L'alba del dopo Messinese avrebbe dovuto essere quella della “quiete dopo la tempesta” e, invece, le prove generali per la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni amministrative, sono già iniziate.
Partiti, movimenti e gruppi politici si incontrano al loro interno e sembrano affiorare le prime ipotesi di trattative parallele, con tanto di candidature. Un groviglio di incontri, pubblici e privati, piuttosto frenetici, in una città che è già in subbuglio pre-elettorale.
Ma cosa decideranno i cittadini gelesi al prossimo appuntamento alle urne? E' la domanda del momento e se la pongono in tanti. I gelesi riproveranno a dare fiducia al “nuovo” o, considerato quello che è successo in questi tre anni, preferiranno riaffidarsi al “vecchio, usato garantito”, nonostante i non eccellenti risultati raggiunti in passato?
La domanda è lecita e la risposta non è così scontata. Gela ha di fatto votato uno sconosciuto a Sindaco, in quanto a capo di un movimento di protesta che puntava dichiaratamente al cambiamento ed ha rinnovato circa tre quarti del consiglio comunale. Eppure, il risultato è stata la prima sfiducia nella storia di Gela, con nuove emergenze che si sono affiancate a preesistenti ed ataviche problematiche.
A giocare d'anticipo ad inizio settimana è stato il Pd, riunitosi all'hotel Sileno. Si vociferava già di un'apertura ad una sorta di partito trasversale che andasse oltre gli schieramenti ma negli interventi non c'è stato manco un accenno in tal senso.
Girano i soliti nomi in quanto a candidature a sindaco e riguardano nuovamente i due ex deputati regionali, Lillo Speziale e Miguel Donegani. Il segretario Peppe Di Cristina ha replicato alle accuse del vicesindaco uscente Simone Siciliano, accusandolo a sua volta di meschine pratiche da "mercinomio messe in atto al fine di far saltare la sfiducia". Accuse poi confermate negli interventi dalla presidente del consiglio Alessandra Ascia e dal consigliere comunale Guido Siragusa. Giuseppe Fava ha ricordato che il Pd è un partito a vocazione governativa e che "l'obiettivo non è solo vincere, ma ben governare".
Lo stesso Donegani ha insistito sul punto: "prima delle alleanze, bisogna stabilire chi o cosa siamo: il partito democratico deve spogliarsi dell'immagine nazionale del Pd di questi ultimi anni". Cionondimeno, le voci di un'intesa che vada da sinistra a destra ed in particolare con alcuni pezzi di Forza Italia, sulla spinta del patto pro-fiducia, continuano a rincorrersi nei corridoi. A quel punto la logica direbbe liste civiche, ma a nostra precisa domanda tanto il segretario cittadino, quanto il deputato regionale in carica, Giuseppe Arancio, hanno escluso l'assenza del simbolo del Pd.
Il centrodestra, dal suo canto, è uscito nettamente spaccato dalla vicenda sfiducia. Lo scontro in aula tra #Diventerà bellissima e Forza Italia è stato fortissimo, con momenti di altissima tensione. La deputata nazionale forzista Giusi Bartolozzi, presente in aula, è sembrata voler mettere il cappello sulla sfiducia e nel chiamare a raccolta i berluscones gelesi, in una riunione convocata per la prossima settimana, si è detta certa che Fi ed il centrodestra hanno la maggioranza dei consensi in città e che la vittoria alle prossime elezioni, quindi, è garantita attraverso una coalizione ampia.
Ipotesi che trova d'accordo i centristi di "Noi con l'Italia", il cui segretario locale, Ennio Di Pietro, ha ammesso la necessità di un confronto con gli alleati di centrodestra prima della scelta del candidato a sindaco. Gli stessi consiglieri comunali di #Diventerà bellissima sono andati a "riferire" al loro leader e presidente della Regione, Nello Musumeci, facendo ritorno a Gela con parole più distensive e di apertura. Un invito a riprendere il dialogo è arrivato anche dall'unico esponente leghista al civico consesso, Salvatore Farruggia, come se l'unica proposta vincente fosse quella di un centrodestra unito, escludendo pertanto ipotesi di alleanze con i grillini sulla falsariga del governo nazionale.
Anche in questo caso i nomi che girano sono i soliti, vale a dire Pino Federico, Lucio Greco, Antonio Giudice, Enzo Cirignotta ed Enzo Cascino. Si è fatto anche il nome del già consigliere comunale Massimo Catalano in alternativa a Gioacchino Pellitteri, entrambi sponsorizzati da Michele Mancuso. Senza dimenticare le concomitanti elezioni europee da mettere nel conto. Anche tra i grillini, infine, le acque paiono già mosse all'interno, per alcune questioni rimaste irrisolte. I nomi che trapelano nella corsa alla carica di primo cittadino sono quello del consigliere comunale uscente, Simone Morgana e quello di Antonio Cuvato, attivista che fu ad un passo dalla candidatura al Senato alle scorse politiche.