«Scusaci Loris». La città riflette sulla tragica fine del piccolo Rodoti

«Scusaci Loris». La città riflette sulla tragica fine del piccolo Rodoti

Scusaci Loris. Scusaci perchè noi adulti non abbiamo saputo difendere te e i bimbi come te dai pericoli della strada.

Non abbiamo saputo garantirvi un'infanzia serena ed oggi celebriamo con i tuoi funerali anche la sconfitta dello Stato, delle classi dirigenti che si sono succedute alla guida di questa città ridotta in condizioni di trascuratezza e di abbandono.

Questo in estrema sintesi il pesante «esame di coscienza» che aleggiava tra la gente commossa e addolorata nella chiesa stracolma e nel sagrato della parrocchia di San Sebastiano a Settefarine dopo la coraggiosa, forte omelia del parroco, don Daniele Centorbi" pronunciata durante le esequie al piccolo Loris Rodoti, il ragazzino di 9 anni deceduto dopo un calvario di quaranta giorni che l'ha portato da un ospedale all'altro della Sicilia nel vano tentativo di curarlo dalle ferite riportate in un incidente stradale avvenuto a fine gennaio in via Settefarine. 

Queste le esatte parole pronunciate dal sacerdote durante la cerimonia funebre alla presenza di oltre duemila persone: “Oggi, caro Loris, dobbiamo chiederti scusa. Non solo a te, ma a tanti bimbi come te. Dobbiamo chiederti scusa perché tutto questo accade ad un prezzo caro, che tu hai dovuto pagare.

Tante cose ai nostri occhi rimangono incomprensibili ed ingiuste. Una fra tutte è questo rito che stiamo celebrando per te e con te. Alla tua età, di norma, sono previsti tempi di spensieratezza e di vivacità, spazi di gioia e di crescita. E invece celebriamo tutt’altro!

Scusaci Loris se come adulti non abbiamo saputo consegnarti e forse non riusciremo a consegnare alle generazioni future un mondo migliore, un mondo a misura di bambino. Non riusciamo a comprendere che a chi è come voi appartiene il Regno dei cieli, che siamo chiamati a costruire mattone dopo mattone già da ora.

E, allora, scusaci Loris se non ti abbiamo consegnato un mondo in cui si rispettano le regole, un mondo che si prende cura dei piccoli, dei deboli e dei bisognosi, un mondo lacerato tra burocrazie artificiose, menefreghismi e scarsa responsabilità, un mondo che dovrebbe vivere di amore, gentilezza, fratellanza, pace e carità”.

Per l'amministrazione comunale era presente l'assessore allo sport e alle politiche giovanili, Peppe Di Cristina. «Abbiamo condiviso l'omelia di don Daniele – ha dichiarato Di Cristina – perchè ci richiama tutti a un senso di responsabilità che abbiamo il dovere di portare avanti. Questo è un momento triste per l'intera città, come amministrazione e come concittadini siamo vicini alla famiglia e viviamo tutti il suo dramma. Un dramma che è di Gela perchè resta orfana di un bambino di 9 anni. Fatti come questo non dovrebbero assolutamente succedere. Ci rammarica e ci rattrista, tutti». 

Così domenica pomeriggio, nel lutto cittadino, Gela ha dato il suo addio a questo ragazzino che si allenava con la "Virtus Gela Calcio" di Dino Lancianese e che sognava di diventare calciatore, di giocare nella sua squadra del cuore, la Juventus, con il numero 7 sulle spalle. 

«Loris – ci dice Lancianese – era un fenomeno, un ragazzino eccezionale nella vita e nello sport. Aveva un tiro fortissimo, era un attaccante nato con un gran futuro professionale davanti a sé. Spesso lo facevo giocare con i più grandi per fargli fare esperienza e lui se la cavava brillantemente. Era ancora più bravo di suo fratello Gabriele, più grande di lui, che già è giudicato eccellente. Loris ci mancherà tantissimo. Lo piangiamo tutti. Una perdita incolmabile». 

I compagni di squadra, in divisa rosso-azzurra e uno striscione retto a mano ("che il vento possa portarti il nostro abbraccio") gli fanno da picchetto d'onore, come i ragazzi dell'oratorio che portano un pallone con le loro firme e la maglia con la scritta "Loris Vive".  Decine di persone portano le magliette con il volto di Loris e con alle spalle la scritta: Sorridi, brilla e illumina tutto il paradiso. Ti amiamo Piccolo Loris.

Quando il folto corteo funebre, con la bara bianca portata a spalla, è arrivato davanti alla chiesa di San Sebastiano, ha deviato verso la scuola frequentata dal bambino, l'istituto comprensivo Don Bosco, dove ad attenderlo c'erano la preside, Rosalba Marchisciana, e le maestre, mentre vicino al cancello campeggiava la scritta a firma di mamme e alunni: "Così ti vogliamo ricordare! Ci piace immaginare che tu ci sei, sarai per sempre qui". I suoi compagni di scuola, invece, hanno allestito una sorta di lavagna di cartone con attaccate le loro lettere per Loris.

Dopo la cerimonia funebre, all'esterno della chiesa, Salvatore Rodoti, il fratello gemello, attende Loris in sella alla loro moto da minicross, oggetto di sogni e di divertimenti. Fumogeni bianco-azzurri dei tifosi del Gela e poi palloncini con gli stessi colori per salutare l'ultimo viaggio verso il cimitero di contrada Farello, passando da quell'incrocio dove per un attimo di distrazione, forse per la velocità eccessiva di una Lancia Y avvenne il dramma. 

Loris e un suo amico erano nelle rispettive biciclette e stavano tornando a casa dopo l'allenamento di calcio quando vennero travolti da una automobile con a bordo due fidanzati. Fu lui ad avere la peggio. Portato con l'elisoccorso a Catania, per un mese rimane ricoverato al policlinico, poi tornò a casa ma in preda a crisi respiratorie fu costretto a continui inutili controlli al pronto soccorso dell'ospedale di Gela.

Infine il trasferimento al Civico-Di Cristina di Palermo dove cessò di vivere l'8 di  marzo. Adesso i magistrati di due procure, quella di Palermo e quella di Gela, indagano per accertare le cause e le responsabilità di questa assurda via crucis che finora vede 17 persone iscritte nel registro degli indagati tra conducente dell'auto investitrice e medici di tre ospedali siciliani: Gela, Catania e Palermo.

Qui si cerca di correre ai ripari. Il sindaco, Terenziano Di Stefano ha comunicato che «dalla Regione è stato promesso un primo finanziamento di 150 mila euro grazie al quale dovrebbero iniziare presto i lavori di allestimento di quattro o cinque "passaggi pedonali rialzati" in zone varie della città, con la funzione di dissuasori di velocità. La prossima settimana e' previsto un sopralluogo per elaborare un piano operativo di interventi a Settefarine nei settori del verde pubblico, illuminazione e di segnaletica stradale». 

Forse qualcosa si muove. Ma è troppo poco e troppo tardi. Scusaci Loris ...!