E’ passato circa un anno e mezzo dall’insediamento di Lucio Greco a sindaco di Gela.
Un lasso di tempo congruo e sufficiente al primo cittadino, dopo il breve periodo di apprendistato, per addentrarsi nella realtà del mandato e tracciare un primo vero bilancio della sua attività, nell’ intervista a tutto campo che segue.
– Ricorsi, emergenze preesistenti, bilancio ereditato dal commissario e pandemia covid-19: un anno e mezzo inaspettato e difficile da affrontare?
«A parte la pandemia, evento imprevedibile, conosco la mia città ed ero consapevole delle varie criticità che la attanagliavano, acuite mio malgrado dal clima di provvisorietà instaurato dai vari ricorsi dell’opposizione».
– E' solo questo il motivo dell'assoluta mancanza di dialogo con la parte minoritaria del civico consesso?
«Anche prima del voto c'erano stati tentativi atti a penalizzare le mie liste. Con il mio appello nel discorso di insediamento suggerivo di mettere fine a tutto ciò. Una sana democrazia esige una maggioranza contrastata da un’opposizione seria e propositiva, che si confronta nelle idee, senza mai sfociare in offese personali».
– Sulla maggioranza?
«A parte qualche fisiologico mal di pancia, sono soddisfatto che il senso di responsabilità abbia prevalso sulle diverse sensibilità di una coalizione così composita, che è riuscita nei momenti cruciali a tenere dritta la barra».
– Il Pd ha tolto il disturbo e Fi mostra segni di malessere interno: ma non erano i partiti dell’arcobaleno che dovevano fagocitarla?
«Si parla molto di una maggioranza arcobaleno, quasi come se avessimo una opposizione granitica e uniforme. Tutti quanti sappiamo che non è così, basta prendere i soliti personaggi che per diversi anni hanno condizionato le scelte di molte amministrazioni. La verità è che alcuni di questi personaggi volevano approfittare della forza di attrazione che un anno e mezzo fa esercitava Salvini, proponendo un candidato non di primo livello per riprendersi un potere che si era solo interrotto nei due anni della giunta Messinese. I fatti dimostrano che il patto civico regge e la consapevolezza di vivere una fase cruciale e decisiva per il futuro della città fa da collante».
– Qual è lo stato dell'arte in ambito sanitario-ospedaliero?
«La pandemia ha messo in luce le varie criticità, frutto di scelte politiche errate e finalizzate al raggiungimento di un potere politico ai danni degli interessi della collettività. Abbiamo cercato, per quanto ci compete, di contenere gli effetti negativi di questa emergenza, ringraziando la maggior parte dei cittadini, dimostratasi responsabile e all'altezza della situazione. Purtroppo fanno più notizia i comportamenti negativi di una minoranza che distorce l'immagine della città».
– Rifiuti e decoro urbano?
«Prima di noi, la Tekra ha fatto quello che ha voluto e, attraverso i servizi aggiuntivi, ci è costata un sacco di soldi, mentre la città era sommersa da montagne di rifiuti e versava in una condizione assolutamente inaccettabile ed offensiva per la dignità umana. Sappiamo che la situazione è ancora critica, ma niente di paragonabile con quella di prima e senza aver speso le somme del passato. Sono fiducioso sulla nuova gara».
– Servizio idrico?
«Trovo paradossale che la città che vanta forse il peggior servizio idrico dell'intera nazione, abbia le tariffe più care. Il gestore ha realizzato grandi profitti e in un drammatico momento storico come quello attuale, non ha sentito manco il dovere di alleggerire le bollette, con l’aggravante di una gestione inefficiente oltre che vessatoria, per la quale torno a chiedere una sensibile riduzione delle tariffe, nonché all'Ati di rivedere gli accordi precedentemente stabiliti».
– Eni?
«L'Eni è una presenza che non puoi ignorare e con cui devi saper dialogare. Il nuovo corso avviato, basato sulla raffineria green e su numerosi nuovi progetti, come quelli di Argo e Cassiopea, conferma il ruolo di centralità del sito gelese. Dobbiamo essere capaci di difendere gli interessi del territorio evitando ulteriori delusioni ai gelesi. La città, infatti, ha vissuto la fase di deindustrializzazione, come una mancanza di attenzione e mostra segni di insofferenza e sfiducia verso tutte le istituzioni».
– Portualità?
«Il 2021 potrebbe essere davvero essere l'anno concreto della svolta. Stiamo seguendo passo dopo passo l'iter, in stretto contatto con il Provveditore alle opere pubbliche Iavolella e l’assessore regionale alle infrastrutture Falcone. In attesa dell'approvazione del progetto definitivo, abbiamo concentrato la nostra attenzione su altri aspetti. Per quanto riguarda il dragaggio del porto rifugio siamo in attesa del parere del ministero dell'Ambiente, che ha acquisito quello dell'Ispra lo scorso 3 dicembre. Nelle more, stiamo bonificando e mettendo in sicurezza l'area nei pressi del moto pontone “Trinacria”, per la quale abbiamo chiesto la concessione al demanio e abbiamo pronto un progetto di riqualificazione».
– Museo del mare e Torre di Manfria?
Il “Museo del mare” è il giusto riconoscimento alle potenzialità ed alla storia della nostra città e sono sicuro che la sua realizzazione rappresenterà un valido strumento per rilanciare quel turismo che oggi ancora langue. I lavori sono iniziati e sarà la location perfetta per la mostra di Ulisse che ospiteremo in primavera. Il Presidente Musumeci e l'assessore regionale Falcone sono venuti personalmente a Gela per confrontarsi con la Soprintendente Vullo e il direttore del parco archeologico Gattuso. L'attenzione, quindi, è massima. Per quanto riguarda la “Torre di Manfria”, andiamo avanti con l'idea dell'acquisizione. Per quel sito abbiamo progetti importanti di messa in sicurezza, riqualificazione, illuminazione e tanto altro. Non sappiamo ancora se con acquisto diretto o tramite diritto di prelazione, ma non ci fermiamo e confidiamo nella vicinanza, nell'aiuto e nelle donazioni di aziende, imprese e cittadini.
– Patto per il sud e Agenda urbana?
«Due occasioni che non potevamo perdere. Relativamente al Patto per il sud, abbiamo inaugurato tre cantieri, un paio di progetti li stiamo portando in gara e stiamo recuperando un poker di progetti per i quali siamo in attesa del decreto di finanziamento da parte della regione. Va avanti l’iter del lungomare e della rotonda dello svincolo Manfria-Roccazzelle. Altri progetti, infine, stanno per andare in gara attraverso la piattaforma Asmel, finanziati con le compensazioni minerarie. Venendo ad Agenda Urbana, penso che sia stato fatto un lavoro incredibile, con avvisi pubblici emessi per oltre 20 milioni di euro. Citarli tutti in questa sede sarebbe impossibile, ma sono progetti davvero importanti e destinati, una volta completati, a stravolgere in positivo il volto della città nei prossimi anni».
– Sul parco agrofotovoltaico (ex “ciliegino”)?
Il progetto “ciliegino”, che doveva dar vita al parco agro-fotovoltaico più grande d'Europa, ha causato l’esproprio e lo sbancamento di un’area immensa di 250 ettari circa, più o meno 7 anni fa. Il Comune, pur con una iniziale partecipazione minima, è rimasto l’unico a non potersi tirare indietro di fronte ad ex proprietari mai pagati, a fideiussioni sospette e ad investitori che erano tali solo sulla carta. Abbiamo messo mano ad un progetto che passa attraverso un accordo con i proprietari delle terre espropriate e l'emanazione di un bando internazionale. La sfida è impegnativa, ma con l'approvazione dell'atto di indirizzo della scorsa settimana abbiamo dimostrato di essere sulla giusta strada».
– Riorganizzazione Ghelas?
«Mi pare sufficiente ricordare che quando ci siamo insediati la “Ghelas multiservizi” era una sorta di carrozzone sul quale pendeva una richiesta di messa in liquidazione da parte dell'ex amministratore. Noi non solo l'abbiamo salvata, l'abbiamo anche rilanciata e quest'anno finalmente chiuderà in attivo, tanto che ci permette di pensare di poterle affidare nuovi compiti».
– Perché conserva ancora la delega all’Ambiente e, soprattutto, si riserva il settimo assessorato per l’ingresso di nuove forze politiche?
«Il servizio della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti è uno di quelli attorno al quale ruotano grandi interessi di qualsiasi tipo, non sempre leciti. L'aver mantenuto il controllo e la gestione di un settore così delicato, al momento, penso sia la soluzione più saggia e più corretta per il bene di Gela. Circa l'ingresso di altre forze politiche, ho sempre dichiarato la mia disponibilità a dialogare con tutti quelli che condividono e non ostacolano il mio programma».
– Considerato il periodo, cosa augura alla città?
«Vivere questo Natale con una certa sobrietà, cogliendone il vero e profondo significato, basato sulla pace e sull'amore. Penso sia il minimo evitare comportamenti che finiscono per colpire gli altri, specie i più deboli. Che possa essere, dunque, un Natale sereno, da vivere con una autentica riflessione interiore così da far riacquistare a questa sacra ricorrenza il suo originario valore».