Con l’insediamento, lunedì mattina, del Commissario straordinario del Comune di Gela – dott. Rosario Arena (nella foto) – è iniziato ufficialmente il dopo-Messinese.
E Arena, appena messo piede in municipio e incontrato dirigenti e stampa, ha già fatto parlare di sè. L’impressione è stata subito pressocché unanimemente positiva, salvo qualche distinguo. Come quello sul giudizio, probabilmente intempestivo, che il Commissario ha dato riferendosi ai dirigenti, con i quali si era incontrato poco prima della conferenza stampa.
Parole testuali di Arena: «Si respira, ed è molto tangibile, una certa anarchia, lieve e sottile, ma si respira». Seguito da un velato avvertimento: «Per me che vengo dal mondo militare, questo non lo posso accettare. Cercherò di mettere una pezza». A chiudere questo aspetto delle sue prime impressioni, il suo impegno e l’appello: «Cercherò di far capire che ho bisogno della collaborazione di tutti, dall’usciere al 1° dirigente».
E dire che nel corso dell’incontro con i dirigenti, il Commissario era apparso molto compiaciuto per l’accoglienza avuta, emanando verbalmente le prime direttive al management comunale. Ha dato carta bianca al segretario generale Pignatello per tutto cio che riguarda l’organizzazione dei settori e confermando di fatto tutti i dirigenti, sia quelli di ruolo che quelli nominati, ai loro posti, e contestualmente revocando una direttiva dell’ex sindaco Messinese, che appena il giorno prima della mozione di sfiducia, votata il 7 settembre, aveva rimescolato le destinazioni di tutti dirigenti.
Una disposizione quantomeno inopportuna e forse anche fuori tempo, visto che l’ordinanza recava la data del 6 ma che è stata protocollata il 7, giorno della sfiducia, a quanto pare nel pomeriggio, quando Messinese non aveva più nessun potere legittimo per farla.
A scanso di equivoci, Arena avrebbe dato comunque mandato al segretario di non tenerne conto, praticamente di revocarla.
Altra decisione trasmessa da Arena a Pignatello, quella di confermare al comando del corpo di Polizia urbana il rientrato dott. Giuseppe Montana, il quale si era concesso un lungo periodo di aspettativa per disaccordi – pare – con l’ex sindaco Messinese, o chi per lui.
Il rientro al suo posto di Montana, ma non solo. Il commissario Arena ha anche invitato lo stesso Montana a fare uscire in servizio per strada tutti i vigili effettivi. Insomma, un giro di vite per dare un segnale di cambiamento al modo di gestire le risorse umane del Comune.
Arena ha tutto sommato avuto un approccio positivo con i dirigenti, i quali hanno assicurato la massima ed incondizionata collaborazione.
Tornando alla conferenza stampa. Arena si è soffermato sulla gestione dei rifiuti.
A tal proposito, ha detto: «Mi dovrò occupare per prima cosa della madre di tutte le patate bollenti. I rifiuti sono un problema non soltanto sotto il profilo economico, ma anche sotto quello igienico e sanitario e dell’ordine pubblico. Dovrò assolutamente lavorare su questo».
Alla domanda dei cronisti sul rischio default, il Commissario ha così risposto: «Qualcuno ha parlato di dissesto. Lo escludo in maniera categorica. Ci sono dei problemi, indubbiamente, ma non si può parlare di dissesto, poiché tutto è risolvibile, tutto è superabile. Ci vuole soltanto buona volontà e impegno e competenza. Senza competenza non si va da nessuna parte. Anche perché – come sapete bene – la Corte dei Conti incombe, è sempre lì col fucile puntato a chieder conto e ragione. Ed è giusto che sia così».
E’ scorsa così la prima mattinata in Comune del Commissario Arena, l’uomo che dovrebbe raddrizzare gli equilibri interni ed esterni del Palazzo, dove per esterno vuol dire i rapporti con la comunità, con le grosse aziende che gestiscono servizi pubblici, come acqua e rifiuti – e perché no! – con l’Eni, da sempre accusata di fare il bello e cattivo tempo, trattando il territorio da colonizzatori.
Chiusa quella fase, occorre una più equa gestione e rispetto, e senza compromessi, degli impegni presi dall’ente petrolifero a seguito della chiusura della raffineria.
In primis avviando concretamente la fase della riconversione industriale, senza la quale la città è destinata a spopolarsi ulteriormente, come è avvenuto gradualmente da quel 6 novembre 2014, giorno della firma di quell’infausto Protocollo d’Intesa, del quale sono già stati chiamati a rispondere politicamente le due ultime amministrazioni, responsabili chi più chi meno della gestione del dopo raffineria.
Il «chi è» di Rosario Arena. Sessant’anni compiuti il 25 giugno, catanese, Rosario Lorenzo Arena ha conseguito la laurea in Legge che gli è valso l’ingresso (a 24 anni) nelle Fiamme gialle (da poco in pensione). Moglie e due figli (un maschio e una femmina) e una grande passione per il calcio. Era stato a Gela dal 1983 al 1989. Esperto nel settore di polizia tributaria, ha comandato il gruppo provinciale della Guardia di Finanza a Ragusa ed è stato responsabile Gico e sezione anti-riciclaggio a Catania. Nel suo profilo facebook dichiara il suo orientamento politico (socialista) e scolpisce il suo motto: «Nulla succede per caso». Si è insediato al Comune di Gela lunedì scorso.