Il tanto temuto termoutilizzatore a Gela non si farà.
Il governo regionale ha deciso di allocare i due impianti verso cui saranno destinati i rifiuti di Sicilia occidentale e orientale rispettivamente nell’area metropolitana di Palermo ed in quella di Catania.
«Finalmente! Chi come noi – esclamano quelli del comitato “No Inceneritore” – ha lottato contro il termoutilizzatore che Musumeci voleva fare installare a Gela, non può che essere felice del dietro front del governo regionale, ma non ci dimentichiamo di certo di chi a Gela aveva fatto accordi con Rispoli, ex dirigente dell'Eni, che voleva affossare la città!».
Chiaro il riferimento all’ampio spazio espositivo concesso in città al progetto in un consiglio comunale sollecitato dal sindaco Greco.
A comunicarlo ufficialmente è stato l’assessore regionale per l’Energia e per i Servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro, che ha dovuto definitivamente ammettere ciò che dall’inizio abbiamo sempre sospettato: e cioè che il termoutilizzatore a Gela era una “boutade” data in pasto alla stampa da un Musumeci a fine mandato ed in odore di ricandidatura.
Uno spot elettorale bello e buono che il suo successore, Renato Schifani, hapensato bene di riproporre in campagna elettorale. Una volta eletti, però, si può sempre mentire nel governare, ma le bugie campate in aria inevitabilmente hanno le gambe corte.
Lo stesso assessore Mauro ha dovuto confessare che quelle dei due termoutilizzatori annunciati dal governatore uscente erano solo manifestazioni di interesse, nemmeno bandi. Peraltro, basati su dati della raccolta differenziata risalenti al governo Renzi e che di conseguenza andavano aggiornati.
Per quanto ci riguarda lo avevamo subito evidenziato, svelando altresì che l’area all’interno del perimetro del sito industriale gelese, era stata individuata dalla società che aveva manifestato l’interesse a costruire e mettere a regime l’impianto e manco dal governo Musumeci.
Senza dimenticare, l’obiezione più importante, vale a dire che i termoutilizzatori non erano previsti nel piano rifiuti vigente approvato dall’Ars. Esiste un principio di legalità secondo cui le leggi e le regole vanno rispettate in primis da chi esercita il potere. Non si può calare nulla dall’alto che non sia consentito dalle leggi. Sicché, accompagnato dall’assessore Mauro, il presidente Schifani bussa a Roma per l’investitura a Commissario con poteri straordinari sui rifiuti in Sicilia.
La notizia era nell’aria da un paio di mesi. A febbraio l’assessore Mauro aveva già rivelato che aveva fatto un accordo verbale con la Srr4 e la società in house che ha in gestione anche il compostaggio in discarica a Timpazzo, con la rinuncia del progetto del termoutilizzatore a Gela in cambio di un conferimento secondo le regole.
In caso contrario la discarica di Timpazzo come altre, specie nel versante orientale dell’isola, dove sono state autorizzate come soluzione tampone, tre discariche private nel ragusano (tra Ispica, Modica, Acate e Pozzallo) non potranno ricevere più i rifiuti.
Attualmente, lo smaltimento nell’isola avviene prevalentemente in discarica, a dodici anni di distanza dal 2035 in cui il conferimento in discarica dovrà essere ridotto al 10%. La raccolta differenziata è salita in media al 50%, con punte minime del 20% e massime dell’80%. Secondo l’Ispra però, nel 2021, dei 2,2 milioni di tonnellate di rsu (rifiuti solidi urbani) raccolti, l’indifferenziato rappresenta grossomodo ancora la metà (oltre 1 milione).
Lo smaltimento è garantito da tre discariche in tutta l’isola e l’invio all’estero dei rifiuti trattati dall’impianto della Sicula Trasporti. Oltre agli impianti olandesi, recentemente si è aggiunto l’invio di sessantamila tonnellate al termovalorizzatore danese sito nella capitale Copenaghen. A tal fine «vengono bruciati 45 milioni di euro – ha denunciato il responsabile Ambiente di “Italia viva” siciliana, Claudio Lombardo – a carico dei contribuenti.
E’ necessario incrementare la raccolta differenziata e il riuso, ma siccome ci sarà sempre una quota di rifiuti da eliminare, è inderogabile costruire 2/3 termovalorizzatori in Sicilia, scegliendo con attenzione i siti, dal punto di vista strategico, viario e ambientale».
Assolutamente contrari Legambiente e “Movimento cinque stelle” che propendono invece per gli impianti di riciclo materiale (plastica in primis) e trattamento della frazione organica (ce ne sono diversi già individuati e per i quali si rischia di perdere i finanziamenti fra tre anni) assolutamente sottostimata.
In effetti, ci sono falle evidenti nel sistema di raccolta ed a testimoniarlo è proprio la risposta dell’assessore Mauro ad una interrogazione del deputato dem Tiziano Spada, in cui si rileva la vistosa incongruenza di una indifferenziata che rimane invariata a fronte di una crescita della raccolta differenziata. E’ cioè piuttosto verosimile, aggiungiamo noi, che nella ingente massa di indifferenziato rientri ancora tanta frazione organica.