Il popolo italiano ha votato per eleggere il nuovo Parlamento e, come di temeva, gli elettori hanno stabilito con grande chiarezza che il Paese è in piena confusione:
nessuna coalizione ha raggiunto la maggioranza, e il “rosatellum bis”, con cui si è votato, ha dimostrato di essere una legge fatta male, incostituzionale e antidemocratica.
Fino al 23 marzo, giorno in cui i nuovi parlamentari tenteranno di nominare i Presidenti di Camera e Senato, non vale la pena di ascoltare i telegiornali: dicono e diranno sempre le stesse cose, i resti del Pd che non faranno inciuci, Salvini in attesa dell’incarico, Di Maio che attende al varco tutti gli altri. Bazzecole mediatiche senza alcuna utilità.
La Sicilia, come le altre regioni meridionali, ha fatto prevalere i Cinquestelle, e questo mi ha sollevato non poco dopo quattro mesi di preoccupazioni. Sì, perché a novembre, dopo la vittoria di Musumeci alle Regionali, il geometricchio Cancelleri aveva sentenziato che i voti del centrodestra erano i voti degli apparati corrotti e collusi con la mafia. Ora che i grillini hanno stravinto, è evidente che non era così, a meno che la mafia abbia dato indicazioni di votare in massa i penta stellati.
Altra bufala degli opinionisti è che il Sud abbia premiato i Cinquestelle perché i meridionali aspirano al reddito di cittadinanza. Ma quando mai? Chi può pensare che un cittadino del 2018 si faccia abbindolare dall’eventualità di un reddito mensile da mille a milleseicento euro, quando invece nella nostra regione il lavoro c’è in abbondanza e non si trova chi lo svolge? Solo malelingue. La verità è che finalmente i siciliani, che hanno subìto per anni il malgoverno, hanno deciso di cambiare, di dare fiducia a chi sicuramente ha le dovute competenze per portare l’isola fuori dal pantano.
Peccato che il geometricchio Cancelleri, capo supremo dei grillini siculi, non l’abbia capito, e si sia lasciato andare a dichiarazioni (“Musumeci mi fa schifo”) che dimostrano senz’altro la statura morale e politica del personaggio (che nel frattempo ha inviato a Roma per la seconda volta la sorella Azzurra).
Chi spicca il volo (per la terza volta) a Roma è invece Daniela Cardinale, che ha subito iniziato a togliersi i sassolini (e i macigni) dalle scarpe annunciando vendette nei confronti dei circoli Pd che non hanno fatto campagna elettorale. Del resto – come ha detto – ha lavorato per dieci anni per il territorio, e ha lasciato tracce ben precise del suo impegno. Da notizie non confermate sembra che i Carabinieri del Ros e la Polizia scientifica abbiano iniziato accurate indagini per riscontrare le “tracce” della presenza della Cardinale sul territorio.
Conti da chiudere, a quanto pare, anche tra i salviniani, dopo che il sancataldese Alessandro Pagano, ex Pdl, ex Ncd e oggi leghista, ha ristaccato il biglietto per Roma. Quindi ancora lotte per comandare o per vendicarsi, mentre il popolo bue continua a soffrire e attende il miracolo del reddito di cittadinanza per guadagnare senza lavorare (o magari lavorando poco) e con retribuzione minima di nove euro l’ora, quasi che fossimo in Germania (cit. programma M5S).
Attendiamo quindi il 23 marzo, poi attendiamo il nuovo governo (se si riuscirà a comporre una maggioranza decente), per il quale si prevedono tempi lunghi. E saranno tempi lunghi per Gela, per gli operai della Turco Costruzioni in sciopero, per la bioraffineria da completare, per ottenere i soldi necessari per far partire l’Area di crisi complessa.
Tutto fermo, gente, sono i tempi della politica. Che non coincidono con i tempi della gente, degli operai, dei disoccupati, delle imprese. Possiamo indignarci, protestare, manifestare, ma i tempi non si riducono. Aspettando il reddito di cittadinanza, che porterà felicità in tutte le case.