Si è tenuta domenica nella zona di Macchitella, la prima edizione –per quanto riguarda Gela – dell’iniziativa “Abbracci gratis”.
A curare l’evento le associazioni Farc, Admo Gela, Associazione Orizzonte diretta da Natale Saluci e Samot, che si occupa dei servizi per la cura alla persona. Come si evince dal nome, tutti i partecipanti si sono prodigati nel dare e ricevere abbracci, un gesto semplice, ma che racchiude un significato molto importante.
Il progetto “Con-tatto – Abbracci gratis” nasce dalle parole dell’attivista politica e scrittrice sordo-cieca americana Helen Keller che affermava: «Noi tutti vedenti e non vedenti, ci differenziamo gli uni dagli altri non per i nostri sensi, ma nell’uso che ne facciamo, nell’immaginazione e nel coraggio con cui cerchiamo la conoscenza al di là dei sensi».
Da queste parole nasce il simbolo della benda che, seppur non permetta di vedere, consente di attivare maggiormente gli altri sensi del corpo e di vivere appieno il momento. La benda, inoltre, è sinonimo di fiducia verso chiunque dato che al giorno d’oggi sono sempre più evidenti nella comunità i pregiudizi.
Un abbraccio è un gesto rivoluzionario, spesso inatteso, ma desiderato e ricercato, che può dare protezione e se accompagnato da un sorriso può fare cambiare radicalmente l’umore durante la giornata. Può essere utile alle madri che danno affetto, ma molto spesso vengono dimenticate, agli anziani che provano un senso di solitudine, ai giovani che hanno timore nell’aprirsi al mondo esterno, ai disoccupati per dare speranza di un futuro migliore, ai cosiddetti “diversi” per non farli sentire tali, ma importanti nonostante le difficoltà, ma anche agli “uguali” che dietro una calma apparente nascondono le proprie fragilità.
Non c’è distinzione di sesso, di colore della pelle, religione o colore politico, in questo gesto si è tutti uguali, ma soprattutto è il modo più bello, onesto e sincero per ritornare ad essere umani. Bisogna volersi abbracciare ovunque senza timore di essere visti o giudicati: in piazza, in strada, al mare, in campagna, in montagna, al centro commerciale o in qualsiasi luogo pubblico. Questo è un gesto che serve per ritornare a capire le cose importanti della vita, mettendo al primo posto se stessi e le proprie qualità non pensando a come si vuole apparire o come gli altri vogliano trasformarci in base alle loro necessità.
«E’ stata una giornata straordinaria – ha commentato Giacomo Giurato, dell’Admo – che ha visto coinvolte intere famiglie, giovani, bambini, anziani, ragazzi e adulti con disabilità. Una giornata di festa in cui tutti cercavano un abbraccio e molti sentivano l’esigenza di essere abbracciati. Una giovane mamma, mi ha confidato che ancora oggi sente il profumo degli abbracci ricevuti. L’ evento – continua – si è svolto in contemporanea nel nord Italia, nello specifico a Piazza Bra e a Verona. Queste, sono giornate che restano impresse nella mente. Buon abbraccio e buona vita a tutti!».