Il sindaco Lucio Greco (a destra) incontra la maggioranza con al fianco il proprio consulente Inferrera ed anticipa agli alleati per sommi capi il nuovo piano industriale per la Ghelas Multiservizi, società in “house providing” totalmente partecipata dal comune di Gela.
Del piano industriale poco trapela se non la possibilità di stipulare rispettive convenzioni con Invitalia e Cassa Depositi e Prestiti, mentre l'amministratore unico, Francesco Trainito, (a sinistra) rilascia dihiarazioni in merito. Esternazioni quelle dell'amministratore che non piacciono al sindaco Greco che non esita a manifestare pubblicamente il suo disappunto. Un conflitto tra il primo cittadino e l'amministratore unico della partecipata che denota come sulla Ghelas si concentri una grande attenzione da parte di questa amministrazione e della sua folta e coesa maggioranza.
Conflitto che però Francesco Trainito, da noi contattato, nega alla radice: «per quanto mi riguarda - replica l'amministratore unico della Ghelas - non è successo niente. Semmai qualcuno vorrebbe alimentare presunti conflitti, perché il problema è politico e di maggioranza, con i relativi mal di pancia. Mi tirano in ballo e mi attaccano perché ho istituito l'albo dei fornitori e quello degli avvocati, sospettando chissà che cosa, in quanto nessuno di chi mi aveva preceduto nel ruolo l'aveva fatto, ma la verità è che c'è un obbligo di legge e se ho bisogno di un avvocato che rappresenti la Ghelas, non posso chiamare mio cugino o un mio amico, ma uno degli avvocati nell'apposito elenco istituito dalla partecipata.
Purtroppo - conclude - ho trovato una società fallita ed ho predisposto un piano industriale per farla riprendere. In questo contesto rientra anche il bando per l'inserimento di figure professionali in appositi elenchi (architetti, ingegneri, geologi, esperti in p.a., esperti analisti contabili, esperti formatori e servizi sociali), ai sensi del d.lgs. 50/2016 e delle linee guida Anac n.4. Sto facendo quello per cui sono stato scelto, nel rispetto del budget a disposizione senza sforarlo di un solo euro. Nessuna fuga in avanti o altro».
Dal canto suo il sindaco Greco si dimostra alquanto perentorio: «Gela sta attraversando un momento molto difficile - ci risponde il primo cittadino - sia sul piano sociale, sia su quello economico che su quello occupazionale. L’epidemia da Coronavirus, oltretutto, ci fa prospettare uno scenario ancora più pesante e drammatico. In queste situazioni bisogna prendere decisioni coraggiose e in grado di dare le giuste risposte alle varie emergenze che via via si presenteranno e su cui dobbiamo occuparci con serietà e grande senso di responsabilità.
Non posso, pertanto, permettere a chicchessia di prendere iniziative personali che non abbiano come fine l’interesse esclusivo della città. Il mio compito, già difficile per le condizioni in cui ho trovato la città, diventa oggi ancora più delicato perché le decisioni che si prenderanno in questo particolare momento condizioneranno sicuramente il futuro del nostro territorio. Vorrei che questa consapevolezza diventi patrimonio comune di tutti coloro che hanno responsabilità di governo a vario livello. Chi ha altre finalità, farebbe bene a mettersi da parte. In questo sarò intransigente».
La Ghelas nasce come partecipata a cui il comune assegnò principalmente servizi come il verde pubblico e la pubblica illuminazione, inglobando ex “articolisti e lsu” che vi trovavano rifugio. Invero, la solita scelleratezza politica locale ha snaturato nel corso degli anni questa partecipata, tant’è che oggi il grosso del personale, tre quarti ed oltre, è stato man mano raccomandato e trasferito in mansioni tecnico-amministrative ed impieghi in uffici vari comunali.
Sicché, si sono assommate altre funzioni a cui recentemente si è aggiunta anche la sosta a pagamento. L’intero servizio di segretariato sociale è ad appannaggio della Ghelas, così come i servizi di portineria e custodia, l’informatica comunale e l’informatizzazione dei servizi demografici e cimiteriali. Alla Ghelas spetta anche la manutenzione degli immobili comunali. Inoltre addetti della partecipata forniscono assistenza tecnica ai settori dei lavori pubblici, dei tributi, delle verifiche tributarie, nonché al Suap (sportello unico attività produttive) ed al sue (sportello unico edilizia). Altro che servizi manuali di pubblica utilità, ma veri e propri impiegati comunali.
Ne discende per l’amministratore unico un potere, quantomeno d’influenza, spropositato e che non esiste in altre realtà locali che si avvalgono di società in house providing, tanto che non a caso si parla di questa nomina, appetita dalla politica, come un qualcosa che potenzialmente vale più di un assessorato e per alcuni persino anche più di due assessorati. Sul futuro della partecipata, cosa bolle davvero in pentola, non ci è dato ancora sapere, ma è agevolmente intuibile che la carne da cuocere al fuoco non manca. A fine anno scorso il consiglio comunale ha deliberato una convenzione semestrale (che scade a giugno 2020) con 2 milioni di copertura finanziaria.
Qual è che sia il piano industriale del sindaco piuttosto che dell’amministratore unico non si può non tenere conto di tale natura equivoca. A prescindere dal modello organizzativo o dalla soluzione aziendale pensata, o la utilizza per esternalizzare servizi, come avviene per tutte le partecipate comunali, o se ne faccia pure a meno.