Maria, madre di Gesù, era nel cuore degli uomini e nella volontà di Dio, prima che l’angelo Gabriele le fosse mandato da Dio per annunciarle l’avvento di Cristo, il Padreterno si facesse carne e venisse ad abitare in mezzo a noi.
In Dio infatti tutto accade in un solo istante. Il signore non era ancora con Lei, e coloro che abitavano sulla collina, dove sarebbe sorta la città greca di Gela, già l’amavano. La devozione verso la Grande Madre, Demetra, cosa altro poteva essere se non amore senza tempo verso la Patrona della città dalle ricche messi?
I poeti antichi cantavano Giove e gli dei dell’Olimpo, raccontavano le loro beghe e le terribili vendette, gelosie, invidie che li facevano assomigliare agli umani, ma la Grande Madre se ne stava lontana dagli intrighi. Di lei non si aveva timore, per lei si nutriva solo amore.
I tiranni di Gela, i Dinomenidi, cercarono di tirarsela dalla loro parte per accrescere il loro potere, ma non scalfirono il rapporto amoroso fra Demetra e il suo popolo.
Sulla grande pianura, ai piedi della collina, costruirono dei santuari dedicati alla Grande Madre, perché tenessero lontani i nemici. Il santuario di Bitalemi è il più ricco e il più antico, area sacra dedicata al culto della dea; è qui che si svolgevano le manifestazioni religiose femminili, pratiche e sacrifici rituali in onore della dea Demetra.
Ubicato nelle vicinanze della foce del fiume Gela, cristianizzato, il santuario è stato meta di processioni e pellegrinaggi di donne gelesi con bambini, che aspirano alla protezione della Grande Madre, Demetra, e della Vergine Maria.
Fra i reperti del santuario, risalenti al VI e V secolo a.C., furono trovate anfore con scene figurate di Menadi a carattere erotico, donne in piena eccitazione estatica, e di Satiri e Sileni al seguito di Dioniso in preda al delirio provocato dall’edera, pianta sacra che, masticata a lungo, induce una sorta di frenesia. E’un ricco campionario dei culti misterici dionisizzati ispirati a Demetra, che testimoniano la piena integrazione dei culti negli anni in cui Eschilo vive a Gela, e il passaggio dal paganesimo al cristianesimo.
Vite parallele, destino comune fra la Grande Madre e Maria di Nazareth? Demetra perde la figlia, Kore, trascinata negli inferi dal dio dell’Ade; la cerca, e la riporta in vita. Risorge grazie allo sconfinato amore materno e alle preghiere della gente. Maria, madre di Gesù, perde il figlio; condannato alla crocifissione sprofonda negli Inferi, e dopo tre giorni risorge.
Tutto avviene come se la Grande Madre avesse un compito da espletare: preparare l’avvento.
Ove così fosse, Gela potrebbe vantare una devozione senza tempo verso la Patrona, oggi amata con il nome di Madonna dell’Alemanna. Le ricche messi che Demetra propizia e la manna che la madre di Gesù promette hanno in comune il dono, il gesto di gratitudine al popolo in compenso della devozione ricevuta.
Ciò che crediamo una stranezza, legata alla “Patrona”, fa parte del disegno di Dio? La devozione alla Grande Madre, Demetra, protettrice di Gela, affonda nella memoria di secoli, precedendo di un millennio il culto mariano introdotto dal cristianesimo.
La distanza temporale mantiene i caratteri fondanti della devozione: la Patrona resta strettamente legata ai doni della terra: le ricche messi nei secoli greci, l’invocazione della “manna”nei secoli cristiani.
Le tradizioni religiose pagane si fondono o sovrappongono quando la religione cristiana si diffonde in molte aree colonizzate dai Greci e in altre culture che subiscono processi di conversione religiosa.
Questo processo di adattamento e reinterpretazione delle tradizioni religiose è una caratteristica della storia delle religioni e delle culture. Il culto della Grande Madre è stato adattato e incorporato nel calendario cristiano, dando origine a riti come la settimana di passione.
Il Venerdì santo, in occasione della Pasqua, l’Addolorata segue Gesù che viene condotto al Calvario per essere crocifisso. E’ una rappresentazione tragica che trae origine dalle cerimonie religiose greche e dal teatro greco: una folla immensa, un silenzio irreale, una commozione appena repressa, gli occhi inumiditi dalle lacrime accompagna la madre di Gesù, creando una atmosfera di tale intensità da coinvolgere anche i non credenti.
L’antropologo Franco La Cleca dice che “Eschilo aveva preferito trasferirsi a Gela proprio perché ivi i misteri erano ancora autentici e molto più sentiti che nella madrepatria greca”. Questi misteri, spiega, rievocano la scomparsa di Kore, sottratta“dal dio della morte e del silenzio, delle tenebre e dell’inverno” alla madre Demetra che, disperata come “una madonna addolorata, vaga nella campagna alla ricerca della figlia”.
Il rito cristiano della settimana di passione a Gela suscita ancora oggi nella stessa stagione dell’anno, una forte partecipazione emotiva che raggiunge l’acme quando “la Madonna Addolorata”, seguita da una folla straripante, si avvia verso la piazza detta del “Calvario”. La festa annuale in onore della Grande Madre si svolge a Gela greca per celebrare il ritorno dagli Inferi di Proserpina, rapita da Ade, dopo la discesa nel mondo dei morti e la resurrezione.
Cambia il genere del risorto, non altro. In occasione della Festa della Patrona dedicata alla Madonna dell’Alemanna, nella prima settimana di settembre, i gelesi – con il cuore colmo di gioia – la venerano ed offrono doni mentre il simulacro percorre le principali arterie cittadine tra ali di folla. Maria è colei che consola e protegge; il popolo le restituisce l’amore, custodendone culto e devozione.
L’anima collettiva di un popolo è qualcosa di ineffabile e misterioso. Non quantificabile, né conoscibile. E’ custodita nel profondo della coscienza e si alimenta di bisogni, smarrimenti, fragilità umani. Come separare la fede per la Grande Madre da quella per Maria di Nazareth? In fondo al pozzo dell’inconoscibile c’è la storia dell’uomo, le ragioni della sua stessa essenza, della sua sopravvivenza alle catastrofi cui è riuscito a scampare.
Non tutto può essere razionalmente spiegato; ciò che non sappiamo si trova nel territorio inesplorato dei Misteri. I Misteri della fede. V’è una domanda, che dobbiamo porci. Chi è la Veneranda Madre, cui i geloi si rivolgono? La divinità pagana, che spariglia l’Olimpo, ma non lo tradisce? La Grande Madre che, insieme a Dioniso, ha dato agli umani, con i culti, la strada per sconfiggere la morte? O Maria di Nazareth, l’avvocata dei peccatori, misericordiosa ed indulgente? O entrambe?
In alcune culture, si è verificato un sincretismo religioso, in cui elementi delle religioni tradizionali sono stati mescolati con il cristianesimo. Questo ha portato alla creazione di pratiche e credenze uniche che combinano elementi delle religioni preesistenti con l'influenza cristiana.
Questa sovrapposizione ha portato all'adozione di alcune tradizioni pagane nelle celebrazioni di San Giovanni Battista. Molte icone e simboli cristiani, come l'immagine di Maria con il bambino, hanno somiglianze con le rappresentazioni delle divinità pagane e delle madri divine in altre religioni. Questo ha facilitato la transizione di antiche credenze nelle nuove pratiche religiose.
In molte parti del mondo, inoltre, i luoghi di culto pagani sono stati riconvertiti in chiese cristiane. Ad esempio, l'antico tempio romano del Pantheon a Roma è stato trasformato in una chiesa cristiana, consentendo la continuità del sito sacro.
Sono solo alcuni esempi, ma dimostrano come le tradizioni religiose e le credenze si siano spesso intrecciate e adattate nel corso della storia, consentendo la continuità di culto tra il mondo pagano e quello cristiano e contribuendo alla diversità delle pratiche religiose in tutto il mondo.
Gela tuttavia costituisce una anomalia: l’amore per la Madre non ha avuto soluzioni di continuità, le tradizioni non hanno subito modifiche significative. Geloi, abitanti di Eraclea, Terranova e Gela hanno mantenuto pressoché intatte le loro cerimonie religiose e le antiche tradizioni.
Le festività in onore della Madonna dell’Alemanna sono state ricche e gioiose, con giochi e luminarie, ad eccezione delle ultime, appena concluse, per le quali si sono spesi alcuni volenterosi privati a causa della scandalosa assenza dell’amministrazione locale.