Gela ha vinto la sua piccola ma importante battaglia con la Regione Sicilia per la costruzione del primo stralcio della rete fognaria nella zona balneare di contrada Manfria.
Dopo 60 anni, così, la popolosa frazione gelese riscatta il suo diritto a una vita civile.
Accogliendo il ricorso dell'amministrazione comunale gelese e le osservazioni dell'Assemblea Territoriale Idrica, il dipartimento regionale acqua e rifiuti di Palermo, che aveva sospeso, in attesa di accertamenti, il proprio decreto di finanziamento del progetto esecutivo, per un importo di 3,3 milioni di euro, ha definitivamente stabilito che la realizzazione dell'opera sarà affidata all'Ati di Caltanissetta (presieduta dal sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti) con Caltaqua come soggetto attuatore in house.
Viene così scongiurato il pericolo di una possibile gestione da parte del commissario straordinario nazionale che, a parere di molti dei soggetti protagonisti e di osservatori economici, avrebbe comportato lungaggini burocratiche tali da mettere in discussione la fase esecutiva dei lavori.
L'unica cosa che si attende ora è la notifica ufficiale del decreto di finanziamento che è stato emesso il 13 dicembre scorso e che stabilisce che «l’Ati di Caltanissetta, è tenuta a garantire la completa realizzazione del progetto in argomento nel rispetto della normativa in vigore».Dopodiché si potrà provvedere all'apertura del cantiere per dotare finalmente Manfria di una sua rete fognaria.
A suonare il primo campanello di allarme sui rischi di un possibile stop alla realizzazione del progetto erano stati alla vigilia dello scorso Natale il sindaco, Di Stefano, e il presidente Ati, Conti, che avevano ricevuto comunicazione dalla Regione. Conti controbatte subito chiedendo, appena 4 giorni dopo, di autorizzare l'Ati ad avviare i lavori perchè la mancata esecuzione diretta da parte di Caltaqua, che sta realizzando anche la rete di acqua potabile, «non consentirebbe, in maniera unitaria il completamento di tutto l'assett idrico-fognario del quartiere Manfria».
Per il Comune, oltre al sindaco, è stato il consigliere, poi assessore e ora anche vice sindaco, Giuseppe Fava, a seguire la vicenda in stretta collaborazione con il consigliere, Antonio Cuvato (entrambi del Pd) ex presidente dell'Associazione Manfria e dunque attento conoscitore dell'iter del progetto.
Dal palazzo di città hanno sottolineato che «per Gela si tratta di un'opera irrinunciabile perchè urbanizza una frazione a vocazione turistica, pone fine a condizioni di precarietà igienico-sanitarie e stoppa una procedura di infrazione aperta dall'Unione Europea per violazione delle norme comunitarie».
Il Comune ha fatto osservare che «non si può rischiare di perdere altro tempo per incertezze burocratiche immotivate» e ha sollecitato l'assegnazione dei fondi di finanziamento dell'opera all'Ati di Caltanissetta con Caltaqua come soggetto attuatore della rete fognaria.
«Con l'Ati possiamo iniziare subito – aveva sottolineato il vice sindaco Fava –. Col commissario rischiamo di perdere tempo».
– Come si svilupperà la nuova rete fognaria?
«Procederemo secondo un piano programmatico che prevede due step di interventi. Questo primo stralcio funzionale va da via Santa Maria degli Angeli in direzione sud, verso il litorale, in un'area dove maggiore è la densità abitativa, con molti residenti e la presenza di stabilimenti balneari, luoghi di ristorazione e attività commerciali.
Si va poi a collegare al punto terminale provvisorio della condotta fognaria che arriva da Gela e al momento si ferma vicino alla pizzeria Conza e Sconza dove c'è il collegamento tra Roccazzelle e il depuratore biologico di Macchitella. L'amministrazione comunale – conclude Fava – pensa di completare con un secondo stralcio, la rete fognaria anche a nord di via Santa Maria degli Angeli se entro l'anno riesce a trovare altre fonti di finanziamento per una ulteriore copertura di spesa pari a circa 900 mila euro».
La vicenda dell'ennesimo stop però sale agli onori della cronaca quando interviene il senatore del M5s, Pietro Lorefice, il quale, il 5 marzo scorso, con un suo comunicato denuncia:
«La Regione ha bloccato l’avvio dei lavori per delle "verifiche", impedendo di fatto il completamento dell’assetto idrico-fognario dell’area di Manfria. Sblocchi perciò tempestivamente l’iter e autorizzi i lavori per un’ infrastruttura necessaria a raccogliere e smaltire le acque reflue e migliorare le condizioni igienico-sanitarie di quella zona. Al contrario, Manfria resterà senza un sistema fognario adeguato, con il rischio, anzi con la certezza, di inquinamento, disagi per i cittadini e uno spreco di fondi pubblici».
Lorefice, che oggi invece esprime la sua piena soddisfazione per lo sblocco dell'opera, concludeva ricordando che «il progetto deve essere attuato poiché riguarda un’area coinvolta nella procedura di infrazione avviata dall’UE per il mancato rispetto della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane».
La rete fognaria di Manfria è una delle opere pubbliche più importanti nel ciclo della depurazione fognaria e si collega al massiccio intervento finanziario che ha permesso l'esecuzione dei lavori di ampliamento del depuratore biologico di Macchitella.
«I progetti esecutivi di rete idrica e fognaria di Manfria – ci spiega Antonio Cuvato – risalgono al 2006, all'anno dell'insediamento di Caltaqua come ente gestore in provincia di Caltanissetta.
Ci son voluti 10 anni perchè venisse attenzionato e quasi 20 perchè si arrivasse al relativo finanziamento. Come Associazione Manfria , sostenuti dai comitati di quartiere di Gela, abbiamo lottato a lungo prima di riuscire a farli rispolverare intorno al 2015-2016. Abbiamo rischiato di perdere anche questa occasione di sviluppo urbanistico del territorio ma tutto sommato è andata bene, avremo acqua e fogna da Manfria a Roccazzelle».