Tornano le province, votano sindaci e consiglieri 

Tornano le province, votano sindaci e consiglieri 

Dopo 11 anni dalla loro soppressione, voluta dal presidente della Regione siciliana dell'epoca, Rosario Crocetta, e a 10 anni dalla loro sostituzione con i «Liberi Consorzi comunali», sempre commissariati, tornano le province in Sicilia anche se rivedute e corrette dalla Legge Delrio (Aree Vaste), e per le città maggiori (Palermo, Catania e Messina) i Consigli Metropolitani presieduti dai loro sindaci.

Le elezioni non saranno dirette ma di secondo livello e si svolgeranno domenica 27 aprile dalle 8 alle 22. 

Di secondo livello significa che gli elettori non saranno i cittadini ma i sindaci e i consiglieri comunali attualmente in carica nei vari comuni del territorio provinciale.

Insomma, sindaci e consiglieri saranno elettori ed eleggibili.

In questa tipologia di elezione non verrà rispettata la regola del voto «uno vale uno». Il voto di un consigliere di Gela o di Caltanissetta infatti vale più del voto di un consigliere di Niscemi o di Butera perché chi lo esprime rappresenta una popolazione più numerosa. E tuttavia, per impedire che tale vantaggio possa avere un peso eccessivo sugli altri, il legislatore ha posto limiti e condizioni dando vita al cosiddetto voto ponderato. 

Ciascun elettore (sindaco o consigliere comunale) infatti esprime un voto che viene reso più equilibrato sulla base di un indice, il cosiddetto “indice di ponderazione” che è determinato dal rapporto tra la popolazione provinciale e quella del proprio comune, senza però superare i limiti percentuali per fasce di appartenenza fissati dalla legge. 

L'eccedenza va a favore dei comuni minori.

Sono candidabili e quindi eleggibili i sindaci della provincia il cui mandato scade non prima di 18 mesi dalla data delle elezioni del proprio rinnovo.

Non possono votare ne' essere candidati  gli assessori perché queste figure amministrative risultano incaricate su nomina e non elette dai cittadini. 

Il nuovo consiglio provinciale (che ha funzioni di controllo) è composto dal presidente della provincia e da un numero di consiglieri che varia in base alla popolazione residente: 16 consiglieri, se la popolazione della provincia è superiore a 700.000 abitanti; 12 consiglieri, se la popolazione è compresa tra 300.000 e 700.000 abitanti; 10 consiglieri, se la popolazione è inferiore a 300.000 abitanti.

Nel caso della provincia di Caltanissetta (270 mila abitanti) si procederà dunque all'elezione del presidente e di 10 consiglieri provinciali. 

Risulterà eletto Presidente del libero Consorzio comunale il candidato che avrà riportato il maggior numero di voti, calcolato con i criteri di ponderazione.

A parità di voti è proclamato eletto il candidato più anziano di età.

I seggi del consiglio vanno assegnati con il metodo D'Hondt. Gli eletti manterranno il doppio incarico.

Liste e candidature devono essere presentate entro domenica, 7 Aprile.

Data la portata regionale del voto, le forze politiche sono mobilitate per confermare alleanze organiche ma anche per stipulare patti estemporanei con liste civiche e movimenti capaci di garantire ogni minimo vantaggio rispetto agli avversari.  Pd e M5s cercano di realizzare a sinistra quell'accordo saltato alle ultime regionali e in provincia di Caltanissetta schierano, come candidato a presidente, Terenziano Di Stefano, sindaco di Gela.

Una candidatura dalla quale dem e pentastellati si aspettano un successo pieno, vista anche la divisione che regna fra gli avversari. Il centrodestra infatti appare diviso su due nomi: quello di Walter Tesauro, sindaco del capoluogo nisseno, sostenuto da Forza Italia, e quello di Massimiliano Conti, sindaco di Niscemi, voluto da Fratelli d’Italia, Lega, DC e Noi Moderati.