Dopo tre anni e mezzo di sovraesposizione del sindaco Lucio Greco che, sul piano della comunicazione politica, non ha fatto mancare la sua presenza quotidiana nei media, la palla a breve passerà di fatto al consiglio comunale.
Un passaggio importante, fondamentale per il proseguo del mandato; un passaggio concreto, non di plastica, perché sia che si tratti di sfiduci”, sia che si tratti di predissesto, a deliberare in entrambi i casi è chiamato il civico consesso.
I riflettori, dunque, saranno puntati nei giorni a seguire, sui consiglieri comunali mentre si pongono il quesito: sfiducia o predissesto? Il parere negativo dei revisori è una spada di Damocle che pende sul bilancio ed induce tanti a sostenere scetticamente che il consiglio comunale non lo approverà con il permanere di questo parere contrario.
La preoccupazione nei consiglieri comunali c’è e non può essere nascosta, anche perché ad accrescerla è la concomitante indagine sulla destinazione delle royalties, nonché la pesante situazione debitoria dell’ente che sembra trasparire (specie tra maxi debito ex Ato rifiuti e l’oceano di debiti fuori bilancio), senza dimenticare l’assenza di un assessore al ramo.
Non giova, d’altra parte, un primo cittadino che nell’intento di rassicurare i consiglieri anticipa loro che il dirigente Depetro fornirà tutti i chiarimenti ed eventuali correttivi ai revisori, mentre al contempo definisce cialtroni chi ipotizza o parla di mozione di sfiducia, senza peraltro capire che sta dando del cialtrone in primis al legislatore che ha puntualmente previsto uno strumento democratico, del resto presente i quasi tutti gli ordinamenti giuridici evoluti. Intanto, il dirigente del settore non preannuncia alcun correttivo e semmai smentisce la linea interpretativa dei revisori, facendo leva sulla invidiabile liquidità di cassa che il bilancio può vantare e che permetterebbe di affrontare le criticità esistenti.
Anche sulla destinazione delle royalties nella spesa corrente, il dott. Depetro evidenzia come non ci sia una norma che vieti espressamente di farlo. Non è dunque un caso che il sindaco a quel punto abbia deciso di virare verso l’Anac per chiedere un parere “terzo” sulla vicenda, nel tentativo di tranquillizzare i consiglieri.
Non ultima è, poi, la riflessione sulle conseguenze di una mozione di sfiducia ovvero sulle conseguenze di una dichiarazione di predissesto (con tanto di piano di riequilibrio prospettato). Anzi, a nostro avviso è questa la vera questione dirimente. Il consigliere comunale, in quanto politico, ha infatti nel dna l’istinto ad interrogarsi su una ricandidatura e quindi a come arrivarci.
E ciò riguarda anche gli alleati del sindaco, non solo i consiglieri delle minoranze consiliari che procedono spediti verso la presentazione della mozione e per la quale “manca poco”, secondo quanto ci ha confidato un consigliere d’opposizione.
Insomma, appurata la naturale riluttanza del consigliere comunale a considerare l’ipotesi di una non approvazione del bilancio, con scioglimento del consiglio comunale, mentre sindaco e giunta rimarrebbero in carica, il dilemma dei consiglieri è in buona sostanza il seguente: è più utile una mozione di sfiducia che manda tutti a casa, azzera alleanze e magari permette di andare al voto nella primavera 2023, ma col rischio che nelle more il commissario straordinario rilevi il “default” e dichiari il tanto temuto dissesto?
Oppure è preferibile ripianare di concerto con l’amministrazione il riequilibrio finanziario, con sacrifici programmati lungo gli anni, deliberando un predissesto che consenta di andare alle urne a scadenza naturale e cioè, nella primavera del 2024, pur consapevoli che le formule che saranno proposte agli elettori non rifletteranno minimamente quelle presenti nel civico consesso comunale uscente? Non sappiamo se questione di giorni o di pochi mesi, ma l’impressione nitida è che i cittadini non dovranno aspettare molto per saperlo.