Una donna gelese di 78 anni è stata costretta a rivolgersi all'ospedale "Guzzardi" di Vittoria per sottoporsi ad un intervento chirurgico per la frattura scomposta dell'omero destro perché, secondo quanto si legge nell'esposto presentato in procura dai familiari della sig.ra Del Fabbro, “mancano medici di Ortopedia, dove dovrebbero essere 8 i medici in organico, ma attualmente sono in 5 a reggere il reparto.
Dei 5, uno è in infortunio, uno in ferie fino al raggiungimento della pensione. Per fare interventi sono necessari almeno due medici ortopedici, ma con le esigenze di reparto (ricoveri, consulenze, turni, ecc.) non è possibile effettuare interventi”.
Un incidente domestico diventa così un calvario: «medici ed infermieri – prosegue l'esposto –- contattano gli ospedali di Caltanissetta, Caltagirone, Vittoria, Piazza Armerina ed Enna”, senza trovare posto. A quel punto sono due le opzioni possibili: “attendere in astanteria fino a che non ci sia disponibilità di un posto in qualche ospedale siciliano, oppure firmare le dimissioni, far salire la signora in preda a dolori atroci in auto e accompagnarla in un altro ospedale, nella speranza di trovare posto”.
La seconda opzione è quella scelta dai famigliari che si recano al nosocomio di Vittoria dove l'anziana signora viene ricoverata ed operata con successo il 17 ottobre, ben 4 giorni dopo la rovinosa caduta e conseguente rottura dell'omero. Con il sopraggiungere di problemi neurologici, la donna è stata dimessa 5 giorni dopo, il 22 ottobre. La sig.ra Del Fabbro “è stata assistita dalle figlie durante tutto il periodo di ricovero, creando gravi disagi alle famiglie ed abbiamo scoperto - sottolinea l'esposto - che altre famiglie gelesi hanno avuto lo stesso problema, ci siamo ritrovati con alcuni di loro nello stesso reparto dell’ospedale vittoriese».
Uno dei quattro famigliari che hanno sottoscritto l'esposto è Filippo Franzone (nella foto), portavoce del Csag, comitato che da anni si batte, fra l'altro, per una sanità migliore in città: “il reparto di Ortopedia di Gela con 16 posti letto, non potendo effettuare interventi, sguarnito di Medici ed infermieri – afferma Franzone nella nota inviata ai media con allegato l’esposto - lavora a ritmo ridotto, rappresentando un costo per il contribuente e la collettività, ma soprattutto non erogando un servizio ad una comunità, quella gelese, troppo spesso spinta alla migrazione sanitaria”.
Una situazione “voluta dalla Regione e – ci risponde Franzone da noi contattato – tollerata dai deputati regionali gelesi Arancio (Pd) e Di Paola (M5S). Tra i grandi centri dell’isola siamo i primi in classifica per le negatività, ultimi per le attivazioni. Le Utin, ad esempio, in tutte le altre città siciliane dove sono previste, sono operative da anni. I primi per differenza tra posti letto assegnati (242) e posti letto effettivi (158), con un deficit di 84 posti letto! L’Uoc di Malattie infettive – conclude - resta tale solo sulla carta, abbiamo perso l’Uoc di Medicina Trasfusionale ed assistito al declassamento della Uoc (unità operativa complessa) di Terapia Intensiva in Uos (unità operativa semplice), nel silenzio più totale”.