Ci risiamo: i cittadini gelesi sanno solo lamentarsi e non riescono ad apprezzare quel che hanno, cioè quello che ricevono da Madre Natura e dai vari enti che gestiscono i servizi.
Partiamo dai topi. Qualche famigliola di roditori passeggia tranquilla a Macchitella, qualche altra (presa da un improvviso bisogno di cultura) frequenta i plessi scolastici, e tutti pronti a gridare e lamentarsi. Non si riesce a capire che Gela è all’avanguardia nel campo delle risorse alimentari.
Gli scienziati ci fanno sapere che fra pochi anni anche noi europei (come già oggi l’80 per cento della popolazione mondiale) dovremo mangiare spiedini di grilli e cavallette, o farina di vermi, e invece di approfittare per realizzare topi di allevamento ci spaventiamo e imprechiamo contro le mancate derattizzazioni. Sviluppiamo, invece, il settore gastronomico con nuove ricette: topo in salmì, mousse di topolino da latte, braciola di ratto con salsa di criceto. Altro che Archestrato!
E poi, l’acqua. Che in alcune zone, è vero, non arriva, ma in altre arriva di colore giallastro. I prelievi dei sanitari spiegano che comunque si tratta di acqua potabile, anche se di colore inconsueto, e tutti lì a lamentarsi e a gridare che quell’acqua gialla è inutilizzabile. Nessuno, però, ha provato a berla: vuoi vedere che Caltaqua, a nostra insaputa, l’ha insaporita con succo di limone e pompelmo (ecco il colore giallastro), e noi poveri stupidi, invece di ringraziare la società italo-spagnola sappiamo solo criticare?
Infine, i rifiuti. Le campagne a ridosso della città sono piene di discariche abusive, e qui il gelese può prendersela solo con sé stesso, perché sono molti i cittadini che si divertono ad inquinare i campi con materiali edili di risulta, amianto, elettrodomestici vecchi, per non fare la fatica supplementare di conferire in discarica (magari pagando i diritti di scarico) o chiamare il servizio di raccolta autorizzato.
Va bene, siamo un popolo ad alta percentuale di “lurdi”, e questo lo sappiamo, ma c’è anche tanta gente che si prodiga a fare correttamente la raccolta differenziata, coi suoi bravi sacchetti in cui l’immondizia è ben divisa tra umido, plastica, vetro, eccetera. E qual ‘ la risposta dell’amministrazione a questi cittadini osservanti delle regole? Il ventilato aumento della tassa sui rifiuti del 40 per cento!
Confesso che non ho avuto modo di leggere la proposta del Comune, ma credo che se sono veri i dati sbandierati urbi et orbi dal vicesindaco Siciliano, secondo cui la raccolta differenziata a Gela si attesta ad oltre il 50 per cento, con risparmi per le casse comunali, allora chi differenzia deve essere in qualche modo premiato. E purtroppo, non sento parlare di misure “premiali” per chi differenzia.
Quindi, per quale motivo io devo continuare a differenziare se, a differenza dei “lurdi”, non godo di qualche agevolazione economica, ed anzi mi si aumenta la tariffa del 40 per cento? C’è qualcosa che non va, ed un amministrazione che non ascolta i cittadini e non si rapporta con loro. E poi si lamentano!