Settantadue ore dopo la cacciata di Messinese e del suo manipolo di assessori, che in verità si sono dimessi in massa qualche ora prima del voto di sfiducia, il Partito Democratico ha riunito le truppe poche ore fa al hotel Sileno per gettare le basi su quella che dovrebbe essere, per tutti, la nuova stagione della politica gelese. In breve, il Pd canta il de profundis della giunta Messinese e apre la campagna elettorale, sia pure con qualche distinguo al suo interno.
Le notizie. L'ex parlamentare Lillo Speziale ha detto che non si candiderà a sindaco, ma non ha detto se sarà così nel caso che la base del partito – meglio ancora se anche la città – dovesse acclamarlo.
Notizia n. 2. Miguel Donegani non esclude che il candidato possa essere lui, ma non vuole essere inserito in una lista di "nomi inutili".
Notizia n. 3. L'ex presidente del Consiglio comunale Alessandra Ascia irrompe in sala e prende la parola assumendo toni e profilo da possibile outsider.
L'intervento più saggio, quello di Sebastiano Abbenante, che avverte: «Sbagliamo se consentiamo a qualcuno di arrivare all'obiettivo prendendo scorciatoie. Il partito deve rifondarsi, tornare ad elaborare al suo interno un progetto non facile di rilancio dell'economia del territorio e cominciare a cogliere le opportunità che si presentano o si dovessero presentare».
Hanno parlato in tanti. Al microfono si sono alternati il segretario cittadino Giuseppe Di Cristina, il presidente del partito Claudia Caizza, l'ex consigliere Guido Siragusa, Giuseppe Cammarata, Lillo Speziale, Alessandra Ascia, Aldo Altamore, Sebastiano Abbenante, Miguel Donegani, Peppe Fava, Giuseppe Arancio.
(nella foto, da sinistra, il presidente del Pd di Gela, Claudia Caizza;, il deputato all'Ars, Giuseppe Arancio e il segretario cittadino, Giuseppe Di Cristina)