Quelle del 25 settembre prossimo saranno le prime elezioni politiche successive alla riforma costituzionale che ha drasticamente ridotto il numero dei parlamentari a 600 (400 alla Camera e 200 al Senato).
Le porte di Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama, dunque, si sono ristrette per tutti. D’altra parte, però, raramente come in questa occasione, per quel che ci riguarda da vicino, le elezioni politiche presentano un quadro di candidature, specie ai collegi uninominali, che suggeriscono al cittadino elettore di esprimersi con un voto che potremmo definire “responsabile” e che va oltre il perimetro del mero campanilismo.
Al collegio uninominale di Gela, per la Camera, è candidato per il “Terzo polo” l’avvocato gelese, Emanuele Maganuco (nella foto con altri candidati), che ha aperto la campagna elettorale mercoledì con Faraone, Migliore e Ventura. Per sua natura, il collegio uninominale esprime un solo seggio che tocca al candidato che ottiene più voti, anche uno solo voto in più degli altri, a prescindere se la lista/coalizione di appartenenza abbia superato o meno lo sbarramento a livello nazionale.
Chi vince, insomma, ottiene il seggio. Maganuco appartiene alla comunità degli elettori del collegio e proviene da Gela, centro più grosso e che per tale ragione dà il nome allo stesso collegio: non è solo il candidato del suo partito, ma anche di Gela e del suo collegio, in quest’ultimo caso accanto due possibili opzioni alternative.
Una è Dedalo Pignatone, sancataldese che tenta il bis con il Movimento 5 stelle. E’ deputato uscente pentastellato, trascinato dalla valanga elettorale grillina di 5 anni fa. L’altra è la giovane candidata del centrosinistra, Martina Riggi, anche lei sancataldese, segretaria cittadina del Pd, per l’appunto, a San Cataldo.
L’avversaria scomoda è la candidata della coalizione di centrodestra, Michela Brambilla. Animalista lombarda, berlusconiana, nulla a che vedere con il territorio, catapultata con paracadute nel collegio di Gela dal suo partito, a cui è toccato la scelta del nome all’interno della coalizione.
Il discorso è identico al Senato, dove è stata candidata dal centrodestra al collegio uninominale di Gela, ritenuto un collegio blindato, la milanese Stefania Craxi, figlia del celebre leader del Psi, Bettino Craxi. Nessun legame col territorio, a differenza del gelese, senatore uscente, Pietro Lorefice, del Movimento 5 stelle. C’è anche la già vicesindaco di Caltanissetta, Marina Castiglione, candidata del Pd anche al collegio nisseno per l’Ars.
Lorefice, altresì, è candidato al collegio plurinominale collegato a quello di Gela, nella Sicilia occidentale, dietro la gelese, deputato Ars uscente, Ketty Damante a sua volta immediatamente alle spalle dell’ex magistrato nisseno Scarpinato. In assenza di voto disgiunto, il voto all’uninominale si estende al plurinominale e viceversa: proverbialmente, due piccioni con una fava. Scarpinato è anche capolista nel collegio calabrese, ritenuto blindato: dovesse scattargli questo seggio, quello della Sicilia occidentale andrebbe per scorrimento della lista alla gelese Damante.