Nelle acque di Gela, ieri, domenica, si è verificato un grave episodio in mare. Ne dà notizia la Capitaneria di Porto di Gela, che riferisce che uno Yacht di nazionalità austriaca si è incagliato nel primo pomeriggio di ieri all'imboccatura del porto rifugio di Gela.
Alle 14,45 – riferisce ancora l'Ufficio Marittimo gelese – la Sala Operativa riceveva la segnalazione da parte della corporazione del Porto di Gela che una unità da diporto si era incagliata all'imboccatura del porto rifugio e che prontamente è stata inviata sul posto la pattuglia della squadra "Mare Sicuro" della Capitaneria e veniva disposta l'uscita della motovedetta in dotazione.
"I militari – prosegue il comunicato dell'Ufficio Marittimo – giunti sul posto rivenivano l'unità da diporto di lunghezza di circa 22 metri completamente alla deriva, diretta verso i frangiflutti del molo nord dell'imboccatura; nell'immediatezza il personale militare con l'ausilio del personale del Gruppo Ormeggiatori e Barcaioli, hanno messo in sicurezza l'unità e tratto in salvo i due occupanti dell'immbarcazione, entrambi di nazionalità austriaca.
Il comandante dello yacht è stato trasportato d'urgenza al locale ospedale per ricevere le prime cure a seguito di una ferita riportata alla mano sinistra; l'altra occupante dell'unità da diporto è stata tratta in salvo grazie anche all'intervento dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Gela.
Attualmente – informa la Capitaneria – i due occupanti dell'imbarcazione sono fuori pericolo e l'imbarcazione è in sicurezza monitorata sia dal personale della Guardia Costiera che dai tecnici specialistici chiamati dal comandante dell'unità da diporto.
Le operazione di disincaglio riprenderanno alle prime luci dell'alba di domattina, sotto il coordinamento della Capitaneria di Gela. Al termine di tali operazione, si valuterà se l'unità ha subito danni tali da copromettere la sicurezza della navigazione».
In tarda serata, un comunicato del segretario del sindacato autonomo di polizia (Sap), dott. Carmelo Marino (nel riquadro della foto), il quale ha denunciato la grave situazione venutasi a creare a Gela, dove la squadra nautica della Polizia di Stato è stata smantellata e nessuna forza di polizia è presente in mare nel litorale di Gela. E racconta un episodio verificatosi ieri, senza per fortuna aver provocato vittime.
«La chiusura degli Uffici della Squadra Nautica sta producendo – scrive Marino – come era ovvio i primi effetti negativi sulla comunità gelese, la mancanza di un servizio di sicurezza e soccorso in mare si ripercuote su migliaia di cittadini che ogni anno fruiscono del mare, ed anche dai cittadini stranieri, come nel caso di ieri 15 luglio in cui una imbarcazione maltese a causa probabilmente delle correnti e dei bassi fondali è andata a collidere contro gli scogli, con dei feriti, e nessun pubblico soccorso è potuto intervenire perché assenti, o impossibilitati».
E aggiunge: «La Capitaneria di porto di Gela ha i propri mezzi a Licata (causa porto di Gela inaccessibile), la Squadra Nautica di Gela, è in fase di chiusura per volontà della “Legge Madia” ed il nuovo parlamento non ha ancora provveduto a rivedere tale volontà, anche se nel programma del nuovo Governo vi è il proposito di rivedere tali decisioni di chiusura scellerate, tanto che i natanti della polizia di Gela, uno é stato assegnato ad altri uffici, mentre l’altro non può essere usato perché manca il personale qualificato andato da poco in pensione e non sostituito, rimanendo solo gli acquascooter che permettono un utilizzo limitato».
Il segretario provinciale del Sap Carmelo Marino denuncia infine all'opinione pubblica «le conseguenze di scelte politiche precedenti, e chiede al nuovo governo, ed al dipartimento della Pubblica Sicurezza di approntare una “inversione di rotta”; si alla razionalizzazione delle forze dell’ordine no alla chiusura indiscriminata di uffici di polizia, no alla chiusura della squadra nautica, e quindi per la città di Gela dove oggi manca il pubblico soccorso in mare chiediamo di rivedere l’argomento del presidio in mare considerando le peculiarità della città, estrema frontiera a sud dell’Europa, e non per ultima considerando le esigenze della comunità locale in ordine alla sicurezza balneare».