L’occasione perduta del sindaco civico

L’occasione perduta del sindaco civico

Riapro il cassetto dei ricordi per una breve carrellata su un impegno che mi ha visto attivo negli ultimi dodici anni, e sugli esponenti politici che, nel bene e nel male, ho incrociato insieme ai compagni di battaglia.

Come “Progetto Provincia” abbiamo raccolto oltre 18.000 firme per potere presentare all’Assemblea Regionale Siciliana il primo (in assoluto) disegno di legge popolare per la decima provincia siciliana, quella di Gela.

Il sindaco dell’epoca, Crocetta, sull’argomento era latitante: non ci riceveva, non ci aiutava, promise uno stanziamento di diecimila euro per uno studio economico sociale sul nuovo Ente (da commissionare a Nomisma) ma preferì stanziare parecchie decine di migliaia di euro in favore di associazioni farlocche a lui vicine che gli potessero portare voti (tranquilli, il reato è ormai prescritto).

Il disegno di legge sulla Provincia di Gela non fu neanche discusso all’Ars, dove il “democratico” Antonello Cracolici lo liquidò dichiarando che “non conosceva la normativa” e che “comunque le province erano in via di abolizione”, quindi non c’era di che discutere.

Poi Crocetta, divenuto Presidente della Regione, annunciò l’abolizione delle province (nella famosa trasmissione di Giletti) e i deputati regionali iniziarono a sfornare leggi e leggine sui “liberi” consorzi (che erano solo un cambio di denominazione, ma permettevano variazioni territoriali). Su queste variazioni si è buttato il Csag (Comitato per lo sviluppo dell’area gelese), puntando sull’adesione all’Area Metropolitana di Catania, e raggiungendo il risultato grazie a due delibere di due diversi consigli comunali e ad un referendum confermativo svoltosi il 13 luglio 2014. Ma da allora nulla è cambiato: cambiano gli esponenti politici, cambiano i deputati regionali, ma tutto rimane fermo.

Devo riconoscere che sia Angelo Fasulo (soprattutto) che Domenico Messinese, sindaci della città, hanno supportato il Csag nella battaglia. Battaglia che ci ha portato oggi ad avere presentato un primo ricorso al Tar contro le elezioni degli organi provinciali. C’è un nuovo ricorso da presentare per bloccare la delibera di giunta regionale che fissa la data al 19 aprile prossimo. Il Csag, col sacrificio economico dei suoi aderenti, lo ha presentato. Ma darebbe più forza la presentazione di un ricorso al Tar anche da parte dell’Amministrazione comunale, che in tal modo dimostrerebbe di difendere la città ed i cittadini in modo democratico.

Tra l’altro Lucio Greco, attuale sindaco “civico” ha inserito questa battaglia, unico tra i candidati, nel proprio programma elettorale.
E invece ancora una volta “si babbìa”, si prende tempo, ci sono titubanze, si convocano vertici di maggioranza inutili per valutare azioni che non avrebbero bisogno di alcuna discussione (visto che sono nel programma elettorale). E infine si decide, da parte dell’amministrazione comunale,”di dare supporto (morale) all’azione del Csag”, ma di non presentare ricorso al Tar.

Greco sta perdendo un’ottima occasione: quella di ergersi a baluardo della difesa di Gela contro la solita politica gattopardesca siciliane, quella di dimostrare cosa veramente significhi essere un sindaco “civico”, che difende e supporta la città e i cittadini, senza titubanze, senza paura, senza arretrare di un millimetro.

E invece mi dispiace assistere ai dubbi di un sindaco un po0 meno “civico” ma molto “politico” (terreno in cui evidentemente è molto preparato). Lo capisco, per carità: la coalizione ha anime diverse (né il Pd né il forzista Mancuso vedono bene la migrazione a Catania), i rapporti col “pinocchietto etneo” Musumeci sono già abbastanza tesi, c’è poi da pensare ai futuri scenari politici e a nuove cariche possibili.

Però rimanere alla finestra, per Greco, resta comunque un’occasione persa, la rinuncia ad una ribalta regionale (e perché no, nazionale) per dimostrare che non si può calpestare la democrazia, che non si può calpestare il volere dei cittadini, che chi siede negli scranni palermitani non può fare il bello e il cattivo tempo in base alla propria convenienza.
Peccato: veramente un’occasione perduta.