Nella notte tra sabato e domenica scorsi, è venuto a mancare in Piemonte, dove viveva, il sig. Gaetano Collodoro(in foto), gelese trapiantato al nord, da sempre legato alla sua terra d’origine.
Aveva 98 anni e due giorni prima aveva festeggiato quello che sarebbe stato il suo ultimo compleanno.
I lettori si chiederanno perchè il Corriere dedica questa attenzione verso un comune figlio di Gela.
Tre le cifre della sua longeva esistenza: il morboso attaccamento alla sua Gela (nonostante l’età avanzata, fino a qualche anno fa, nelle ricorrenze più importanti s’imbarcava con la sua auto a Genova per raggiungere la Sicilia); il suo continuo informarsi a qualsiasi livello delle vicende cittadine;
l’approccio qualche anno fa, ai social (aveva capito che questo strumento poteva riempire le sue giornate di notizie a tutto campo, dirette e in tempo reale. Questa scoperta lo aveva fatto smettere di continuare ad utilizzare ancora le cartoline illustrate per augurare ad amici e parenti lontani la buona Pasqua, il buon Natale, i buon compleanni.
Non mancava mai di fare una capatina in redazione ogni volta che tornava in città. Noi lo omaggiavamo con una copia gratuita del giornale, cui era affezionato lettore.
Così ricorda sui social il figlio Renato, ristoratore a Torino: «Quando ha compiuto 90 anni, gli abbiamo regalato un tablet. E così ha scoperto Facebook, capendo subito che lo poteva usare virtuosamente. Così si è fatto un sacco di "amici", parenti e conoscenti con cui ha costruito, mantenuto, rinnovato i contatti».
Gaetano Collodoro aveva tanti amici ed estimatori. Una sua intervista anni fa era stata inserita in una tesi di laurea sullo Sbarco a Gela del 1943, di cui era documentatissimo.
Le sue ceneri, dopo la cremazione a Torino, verranno portate e deposte nel cimitero monumentale di Caposoprano, a Gela. Lascia la moglie Concettina e tre figli. Alla famiglia, le condoglianze del Corriere.