Superato lo scoglio del regolamento sul trasporto dei disabili, il sindaco Lucio Greco tira per un attimo un sospiro di sollievo.
Costretto dapprima a calmare gli animi degli alleati civici, inferociti contro l'assessore forzista Nadia Gnoffo, richiedendo di propria iniziativa, o facendo finta secondo i più maliziosi, la convocazione della fino a ieri sconosciuta “commissione H”, ha poi dovuto gettare acqua sul fuoco ardente, alimentato dalla altrettanto veemente reazione di Forza Italia, pronta a mollare l’alleanza di governo in caso di non approvazione del regolamento, schierandosi apertamente e compatta – senza se e senza ma – con il proprio assessore.
Alla domanda che fine ha fatto il tanto discusso parere della commissione H, posta dalla consigliere Virginia Farruggia durante la seduta, il primo cittadino ha spiegato in aula consiliare che ha indirizzato al direttore del distretto sanitario la richiesta di convocazione della commissione, ipotizzando una data imminente. Ma dal distretto è pervenuta una comunicazione che evidenziava la presenza di problemi ostativi per quella data, rinviando la convocazione in attesa di un'ulteriore comunicazione che la fissasse, mai arrivata a palazzo di città.
Intanto le forze di opposizione preparano la mozione di sfiducia, indispettite per il lassismo del sindaco sul bilancio. Un lassismo che viene percepito dalle minoranze per i seguenti motivi: la questione non risolta e trascinata per tutto il mandato del maxi debito verso l’ex Ato rifiuti in liquidazione, a cui si aggiunge la marea di debiti fuori bilancio, benché ereditati dalle precedenti esperienze amministrative; la mancata sostituzione dell’assessore al ramo dimissionario da mesi; la flebile reazione del primo cittadino alla notizia dell’inchiesta sulla destinazione in bilancio della royalties; il sostanziale mutismo dello stesso innanzi al parere negativo dei revisori.
Il sospetto, cioè, è che al sindaco non dispiaccia affatto la mancata approvazione del bilancio per il doppio beneficio che ne trarrebbe a distanza un anno/un anno e mezzo dalle amministrative: da un lato, infatti, scaricherebbe la responsabilità della mancata approvazione del bilancio tutta sul consiglio comunale; dall’altro si gioverebbe del conseguente scioglimento del consiglio mentre lui resterebbe in carica, preparandosi la campagna elettorale per il resto del mandato.
Non a caso il sindaco è intervenuto nel merito attraverso un nota inviata ai media: la non approvazione del bilancio, afferma Lucio Greco, «sarebbe un suicidio collettivo in cui le vere vittime sarebbero i gelesi, soprattutto i più poveri, gli indifesi, gli ultimi. Invece, per loro, ho lavorato e continuo a lavorare.
Per evitare altri disastri finanziari causati da quei debiti che, accumulati come dimostreremo con un dossier, dalle amministrazioni Crocetta, Fasulo e Messinese, rischiano di affondare Gela proprio nel delicatissimo momento iniziale di un rilancio economico puntato su cultura e accoglienza.
Non voglio essere – ha proseguito – un uomo solo al comando. Per questo, voglio innanzitutto rassicurare il Consiglio comunale: il dirigente del settore bilancio, su richiesta mia e del segretario generale, ha ricevuto quattro giorni fa la richiesta di fornire al collegio dei revisori, chiarimenti sui punti non chiari e soprattutto di indicare correttivi».
Chiarimenti che i revisori a loro volta saranno chiamati a fornire alla commissione consiliare al bilancio presieduta dal consigliere d’opposizione Pierpaolo Grisanti (FdI) che li ha convocati in audizione.
Si vocifera che per legge la mozione di sfiducia deve essere presentata entro dicembre, cioè prima degli ultimi 18 mesi di mandato. Va doverosamente osservato che non è così. La legge dispone che il sindaco non può essere sfiduciato negli ultimi 180 giorni (6 mesi, non 18 mesi) di mandato.
La sfiducia entro la fine dell’anno non è, dunque, un obbligo legislativo, ma una (importante) questione di opportunità politica.
Sfiduciare un sindaco ad un anno di distanza dalla scadenza naturale o addirittura poco prima dell’ultimo semestre, difficilmente verrebbe compreso dall’elettore e, soprattutto, si andrebbe alle elezioni comunque nella primavera del 2014: cioè a quella che sarebbe la scadenza naturale.
Sfiduciare il sindaco entro la fine di quest’anno, invece, significa dare la possibilità temporale al commissario straordinario di approvare (anche se in esercizio provvisorio) il bilancio in tempo (febbraio/aprile 2103) evitando preferibilmente la dichiarazione di dissesto finanziario, per andare ad elezioni nella primavera del prossimo anno (2013).
In altri termini, si concentrerebbe l’antipatica gestione commissariale straordinaria alla sola approvazione del bilancio e si tornerebbe alle urne nell’arco di un semestre, al primo turno elettorale utile.
Ma attenzione, l’opposizione può preparare la mozione di sfiducia, ma per approvarla (non prima di 10 giorni e non oltre 30 giorni dalla sua presentazione motivata) occorre il 60%, ossia 15 consiglieri, per cui da sola non ce la fa. Insomma, l’auspicio delle minoranze è che qualche forza politica della pseudo maggioranza, abbandoni la nave e si assuma l’iniziativa della sfiducia.
L’opposizione, infatti, nell’assumere l’iniziativa di presentazione della mozione di sfiducia, deciderebbe di andare incontro, fra le diverse possibilità, ad una eventualità molto rischiosa e cioè quella di ricompattare l’alleanza pro Greco la quale, sebbene non sia una vera maggioranza assoluta, ha i numeri per evitare l’approvazione della mozione.
L’opposizione farebbe così un clamoroso buco nell’acqua, con pesanti ripercussioni negative nell’opinione pubblica.