Sarà il caldo di questo scampolo di fine estate, sarà un certo nervosismo che comincia ad affiorare nell’approssimarsi della sentenza del Tar sul ricorso della Lega, o anche l’appetito di poltrone scatenatosi nella maturazione dei tempi per poter impinguare la giunta con altri due assessori; fatto sta che in aula consiliare non si riesce a lavorare – ammesso che questo potrà mai accadere – con un minimo senso di collaborazione tra le opposte fazioni.
Qualche irrequietezza, invero, si è registrata anche nei banchi della maggioranza, al punto che per qualche giorno e fino a quando gli interessati non hanno chiarito la loro posizione, qualcuno ha pensato che si stesse aprendo una prima crepa nella coalizione che sostiene il sindaco Greco.
E’ dovuto intervenire il consigliere Diego Iaglietti (nella foto), eletto nella lista “Una nuova idea” in quota al movimento “Gela città normale”. «Ho ritenuto corretto approdare al gruppo misto e tengo a chiarire – prosegue Iaglietti – che quella del gruppo “Gela Città Normale”, espressa nella nota inviata ai media, è stata una posizione critica, non polemica».
E' una tarda estate gelese molto calda e non ci riferiamo solo alle condizioni meteorologiche. E' al clima politico cui alludiamo, in particolare, a tratti persino rovente. Continuano, invero, i ripetuti “botta e risposta” tra amministrazione e le opposizioni. Autentici fendenti. Stilettate che non disdegnano di sconfinare anche sul “personale”. Insomma, gli esponenti delle due fazioni non se le mandano a dire. A mezzo stampa, in radio e tv, nei social, oltre che nelle sedi istituzionali.
E proprio il civico consesso, per citare l'episodio più eclatante, è diventato letterale terreno di scontro nella seduta del question-time di martedì sera, dove il sindaco Lucio Greco, con tutta evidenza, non è voluto mancare. Una sfilza di interrogazioni in cui le opposizioni hanno messo alle strette primo cittadino e assessori.
Ma sulla vicenda Caltaqua a seguito dell'interrogazione a firma dei due consiglieri di “Avanti Gela”, Scerra e Pellegrino, si è raggiunto l'apice.
Stizzita la risposta del sindaco che non aspettava altro, non avendo risposto mediaticamente agli strali lanciati dagli stessi due consiglieri nelle cronache giornalistiche antecedenti. Una sorta di ostilità bellica tra “guelfi e ghibellini in salsa gelese”, in guerra a partire dal giorno del ricorso al Tar.
Diversi rumors, peraltro, danno la maggioranza in fermento per i due posti assessoriali di cui, secondo la nuova normativa, il sindaco potrebbe decidere facoltativamente di avvalersi. I più maliziosi legherebbero queste difficoltà, ad esempio, alla fuoriuscita dal gruppo consiliare “Una Buona Idea” di Diego Iaglietti, (nella foto) che però è di ben altro avviso: «purtroppo – ammette il consigliere Iaglietti – sono sorte delle incomprensioni tra il movimento “Una Buona Idea” ed il gruppo “Gela Città Normale” che aveva incluso me ed alcuni suoi candidati nella lista che mi ha visto poi eletto assieme a Davide Sincero e Rosario Faraci.
A fronte di ciò, lealmente a chi mi ha sostenuto elettoralmente, ho ritenuto corretto approdare al gruppo misto. Ci tengo a chiarire però – prosegue Iaglietti – che quella del gruppo “Gela Città Normale”, espressa nella nota inviata ai media, è stata una posizione “critica”, non “polemica”. Abbiamo solo rilevato che qualcosa non stava andando nel verso giusto, senza additare per questo presunti responsabili, in un lasso di tempo così breve.
Solo più avanti, sarà ovvio per tutti e non solo per noi tracciare un primo bilancio e magari eliminare, laddove dovessero persistere, eventuali criticità. Per cui – precisa il consigliere comunale – nessun contrasto col sindaco, vicesindaco o giunta, né tanto meno con i mie due ex colleghi di gruppo da cui resto legato da una stima che gli stessi mi confermano essere reciproca. L'impegno, pertanto, rimane quello di continuare, benché dal gruppo misto, a lavorare all'insegna della “politica del fare”, nella maggioranza a sostegno di questo governo cittadino affinché – conclude Iaglietti – Gela diventi, per l'appunto, una città normale».