Lo stop dei Revisori al bilancio comunale

Lo stop dei Revisori al bilancio comunale

Il parere negativo del collegio dei revisori sul bilancio di previsione proposto dall'amministrazione comunale retta dal sindaco, Lucio Greco, poggia su diverse motivazioni sostanziali e tutt'altro che campate in aria.

E' quanto si desume dalla lettura delle 50 pagine del documento redatto e sottoscritto dai revisori Santo Ferrarello, Fanino Pappalardo e Giuseppe Cambria. 

E' opportuno segnalare da subito che per l'organo preposto al controllo contabile degli atti comunali, «è del tutto evidente che la situazione economica e finanziaria non è delle migliori», a fronte della quale si rendono necessarie alcune «misure correttive» suggerite dall’organo di revisione al fine di «ridurre l’indebitamento, aumentare la capacità di riscossione, arginare le passività latenti e avere spazi di finanza pubblica necessari al rispetto dell’equilibrio finanziario».

Senza un documento contabile che contenga queste misure, «rimarrebbe solo il ricorso alle procedure straordinarie previste dal Tuel». Quindi è ancora possibile intervenire prima che la situazione precipiti del tutto. 

Il collegio non cita il “deficit strutturale” anche perché, in violazione della normativa che obbliga l’amministrazione proponente ad allegarlo al bilancio di previsione, non è stato tramesso il documento contenente la tabella relativa ai parametri di deficitarietà strutturale prevista dalle disposizioni vigenti.

E’ bene ricordare che per poter parlare di “dissesto”, ovvero delle varianti del “predissesto” e/o del “dissesto guidato”, il presupposto ineludibile è che sia in essere una situazione di “deficit strutturale” dell’ente comunale che, per legge, si riscontra quanto non vengono rispettati già il 50%, cioè 5 u 10, dei parametri fissati dal decreto ministeriale 8 febbraio 2013. 

Tanti, per non dire troppi, elencati in ben 25 punti, i documenti non forniti al collegio e che non gli hanno permesso di operare diverse, fondamentali, verifiche in merito non solo al quadro tecnico-contabile complessivo, ma anche ad ogni singolo titolo di entrate e spese in relazione ai quali peraltro, i revisori hanno riscontrato varie “sovrastime” e “sottostime”, facendo ricorso ad un’analisi comparativa con i precedenti documenti contabili e di programmazione (bilancio, rendiconto, dup, passati), nonché a controlli a campione effettuati. 

Ad esempio sulle Royalties, in merito al quale è in corso un’indagine della Guardia di finanza su mandato della Procura, i revisori precisano che sull’utilizzo dei proventi non è possibile evincerne la correttezza nella nota integrativa al bilancio e che, nonostante esplicita richiesta formulata dal collegio, l’ente comunale non ha prodotto apposita relazione. In sede di verifica, il collegio rileva che le entrate derivanti dalle royalties sono iscritte in parte al titolo III ed in parte al titolo IV senza specificare il perché nella nota integrativa.

Infine, rileva che «risulta applicato al bilancio avanzo provenienti dal gettito delle royalties la cui destinazione, dalla descrizione dei capitoli, non sembrerebbe in linea con i vincoli di destinazione previsti dalla normativa»

Per quanto riguarda, per fare un altro esempio eclatante, il saldo di cassa di 40 milioni, la cui attendibilità è stata rivendicata settimane addietro dal dirigente Alberto Depetro, recentemente dimessosi, i revisori sostengono che «gli stanziamenti di cassa comprendono previsioni di riscossioni e pagamenti in conto competenza ed in conto residui, non elaborate tenendo conto dei presumibili ritardi nella riscossione e nei pagamenti delle obbligazioni già esigibili».

Soprattutto, l’organo di revisione ha verificato che «la previsione di cassa relativa all’entrata sia stata calcolata non tenendo conto del trend della riscossione nonché di quanto accantonato al Fondo crediti di dubbia esigibilità (Fcde) di competenza ed in sede di rendiconto per le relative entrate».

Sul “Fcde”, poi, i revisori osservano che una sottostima dello stesso «determina un capacità di spesa virtuale, che l’ente di fatto non ha» e si “diffida” l’ente ad una sua «corretta quantificazione prima dell’approvazione del rendiconto 2021», perché espone l’ente ad una situazione di squilibrio finanziario.

Fortissime perplessità sono state espresse anche sull’indebitamento, specie quello derivante dal contenzioso dai quali scaturiscono tutta una mole di debiti fuori bilancio che il collegio ha calcolato ammontare ad oltre 22 milioni di euro, a cui vanno aggiunti gli oltre 20 milioni di debito nei confronti dell’ex Ato rifiuti, a seguito di sentenza.

Senza dimenticare, infine, che per i revisori sull’equilibrio finale di bilancio (cd. “pareggio”), ballano oltre 2 milioni di cui non è stata rinvenuta specifica evidenza nella nota integrativa e di cui, pertanto «non si ha riscontro».