Indecisione e attendismo, il peso del ricorso su partiti e movimenti

Indecisione e attendismo, il peso del ricorso su partiti e movimenti

A distanza di un anno dalla mozione di sfiducia all’ex sindaco Messinese, il panorama partitico gelese ha subito profonde modificazioni fino a risultare, passando attraverso le amministrative di aprile, quasi stravolto.

La Lega ha raddoppiato la propria presenza in consiglio comunale e si sono rivelate parimenti vincenti mosse come quella di rinunciare al simbolo (vedi FI, Pd, Sicilia Futura e Diventerà Bellissima che hanno visto eletti propri candidati i consiglio) ovvero al contrario quella di riproporlo con fierezza e rinnovata fiducia (vedi FdI e Udc rientrati dalla porta principale).

Altri ancora sono stati ridimensionati (vedi M5S che da 4 consiglieri uscenti sono passati ad una sola esponente in consiglio) o inglobati (vedi "Reset 4.0/Energie per l'Italia" entrato in Forza Italia). In tanti si chiedono che fine abbiano fatto alcuni tra i principali sponsor della sfiducia.

E’ il caso della deputata forzista, fedelissima berlusconiana, Giusy Bartolozzi (nella foto), nelle cui intenzioni c'era la candidatura a sindaco di Totò Scerra per poi arretrare davanti allo stop del deputato regionale e coordinatore provinciale del partito, Mancuso. Ne è derivata una fuoriuscita dei consiglieri azzurri uscenti Scerra, Napolitano e Cavallo.

Oggi Forza Italia è rappresentata in consiglio dall'ex segretario Pd, Carlo Romano e dall'ex capogruppo di Energie per l'Italia, Luigi Di Dio ed ha un riferimento in giunta nell'assessore Nadia Gnoffo, quest'ultima vicina a Mancuso e rimasta anche nella veste di commissario del partito nella zona sud della provincia.

Lo stesso ex deputato regionale e presidente della provincia, Pino Federico, sembra essersi definitivamente messo alle spalle l’'esperienza forzista e, secondo forti indiscrezioni, pare aver aperto un dialogo con la Lega. Altri rumors danno un canale aperto con il partito di Salvini anche dall’ex candidato a sindaco Maurizio Melfa.

Oltre a Federico, ad aver fatto un passo indietro a favore della candidatura a sindaco di Spata è stato altresì l'esponente di "Noi con l'Italia/Cantiere Popolare", Vincenzo Cirignotta che, sulla scorta dell'esito elettorale che ha premiato invece il segretario cittadino dell'Udc e neo consigliere comunale Totò Incardona, ha recentemente confermato la presa di distanze dal partito biancoscudato, confermando l’appartenenza all’area centrista vicina a Saverio Romano.

Già privo della componente renziana, il Pd locale si divide tra una maggioranza di ex diessini ed una minoranza di ex popolari, ma se i primi sono entrati con i voti in consiglio comunale, ad essere rappresentati in giunta sono solo i secondi.

Sotto questo profilo, a scalpitare sulle nomine assessoriali e di sottogoverno, in quanto non ancora accontentati, ci sono poi anche “Diventerà Bellissima” e “Sicilia Futura”, senza dimenticare il “Popolo della famiglia”. Ma a prevalere in entrambi gli schieramenti è un sostanziale immobilismo, nella prudente attesa del giudizio del Tar a gennaio sul ricorso.