Alla fine ha vinto il movimento "No Tav".
Non quello che a Gela ha lottato contro l'installazione del parco eolico offshore, ma quello che ha chiesto, preteso e alla fine ottenuto la testa di Tavecchio. L'ormai ex presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio ha rassegnato le proprie dimissioni.
Non una scelta voluta, ci mancherebbe. E' stato "invitato" ad andare via. Nessuno gli ha rinnovato la fiducia, a partire dal Coni fino alla Lega Nazionale Dilettanti. Lui, secondo tutti, il principale colpevole del fallimento azzurro. Più di Ventura, con il quale il rapporto si è incrinato nelle ultime settimane. «L'unica cosa che ho sbagliato in questi anni è stata non esonerare Ventura al termine del primo tempo della gara di Milano».
Frase poco carina, a dire il vero, visto che l'ex tecnico del Torino è stato fortemente voluto dallo stesso Tavecchio, come gli ha ricordato qualcuno in conferenza stampa.
Tavecchio che non è stato mai amato dal popolo italiano. Dalle frasi sessiste a quelle razziste, oltre alla stessa scelta di prendere Ventura dopo Conte. Ma qualcosa di positivo nella sua gestione c'è stata: su tutti il Var.
Tavecchio e Ventura. Saltano dunque le due facce della mancata qualificazione. Ma chi c'è dietro continuerà ad operare. I consiglieri federali, il presidente dell'Assoallenatori Ulivieri e via discorrendo.
Ma chi mettere al posto Tavecchio?
Serve un "governo" tecnico. Certo, magari con risultati migliori rispetto a quanto fatto da Monti per sollevare il Bel Paese. I nomi che circolano sono tanti: da Lippi a Maldini, passando per Tommasi, Albertini, Baggio. Profili che avrebbero una credibilità internazionale decisamente maggiore rispetto al buon Tavecchio. Viva l'ipotesi Abodi. Per quanto riguarda il ruolo di allenatore resta in standby il nome di Ancelotti.
E' chiaro che il futuro Ct vorrà prima conoscere i piani e i progetti del nuovo presidente federale. Se ne parlerà a metà dicembre. Prima sarà scelto un Commissario. Si fa il nome dell'ex arbitro Pierluigi Collina (nella foto).