Come oramai è ben noto, il “Superbonus” è l’agevolazione fiscale disciplinata dall’articolo 119 del Decreto rilancio 2020, consistente in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020, ai fini della realizzazione di interventi che mirano all’efficienza energetica e al consolidamento statico, ovvero alla riduzione del rischio sismico, degli edifici.
Per effetto delle modifiche ed integrazioni alla disciplina, l’agevolazione si applica ancora nella misura del 110% solo per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022; del 90% per le spese sostenute nell’anno 2023, del 70% per quelle sostenute nell’anno 2024 e del 65% per quelle sostenute nell’anno 2025.
Per i lavori che si sono protratti l'agevolazione continua ad applicarsi nella massima misura se la Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata) risulta essere stata presentata entro il 31 dicembre 2022 e la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori risulta essere stata adottata entro il 18 novembre 2022 (data di entrata in vigore del decreto aiuti-quater).
Concessa, altresì, una deroga di una settimana al principio “ignorantia legis non excusat”, con la delibera assembleare che deve risultare tra il 19 (il giorno successivo all’entrata in vigore del decreto aiuti-quater) ed il 22 novembre 2022 e, dunque, la Cila entro il 25 novembre 2022.
L'argomento è di grande attualità e città come Gela sono fortemente interessate e coinvolte. Dopo aver di fatto stravolto la disciplina del reddito di cittadinanza, in vista della nuova “manovra” il governo Meloni si presta a varare alcune misure che rispondono alla stessa logica dell’austerità e dei tagli che abbiamo visto sul Pnrr e che si estenderebbero anche sul superbonus.
«La nostra proposta di riforma degli incentivi – ci ha chiarito il dirigente regionale della Cgil Sicilia, Ignazio Giudice (nella foto) – vuole interloquire anche con quelle avanzate in queste settimane da diverse forze politiche (dalla Lega a Forza Italia, dai 5 stelle al Pd) e dalla stessa Ance, invitando ad un'inversione di rotta rispetto a quella presa dal Governo che, con il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura di fatto permette, oggi, solo a chi ha già risparmi e liquidità e redditi medio-alti, di beneficiare degli incentivi rimasti sotto forma esclusiva di detrazioni.
Un sistema – ha proseguito il sindacalista gelese – che favorisce i ceti più ricchi, il Nord e non seleziona i beneficiari in termini di priorità né energetiche né sociali. Per la Cgil, invece, c’è bisogno di una politica degli incentivi che garantisca certezza nel medio periodo, sia finanziariamente più sostenibile, ma soprattutto sia più efficace in termini energetici e più giusta socialmente.
Per questo proponiamo di puntare principalmente sullo strumento del trasferimento diretto da parte dello Stato, al posto dello sconto in fattura e della cessione del credito, per una maggiore trasparenza, efficacia e tracciabilità delle risorse pubbliche e anche per evitare tentazioni speculative o ricattatorie – ha concluso Giudice ! da parte del sistema bancario italiano».
In questi giorni un assist importante al Governo Meloni è arrivato da Bruxelles con il Commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, che ha ricordato che il superbonus rientra tra quelle misure straordinarie prese in momenti straordinari - come il covid e la crisi energetica - gradualmente da eliminare, in quanto hanno un costo economico difficile da sostenere nel tempo e, specie nel medio periodo, rendono più difficile la riduzione dell'inflazione.