Nuovo grido d’allarme sulle condizioni in cui versa la sanità e l’ospedale gelese.
A lanciarlo, accompagnandolo con la proposta di una commissione d’inchiesta ed un tavolo tecnico regionali, è il laboratorio politico cittadino “PeR” (Progressisti e Rinnovatori) guidato dal già deputato all’Ars, Miguel Donegani: «l’assessore regionale alla sanità continua a non dare risposte alle sollecitazioni dei parlamentari regionali.
La situazione della sanità nell’isola è al collasso. Gela, in particolare, ha un depotenziamento sanitario ed una condizione dei servizi ospedalieri da era giurassica. Il Vittorio Emanuele III è stato ridotto ad uno scolapasta, i servizi non funzionano. Il personale medico ed infermieristico è lasciato solo e i reparti sono ridotti a vere e proprie astanterie».
In questi giorni, i deputati deluchiani di Sicilia vera e Sud chiama nord, hanno promosso una mozione di sfiducia all’Assessore Giovanna Volo: «il laboratorio gelese PeR – prosegue Donegani - chiede che la mozione di sfiducia venga preceduta dall’istituzione di una commissione di inchiesta che venga a Gela ad ispezionare la situazione gravissima in cui versa il nostro ospedale.
Le responsabilità vanno ricercate e trovate. I disservizi, le omissioni che ci sono state nei confronti dei gelesi sono gravi e non possono più essere tollerate. La misura è colma. La chiediamo anche per i nosocomi di Niscemi, Mazzarino e la provincia di Caltanissetta. Non possiamo – conclude - essere più abbandonati dalla politica regionale e dall’azienda sanitaria provinciale».
Intanto a Caltanissetta da mesi si pensa solo al “Policlinico”, dopo aver fiutato che ad Enna ci stanno provando seriamente, facendo leva sull’università privata Kore. Il deputato regionale Michele Mancuso (Fi) ha lasciato intendere di aver avuto rassicurazioni dal governatore Schifani che il policlinico si farà a Caltanissetta, anche perché ci sarebbe la disponibilità dell’università statale di Palermo (magari tramite una convenzione con il consorzio universitario nisseno) e, soprattutto, è il “Sant’Elia” il Dea di secondo livello.
A contraddire il deputato forzista è però la collega ennese Luisa Lantieri che mette in dubbio quanto asserito da Mancuso poiché l’incontro con il presidente Schifani ancora non c’è stato.
Più caute le posizioni di Giuseppe Catania (Fdi) e Nuccio Di Paola (M5s) che, in quanto deputati espressi dal collegio nisseno, si dicono tendenzialmente favorevoli al policlinico, sperando sotto sotto che con la gestione del policlinico sottratta all’asp, quest’ultima possa maggiormente dedicare energie e risorse alle altre strutture ospedaliere provinciali.
Da rigettare l’ipotesi prospettata di una asp a Gela: solo fuffa. Le strutture ospedaliere di Catania sono tutte dotate di autonomia gestionale, ma l’asp etnea non è stata trasferita ad Acireale o Caltagirone e mai potrà esserlo, per legge.
Assolutamente negativo il commento del coordinatore del battagliero Csag, Filippo Franzone: «va ricordato – premette - a tutti i siciliani, che parliamo nuovamente di spreco di denaro pubblico, perché che si faccia ad Enna, Caltanissetta, oppure insieme, la sede al centro della Sicilia, che agglomera 200.000 abitanti e le cui province, comunque, si collocano prime in termini di migrazione passiva in Sicilia (utenti che si rivolgono fuori provincia) è quanto di più errato.
I tre policlinici siciliani esistenti sottolinea - sono aziende ospedaliere istituite con leggi regionali, nessuno può impedire all’Ars di istituire un quarto policlinico ovunque, anche a Gela. Con il Sant’Elia fuori dalla gestione dell’Asp, Gela diventerebbe l’unico ospedale Spoke: ed allora? Per chi conosce la storia di questo territorio, sa bene che il capoluogo vive di servizi e punta al vallone, in direzione Palermo, distogliendo lo sguardo dal sud provinciale. Per esempio, siamo l’unica provincia affacciata al mare senza porto in un’isola.
L’Agenzia delle entrate è molto più attiva a Mussomeli che a Gela. Il Tribunale di Gela è stato fortemente osteggiato, è storia. Piuttosto, se il Sant’Elia uscisse dall’Asp, farebbero in modo di riesumare il “Maddalena Raimondi” di San Cataldo (attaccata a Caltanissetta) – chiosa - ed omaggiarlo delle migliori attenzioni come fanno oggi con il Sant’Elia».