupazione dei cittadini. Evidentemente non si è voluto tenere conto dello stato d’animo delle popolazioni interessate calcando nuovamente la mano. Come può altrimenti essere definita - continua Gallo - l’individuazione di Butera come area di smaltimento di scorie radioattive? Questa scelta è fortemente penalizzante e ricade su aree che, pur tra mille difficoltà, preservano eccellenze agricole come la coltivazione del Nero d’Avola e dell’Uva Italia. Questa deliberazione, che viene dall’alto, va respinta chiamando tutti alla responsabile difesa delle comunità locali».
Per l’Ugl, il governo regionale nella sua collegialità deve «prendere posizione e dichiarare la totale contrarietà al deposito dei rifiuti radioattivi in Sicilia, intervenendo a tutti i livelli istituzionali per manifestare l’assoluto divieto allo stoccaggio ed al transito di scorie nucleari in Sicilia». Ad intervenire in merito sono Giuseppe Messina, Segretario regionale Ugl, nonché Andrea Alario, segretario provinciale, sulla zona di Butera: «la Sicilia non può continuare ad essere penalizzata – precisa Messina – si faccia esclusivamente l’interesse dei siciliani e si tuteli la vocazione produttiva agroalimentare, turistica proseguendo l’azione di valorizzazione della rete culturale e ambientale».
Semplicemente «irricevibile» è anche la secca risposta dell’associazione datoriale isolana che si affianca ai sindacati. Per Gregory Bongiorno, presidente di Sicindustria Trapani: «la Carta individua le aree sulla base di motivi tecnici, geologici e ambientali, ma la Sicilia non risponde ad alcuno di questi criteri. Tre dei quattro siti individuati in Sicilia sono a sismicità media e con terremoti anche abbastanza frequenti; la Sicilia è una regione ad alto rischio idrogeologico ed è distante geograficamente dai siti di produzione delle scorie. Eppure una delle regole principali nello smaltimento dei rifiuti è quella della prossimità, visto che il trasporto comporta sempre dei rischi, amplificati in questo caso dalla natura stessa delle scorie. Il fatto, poi, che si tratti di una regione insulare completa il quadro».
Ovviamente l’occasione è ghiotta anche per puntare l’indice contro il governo e chi ha avuto posizioni estreme in passato su questo ed altri temi ambientali, come il Movimento 5 Stelle: «il Governo si occupi delle bonifiche dei territori del sud, anziché pensare di riversare ulteriori scorie» dichiara l’ex eurodeputato grillino Ignazio Corrao. «La mappa è vergognosa perché individua la maggior parte delle aree idonee allo stoccaggio nel mezzogiorno e Quella di individuare aree in Sicilia e Sardegna - aggiunge Corrao - sarebbe un'ipotesi agghiacciante considerando che sono territori votati all'agricoltura, al turismo e alla valorizzazione delle risorse naturali. Ma si tratta anche di regioni che hanno zone già devastate da inquinamento, emissioni industriali velenose, discariche a cielo aperto e triangoli della morte».
Occasione imperdibile per quelli della Lega: «alle ultime elezioni il M5S ha ottenuto in Sicilia circa il 50% dei voti. Vuol dire che un siciliano su due ha dato fiducia a Cancelleri, Di Maio & Co. Adesso il M5S, al Governo con il PD e Renzi, che fa? Ringrazia i siciliani con scorie nucleari da depositare in Sicilia, e nel particolare in Provincia di Caltanissetta. Il Sindaco Gambino, finora forte sostenitore del M5S, piuttosto che organizzare passerelle autoreferenziali si spogli da ultras del suo partito che tanto male dimostra di volere alla Sicilia ed organizzi una manifestazione contro i suoi amici, oggi nemici della Sicilia e della Provincia di Caltanissetta. Saremo lì a sostenerlo a difesa del nostro territorio».
Così il Commissario provinciale nisseno della Lega, Oscar Aiello, mentre per Vincenzo Figuccia, deputato legista all'Ars e coordinatore provinciale del partito di Salvini a Palermo «sarebbe intollerabile assistere inermi alla scelleratezza dell'esecutivo romano. Difenderemo con ogni mezzo l'interesse dei siciliani che tra i numerosi e annosi problemi, non si sognano certo quello di avere i rifiuti radioattivi fuori dalla finestra. Come gruppo parlamentare a sostegno della questione posta dal nostro coordinatore regionale, Nino Minardo, ci batteremo e chiederemo impegni concreti innanzi ai quali nessun soggetto dell'arco istituzionale potrà tirarsi indietro. La Sicilia - conclude l’on. Figuccia - non sarà per i capricci di qualcuno la nuova Chernobyl d'Italia».