Siciliani Verso la Costituente si avvia a celebrare il congresso per la fondazione di un partito siciliano che realizzi una forza non più asservita agli interessi nazionali che si traducono storicamente negli interessi di una sola parte della Nazione divenuta nel tempo ricca, lasciando povera la restante parte, privata persino delle sue forze migliorii.
La data è il 15 e 16 febbraio 2020, il luogo è Palermo, Astoria Palace Hotel. Si discuterà di Sicilia, di risorse depredate o semplicemente ignorate, di quelle minerarie, naturali, ambientali, geo-economiche, storiche, culturali. Di grandi potenzialità che confliggono con le difficoltà nelle quali è costretta a vivere gran parte dei suoi abitanti. Ci si confronterà sull’inarrestabile fuga di giovani da un’Isola che potrebbe essere felice e non lo è, di imprese che arrancano tra mille difficoltà, eppure eroiche per l’assenza di infrastrutture e di servizi, per la onnipresenza di una classe politica figlia di una visione rinunciataria, subordinata, di retroguardia, non in grado, anche per limiti di sistema, a svolgere i compiti che è chiamata a svolgere, certamente non in grado di fungere da guida.
Le migliori dotazioni infrastrutturali e dei servizi sono concentrate nelle regioni settentrionali della Nazione e anche i futuri investimenti riguarderanno quelle aree. Una situazione che alimenta un differenziale economico ormai abissale tanto da potersi definire due paesi differenti, caratterizzati da un gap che si manifesta in tutti i settori della vita nazionale. Suscita indignazione e rabbia un debito pubblico sempre più alto che ha nella costruzione delle infrastrutture la causa prima, un debito che pesa equamente su tutto il territorio nazionale, ma non altrettanto equamente è ripartita la dotazione di opere fondamentali per lo sviluppo. Si perpetuano inesorabili i vizi storici post unitari quando divennero comuni i debiti delle regioni (quelle meridionali erano in attivo) e comune l’oro del banco di Sicilia e del Banco di Napoli.
La straordinarietà dello Statuto, la durissima lotta per ottenerlo, il suo inserimento nella Costituzione italiana, l’occultamento della memoria storica, l’azione costante dello Stato che agisce per svuotare lo Statuto siciliano dei contenuti più significativi con la complicità politica isolana grazie a partiti da sempre nord diretti.
Sono questi alcuni dei fattori che più convincono che non solo occorre recuperare l’identità di popolo della nostra terra, ma che l’unica salvezza è ormai quella di costruire una forza politica siciliana che non c’è mai stata, liberata e libera dai condizionamenti della partitocrazia nazionale nella quale anche uomini di buona volontà e pur motivati ad agire per la Sicilia, hanno finito per essere irretiti in logiche diverse, dove ai siciliani e ai meridionali è riservato un ruolo di subalternità politica.
In questo quadro l’attuazione dello Statuto siciliano, tanto sbandierato, ma sempre più vituperato e sostanzialmente mai attuato, sarà la battaglia principale del nuovo partito dei siciliani. Nello Statuto ci sono le risorse e la chiave per la rinascita e il primo degli obiettivi sarà il ripristino dell’Alta Corte.
Siciliani Verso la Costituente rappresenta il tentativo più determinato, attento e paziente, per unire i siciliani in un grande partito capace di attingere dai siciliani la sua forza e la sua legittimazione. Un partito per costruire una classe dirigente di siciliani fortemente radicati nel territorio, motivati a portare avanti le istanze della propria gente a tutti i livelli istituzionali. Donne e uomini culturalmente e professionalmente attrezzati a sostenere le lotte dei propri territori attingendo nell’antica identità siciliana, che è il nerbo più solido ed efficace per ridare futuro e dignità alla Sicilia
Pensare alla nostra città e al nostro territorio significa allargare la visione ai problemi che vive l’intera Sicilia, perché è ormai provato che avere deputati regionali, deputati e senatori della Repubblica, non restituiscono valore aggiunto al territorio se costoro non sono in grado di incidere nelle decisioni che contano perché intruppati in un meccanismo decisorio che non li comprende e che ha obiettivi estranei agli interessi siciliani e tanto più locali e di chi li ha votati.
Gli eletti, si sa, non sono più scelti dagli elettori, tanto meno dai siciliani, ma a Milano e a Roma dalle segreterie dei partiti. Non è questione di capacità individuali (che pur esse sono fondamentali), ma di meccanismi formativi degeneri della classe politica nazionale, tanto che ormai sono preferiti gli obbedienti ai competenti.
E’ su questi meccanismi che il nuovo partito intende incidere, perseguendo l’obiettivo di una grande riforma della Regione Siciliana che dovrà riguardare gli assetti istituzionali, la ripartizione amministrativa, la struttura burocratica, i meccanismi decisionali, dovrà agire con determinazione perché si realizzi una legge elettorale che non penalizzi la nostra Regione e che riconosca l’autonomia statutaria. Per far questo occorrono donne e uomini liberi che sappiano mettere la Sicilia in cima alle loro azioni e che i siciliani diano loro la forza per farlo.
E’ è a loro che ci rivolgiamo, a coloro che hanno compreso, a coloro che hanno smesso di credere nella politica e che hanno smesso di recarsi alle urne. Intendiamo combattere l’indifferenza della classe politica che non perde occasione per umiliare le comunità locali come è accaduto ai cittadini di Gela, di Piazza armerina, di Niscemi e di Licodia Eubea, mortificati nel loro credere nello Stato e nelle sue Leggi, delusi per una volontà democraticamente espressa con una serie di referendum popolari che sono la massima espressione della democrazia eppure rimasti ignorati dalle istituzioni rette da una classe politica deludente.