Quattro decenni di intensa attività pubblicistica riassunti in 300 pagine. Questo in sintesi il volume Girovagando tra cronache ed eventi, quarant'anni di giornalismo, ultima fatica letteraria di don Giuseppe Costa (nella foto).
Don Bosco, le corrispondenze americane, i Viaggi, i Giovani, la Sicilia, i Mass media, sono i 6 capitoli che costituiscono la pubblicazione, stampata con i caratteri della Nemapress Edizioni. Un compendio che ci restituisce quasi integralmente (nel volume mancano i numerosissimi articoli scritti per il Bollettino Salesiano) la corposa attività giornalistica del sacerdote salesiano, le tante corrispondenze dall'estero del “periodo americano”, ma anche le esperienze formative, l'insegnamento, l'impegno editoriale che hanno fatto e fanno di don Costa un vero maestro della Comunicazione.
D'altronde è lo stesso don Giuseppe che nella prefazione autobiografica scrive: “Scrivere o far scrivere è stato per anni il mio lavoro da giornalista e da editore”; una frase che ci indica quale sia stato l'approccio con una “professione” che ha esercitato con straordinaria passione ed è divenuta una parte essenziale della sua vocazione, del suo essere salesiano. Non a caso il primo capitolo del volume è dedicato proprio a don Giovanni Bosco, che ha ispirato tutta la sua vita di religioso e di comunicatore.
Così dopo essersi fatto “le ossa” in molteplici esperienze di assoluto livello don Costa nel 1991 è approdato negli Stati Uniti dove presso la Marquette University dei Gesuiti a Milwaukee – la più antica scuola di giornalismo cattolico in America – ha prima “imparato” e poi insegnato l'arte non facile del comunicare attraverso i mass media, in diverse università americane.
Naturalmente, l'esperienza oltreoceano ci indica pure come don Giuseppe abbia viaggiato in lungo e in largo un po' in tutti i continenti, abbia conosciuto tanti straordinari personaggi, e sia stato spesso promotore di iniziative culturali importanti che lo hanno visto protagonista (e artefice) di rassegne, mostre, convegni.
Ma è pure interessante constatare come egli nei suoi articoli abbia scritto non solo di religione o didattica della comunicazione, ma pure di politica, sociologia, arte, scienze, costume e società, e sempre con sobrietà e competenza, segno di una profonda conoscenza delle cose del mondo e di una illimitata cultura che mi porta a ricordare il gesuita Angelo Arpa quando diceva: “Ho tanto studiato nella mia vita, che non so neppure io sin dove arriva la mia conoscenza”.
Ma se qui ora sarebbe impossibile riassumere la molteplicità delle attività di don Costa, gli incarichi, i riconoscimenti (citiamo per tutti la nomina nel 2016 di Cavaliere al Merito della Repubblica da parte del Presidente Sergio Mattarella), certo non viene difficile identificare quali fra queste esperienze sia stata la più importante, non solo come momento di riconoscimento professionale e di prestigio, ma anche per l'efficace riscontro che egli ha saputo dare alla fiducia concessagli.
Ci riferiamo all'impegno assunto nel 2007 come nuovo direttore della Libreria Editrice Vaticana. Una formidabile esperienza che per due lustri lo ha visto impegnato su tutti i fronti al servizio di 2 pontefici che egli ha bene conosciuto, essendo stato appunto il loro editore, e cioè papa Benedetto XVI e papa Francesco.
Con Don Costa la LEV nei 10 anni del suo alacre e instancabile impegno è cresciuta in maniera esponenziale in tutto il mondo, e nella qualità delle proposte editoriali, ma anche nei profitti che ne hanno rimpinguato le casse e la dinamicità finanziaria; un impulso che ha fatto pure da traino a tutta l'editoria religiosa di quegli anni.
I capitoli del libro che don Costa dedica ai giovani e alla Sicilia, sono naturalmente fra quelli che gli stanno particolarmente a cuore, e perché i giovani sono l'essenza del carisma salesiano, e perché la Sicilia è la sua terra d'origine (siciliano di Gela). Ed è proprio nell' “isola del sole” che tutto ha inizio, nel 1976, con il suo primo giornale Intervento giovani, fondato con l'aiuto del giornalista Alfio Spadaro de La Sicilia, quando egli era responsabile a Catania dell'oratorio di Via Teatro Greco. Sarebbe poi arrivata l'iscrizione all'Albo dei Giornalisti nel 1980, e poi venute le importanti collaborazioni con Avvenire, con l'Osservatore Romano, con la direzione del Bollettino Salesiano dal 1982 al 1991. Ed ancora le altre innumerevoli esperienze editoriali con la SEI, la LDC, etc.
Nella sua nota autobiografica don Costa dice di avere scritto questo libro non senza un pizzico di narcisismo. Può darsi, ma anche se così fosse questo peccato veniale potremmo perdonarglielo, dato che Girovagando fra cronache ed eventi, quarant'anni di giornalismo è un saggio prezioso, robusto, fecondo, per ciò che dona e può donare come insegnamento di alto valore professionale e pedagogico a tutti coloro che si occupano di comunicazione.
In tal senso mi sembra pure interessante riportare la riflessione con la quale il salesiano chiude il libro: “Al di là delle soddisfazioni derivanti da un mestiere ricco ed innovatore, essere editore di stampa giovanile significa instaurare relazioni intime e profonde, significa inventare luoghi felici, significa contribuire a far leggere, a nobilitare e rendere più piacevole la vita”.
Una autentica dichiarazione d'amore la sua, non solo nei riguardi della “professione”, ma anche una pragmatica testimonianza della sua concezione cristiana del vivere, elaborata come momento di crescita, di sviluppo, di nuove vie da percorrere, di nuovi traguardi da conquistare.