Dimensionamento scolastico, l’inerzia di Greco e Schifani

Dimensionamento scolastico, l’inerzia di Greco e Schifani

Mentre in Sicilia sindaci come Greco e lo stesso  residente Schifani, rimangono alla finestra e stanno a guardare, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ricorre al Tar contro il dimensionamento scolastico.

La decisione del giudice amministrativo di primo grado sta alimentando un dibattito con una parte politica (opposizione) vorrebbe estendere anche all’autonomia differenziata, con l’altra (governo) invece intenta a gettare acqua sul fuoco. Invero, De Luca è anche l’unico presidente delle regioni del sud ad aver richiesto al governo centrale l’autonomia differenziata per la Campania, sulla scorta di quella avanzata dalle regioni del nord. 

Va inoltre precisato che, come di regola accade, contestualmente al ricorso in sé, De Luca ha chiesto la “sospensione cautelare” ed è ciò che in realtà il Tar ha accolto, ponendo una questione di legittimità costituzionale innanzi alla Corte costituzionale, riservandosi quindi di decidere se accogliere o rigettare il ricorso, solo dopo la pronuncia della Consulta. In ballo c’è l’art.117 della legge fondamentale che annovera l’istruzione fra le materie di legislazione concorrente, disponendo che in queste materie, competete alle Regioni legiferare, eccetto che per la determinazione dei principi fondamentali di cui è competente il legislatore statale.

Non riesce a trattenersi il leader del laboratorio “Per”, Miguel Donegani, già consigliere comunale, assessore comunale, vicesindaco e deputato regionale: «lo avevamo detto in tutte le salse» esclama nei canali social. «Già nel mese di dicembre dello scorso anno – ricorda Donegani – quando lanciammo l’allarme "Autonomia differenziata", evidenziammo che nel disegno politico criminale ci sarebbe stato anche il dimensionamento scolastico. Lo ribadimmo a giugno, ad agosto e ottobre di quest’anno. 

A testimoniarlo sono interviste, conferenze stampa, messaggi video nei miei canali social. Il dimensionamento scolastico – prosegue – vedrebbe coinvolte 104 scuole in Sicilia, con Gela pure interessata. Non hanno fatto nulla. La Regione Campania l’ho ha fatto e il Tar le ha dato ragione bloccando il decreto e rimettendo il tutto alla Corte Costituzionale. Ogni contrazione di posto è un unità lavorativa che si dovrebbe garantire e non perdere. Anzi se ne possono creare di nuovi (con il criterio delle graduatorie, incarichi a supplenza, trasferimenti e riavvicinamenti, nei 3 anni). Sono – conclude – incompetenti!». 

Attualmente a Gela ci sono sette istituti comprensivi (infanzia, primaria, secondaria di primo grado). Il Don Bosco (con il plesso centrale Lombardo Radice sede di uffici del Dirigente e del Dsga, nonché i plessi San Sebastiano, Falcone e Borsellino, Giulio Siragusa 1 e Giulio Siragusa 2). Il Giovanni Verga (con il plesso centrale Verga sede di uffici del Dirigente e del Dsga, nonché i plessi Gianni Rodari, Via Caviaga, Via Pandino, Leonardo Sciascia). 

Il Gela e Butera (con a Gela il plesso centrale Enrico Matteisede di uffici del Dirigente e del Dsga ed i plessi Anna Frank, Madre Teresa di Calcutta, Nelson Mandela, Succursale Mattei a cui si aggiungono i plessi di Butera Piazzale Italia, San Rocco, Santa Caterina, Don Bosco, Mario Gori. Il Salvatore Quasimodo (con il plesso centrale Salvatore Quasimodo sede di uffici del Dirigente e del Dsga, nonché i plessi Via Salonicco, Giovanni XXIII). 

Il San Francesco (con il plesso centrale San Francesco sede di uffici del Dirigente e del Dsga, nonché i plessi Carlo Collodi, Santa Maria di Gesù, Luigi Pirandello, Paolo E. Giudice). Il Don Milani (con il plesso centrale Don Milani sede di uffici del Dirigente e del Dsga, nonché i plessi Costa Zampogna Piazza Alemanna, Nicholas Green). Infine Ettore Romagnoli (con il plesso centrale Ettore Romagnoli sede di uffici del Dirigente e del Dsga, nonché i plessi Emanuela Loi, Via Feace, Via Cappuccini, Antonietta Aldisio). 

Ad essi si affiancano due direzioni didattiche ancora sopravvissute: la Enrico Solito - Gela 2 - (con plesso centrale sede di dirigente e dsga presso la Solito, nonché i plessi Ortisi, Levi Montalcini e Gioberti) e la Luigi Capuana - Gela 4 - (con plesso centrale e sede di dirigente e dsga presso la Capuana, nonché i plessi Benedetto Croce ed i due di Via Europa, ex magistrale ed ex sesto circolo).

Il plesso della  di Via Berchet è da anni chiuso. L’inconcludenza politico-amministrativa locale, unitamente ad alcuni fattori congiunturali non favorevoli, non ne ha permesso ancora i lavori atti a ripristinare il funzionamento della struttura. Ciò ha comportato negli anni un calo enorme di iscrizioni, tanto da risultare sottodimensionati e, di conseguenza, con un dirigente ed un dsga non più di ruolo ma reggenti, per non parlare della mole di perdenti posto tra docenti e personale Ata. Un destino che sembra oramai segnato, pertanto, con l’assorbimento nell’istituto comprensivo Ettore Romagnoli che l’accorpamento a seguito del dimensionamento, si limiterebbe solo a ratificare. Insomma, fermo restando che la struttura va comunque recuperata per il bene socio-economico dei quartieri che vengono serviti, nelle more l’annessione appare l’ipotesi più plausibile anche senza dimensionamento.

Va da sé che qualora si esplicasse una forte tendenza ad un radicale “dimensionamento”, l’operazione più agevole diventerebbe includere le due direzioni didattiche all’interno dell’Istituto comprensivo Romagnoli. Il che si potrebbe accompagnare all’unione tra l’istituto comprensivo Verga e l’istituto comprensivo Quasimodo, che hanno i rispettivi plessi centrali, di fatto contigui ed adiacenti.

A fronte di una tale operazione, il nuovo istituto comprensivo rinuncerebbe alla Leonardo Sciascia (Infanzia) di Via Genova (accorpata al Romagnoli?), nonché la Giovanni XXIII (Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo Grado) di via Settefarine (contesa dal Don Milani e Don Bosco?). Si passerebbe così da 7 istituti comprensivi e 2 direzioni didattiche (9 dirigenti scolastici ed altrettanti Dsga a capo delle segreterie), a 6 istituti compresivi (con 6 dirigenti scolastici ed altrettanti Dsga a capo delle segreterie), per un “risparmio” di almeno sei figure dirigenziali e decine di figure ata. E si tratta solo di pochi esempi.