Immaginare un’altra Gela/Parte seconda

Immaginare un’altra Gela/Parte seconda

Avviata ai primi di ottobre con la riflessione di Giuseppe Clementino (“Gela città aperta, idee e nuovi progetti”), l’analisi su come immaginiamo la nostra città si è sviluppata con il contributo (parte prima e seconda) dell’architetto Francesco Salinitro, esperto di pianificazione urbana ed ex assessore comunale di Gela all’Urbanistica e alla Cultura.


Il dibattito sarà arricchito nel prossimo numero con l’intervento di Sebastiano Abbenante e resta aperto per quanti vorranno dare il loro contributo di idee

 Sono obiettivi cui tendere quelli descritti nella prima parte di questo intervento, alcuni di essi non sono accantonabili per chi sarà chiamato ad occuparsene. A costui sarà richiesto spirito di abnegazione. E’ richiesta consapevolezza del fatto che “l’esercizio del potere può inebriare, può far perdere il senso del servizio e acquisire il senso del dominio” come ha ammonito di recente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Aggiungo che l’esercizio del potere può far deviare verso interessi personali e questa è la deriva più pericolosa dalla quale un Sindaco e la sua squadra devono rifuggire.

Occorrono uomini capaci di unire e di operare senza eccessivi individualismi, in un equilibrio costante tra consapevolezza dei propri limiti e fiducia nelle proprie capacità, capaci di lavorare in gruppo e di rispettare i ruoli, coscienti della propria non indispensabilità, ma anche che la comunione d’intendi e la confluenza delle azioni individuali sullo stesso obiettivo può rivelarsi decisiva per la trasformazione positiva cui la nostra città aspira da troppo tempo, ma troppe volte delusa.

Le forze politiche e sociali che si confronteranno nel corso della prossima campagna elettorale proporranno ricette e soluzioni per la città, ma ci sono obiettivi che occorre considerare comuni e irrinunciabili. Si tratta del funzionamento della macchina comunale, dello sviluppo culturale e identitario cittadino e del Senso Civico, delle iniziative per un lavoro immediato, delle azioni che favoriscano le bonifiche, dell’attenzione da porre nei confronti del Governo regionale perché non si perdano i fondi del patto per la Sicilia, dell’avvio dell’iter di elaborazione e di approvazione della Variante generale di Prg.

Prima fra tutti, quindi, l’attenzione alla riorganizzazione della struttura organizzativa comunale, la sola che può consentire alla politica di realizzare i propri programmi, tenendo conto che Gela ha un organico sotto dimensionato e con un eccesso di addetti in funzioni non utili allo svolgimento di attività complesse. La macchina amministrativa è fatta di procedure, di qualità degli addetti e della giusta quantità, della corretta dislocazione funzionale, di risorse economiche e strumentali. Decisivo però per il buon funzionamento del sistema è il “clima organizzativo”. Il buon clima, l’armonia, anziché la caccia alle streghe, in una organizzazione di uomini, è come l’olio in una macchina perfetta. Senza di esso fonde ai primi giri, con un buon olio invece può raggiungere il massimo delle sue possibilità e raggiungere mete impensabili.

Occorre proseguire con il processo di informatizzazione già iniziato per restituire efficacia, efficienza e celerità ai processi autorizzativi. Occorre incentivare la formazione degli addetti e stimolare il loro aggiornamento costante costituendo una dotazione libraria idonea e sufficiente per Settori di competenza.
Occorre creare un ufficio apposito con il compito esclusivo di acquisire e gestire i contributi comunitari, regionali e nazionali, ma soprattutto di seguire il lavoro dei funzionari incaricati affinché non perdano i finanziamenti ottenuti. Occorre riorganizzare l’Ufficio Informatica, settore chiave e in continua evoluzione.

Occorre ricollocare in funzioni particolari quegli addetti che non di rado rimangono inattivi per lunghi periodi: mi riferisco all’impiego di alcune figure in attività di portierato e custodia di edifici pubblici e in aree pubbliche assegnate a terzi, custodia dei locali durante mostre estemporanee di qualsiasi tipo e degli stessi musei qualora si condividesse l’obiettivo di costituirli. Occorre comprendere che nella pubblica amministrazione tutti i settori sono importanti perché dietro ad ognuno di essi ci sono persone, gruppi, professioni, aziende, economie, problematiche sociali che attendono risposte.

Vista la difficile situazione gelese e il trauma immigratorio degli anni sessanta, l’altro obiettivo che considero comune a tutte le forze politiche e sociali della città, riguarda la Cultura. Uno dei modi per affrontarla positivamente potrebbe essere la scelta di una figura non divisiva, in grado di favorire e stimolare il processo di maturazione di una identità comune cittadina attraverso la letteratura, la poesia, l’arte, la scienza e la storia in una visione regionale ed europea, oltre che locale.

Promuovere e realizzare un sistema museale cittadino e un sistema bibliotecario che aiuti la lettura e le manifestazioni letterarie, artistiche e musicali, utilizzando al meglio il patrimonio edilizio esistente, pubblico e privato consapevoli che i reperti e gli oggetti, pur di grande pregio, non parlano da soli e che occorre un grande lavoro esplicativo perché producano i frutti desiderati. A Gela è disponibile molto materiale archeologico, artistico, musicale, librario e collezionistico anche privato che non richiede altro che essere conservato, protetto, valorizzato, esposto e raccontato.
Ma è il lavoro l’assillo più lancinante della nostra città.

Ciascuno di noi deve sentirsi impegnato a cercare soluzioni, a definire progetti e individuare canali immediatamente percorribili e forieri di opportunità immediate di lavoro, lavoro innanzi imprenditoriale che possa coinvolgere altri lavoratori con incentivi e agevolazioni per le fasi di avvio e di consolidamento, in questo contesto occorre provvedere subito agli adempimenti necessari all’avvio del centro di co-working di Macchitella per le imprese e le start-up.

Le visioni strategiche sulla portualità e sull’insediamento di nuove attività produttive nelle aree Asi-Irsap dovranno continuare ad essere perseguite. Senza prospettive di lungo respiro non si vive, ma senza possibilità di lavoro a breve si muore. Gela ha bisogno di lavoro oggi e tutti gli sforzi e le intelligenze dovranno indirizzarsi in questa direzione.

Mi auguro questo dalle forze politiche che si proporranno per la gestione futura della città. E’ il solo modo che abbiamo per affrancare i nostri concittadini da uno stato di bisogno che li rende interlocutori ricattabili e deboli di fronte ad ogni promessa, anche la più umiliante e sgangherata, e per bloccare un esodo che giorno dopo giorno si fa biblico e che potrà distruggerci.

Unione dei Siciliani sta lavorando a questo, e proporrà soluzioni alla città in questa direzione certo che tutti lo facciano allo stesso modo se non meglio consapevoli tutti del momento difficilissimo che la nostra città sta attraversando. Il sindaco che la città sceglierà potrà attingere dall’insieme delle idee in campo per la sua azione amministrativa, perché come ho già scritto nella prima parte di questo intervento, le idee sono di tutti, ma sono soprattutto di chi le realizza.

Le Bonifiche. Quelle sin qui eseguite nelle aree dismesse dell’ex petrolchimico sono insufficienti e rendono indisponibili le aree industriali per l’insediamento di nuove aziende come prevede l’Accordo di programma per le aree di crisi industriale complessa. Ma le bonifiche devono riguardare l’intero territorio, la sua salubrità e la messa in disponibilità e sicurezza terreni per l’Agricoltura, il settore più importante per la sua capacità di assorbimento di mano d’opera, individuando procedure innovative ed efficaci per raggiungere un risultato soddisfacente a salvaguardia della salute.

Un’azione ferma in questa direzione, che deve essere preoccupazione comune, è quella volta ad impedire che si facciano interventi che possano incrementare il livello di inquinamento esistente in una realtà territoriale che ha sofferto per molti decenni di una crisi ambientale fra le più gravi in Europa e che ora dovrà agire per eliminare quanto più possibile le sostanze inquinanti ancora in circolo.

Questo Prg, è arcinoto, non l’ho mai condiviso, soprattutto per l’assenza di una visione prospettica sul futuro della città e del suo territorio in rapporto con le sue notevoli potenzialità di sviluppo economico. Oggi il Prg è operativo, si chiudano gli ultimi adempimenti, ma è necessario, e questo dovrà essere l’impegno della nuova compagine amministrativa, avviare le procedure per una Variante Generale di Piano la cui tempistica di esecuzione non potrà essere breve stante la vecchissima Legge urbanistica siciliana, pur se in presenza della volontà regionale di vararne una nuova.

Naturalmente meriterebbero una trattazione a parte i progetti del Patto per il sud per i quali molti progettisti si sono impegnati in modo encomiabile, la vergognosa e ultra decennale questione del porto rifugio e l’Agenda Urbana con il Comune di Vittoria. Questioni di spazio mi impediscono di proseguire oltre, ma le questioni sono note ed è ovvia la considerazione che, anche questi temi, non attengono a specifiche forze politiche, ma all’interesse generale della città.
(2ª e ultima parte)