Alla quinta seduta utile e dopo quattro ore di dibattito, lunedì 24 ottobre il tormentato regolamento per il trasporto dei disabili è stato favorevolmente esitato, con 11 sì, 2 astenuti ed 1 No.
Un regolamento che per le lotte intestine all’alleanza a sostegno del sindaco, Lucio Greco, è diventato il pomo della discordia e, cronologicamente, il primo campo di battaglia nella resa dei conti post elettorale.
A dimostrazione del grande interesse maturato sulla vicenda, in 21 (su 24 consiglieri) hanno inizialmente risposto all’appello, alla presenza del primo cittadino e dell’intera giunta. In platea oltre ai disabili e famigliari, si sono intravisti diversi esponenti delle forze consiliari, in particolare i forzisti che si sono stretti attorno al proprio assessore ai servizi sociali, Nadia Gnoffo, affiancata dalla dirigente al ramo, dott.sa Maria Morinello.
Proprio quest’ultima, ripetutamente sollecitata dai consiglieri comunali, ha chiarito che sulla base del “regolamento del 2018”, il Comune non eroga il servizio, mentre eroga invece il rimborso spese. In pratica l’utente o con mezzo proprio o avvalendosi di un privato, rendiconta le spese sostenute al settore servizi sociali che, previa istruttoria, eroga il rimborso.
Prima del 2018, si procedeva con i buoni servizio (voucher) che l’ente anticipava all’utente, il quale li utilizzava per acquistare la prestazione, scegliendo autonomamente e liberamente a quale soggetto rivolgersi, tra quelli selezionati dall’ente comunale ed accreditati in un apposito albo. Il regolamento del 2018 ha espressamente vietato tale procedura.
Nei vari interventi, i proponenti hanno spiegato che l’emendamento che ha rappresentato il vero pomo della discordia, era motivato dalla circostanza che vedeva con questo nuovo regolamento disciplinare solo il trasporto dei disabili ai centri di riabilitazione, mentre si lasciava che il trasporto dei disabili a scuola rimanesse disciplinato dal vecchio regolamento.
Perplessità sull’emendamento sono state espresse innanzitutto dalla segretaria generale, dott.ssa Loredana Patti, nella parte dell’atto in cui si prevedeva che si poteva ricorrere alle altre modalità di affidamento solo qualora la gara ad evidenza pubblica andava deserta, ovvero nelle more che la gara si espletasse.
La dott.ssa Patti ha eccepito la non conformità alla normativa nazionale e regionale che non prevede la preferenza di una modalità rispetto alle altre, rilevando in ciò altresì la manifestazione concreta di un indirizzo politico, non appropriata in sede regolamentare caratterizzata invece dai canoni di astrattezza e generalità.
Dal canto suo, la dirigente Morinello ha espresso parere negativo sulla gara unica, suggerendo due gare distinte in aderenza alle diverse tipologie dei due servizi di trasporto.
Ne è venuto fuori un compromesso pastrocchio. La “ratio” dell’emendamento era quello di accorpare nello stesso contesto regolamentare il trasporto ai centri di riabilitazione e quello alla scuola prevedendo a tale scopo una gara unica, per poi prevedere due gare differenti, con discipline che alla fine risulteranno differenti (ciò che si voleva evitare).
Inoltre, la proposta di regolamento elaborata dalla coppia Gnoffo-Morinello, elencava una serie di modalità di affidamento del servizio, previste dal codice nazionale del terzo settore, integrata da specifica normativa regionale: cioè, convenzione con enti in possesso dei requisiti richiesti; ovvero accreditamento di soggetti a cui l’utente liberamente si rivolge; ovvero ancora convenzione direttamente con i centri di riabilitazione; infine, contributo comunale sostitutivo.
Sicché, per servizi obbligatori ma a domanda individuale, sostanzialmente privi di rilevanza economica, l’emendamento ha aggiunto, assegnandole pari dignità alle modalità sopra elencate, la gara ad evidenza pubblica (non una, anzi due) che si richiama invece al codice degli appalti che, per ragioni di trasparenza, selezioni competitive e libera concorrenza, predilige la gara pubblica a qualsiasi altra.