Congresso regionale a Gela della Filctem Cgil che su Argo Cassiopea e Protocollo 2014, punta l’indice sia a Roma che San Donato Milanese.
La Filctem Cgil ha scelto Gela, nella cornice dell’hotel “Peretti”, come sede per il suo quarto congresso regionale, con la decisione della segreteria regionale di utilizzare come immagine “l’Uomo Vitruviano” di Leonardo Da Vinci, a rappresentare il tema centrale congressuale: vale a dire, “La Persona ed il Lavoro al centro della transizione”.
Un tema che è una necessità evidenziata nella sua relazione dal segretario generale della Filctem siciliana, Giacomo Rota (a destra nella foto) perché «il nostro mondo – ha osservato – non è basato sulla persona ma sul suo sfruttamento per il raggiungimento di più alti obbiettivi a cominciare da quelli economici, per i quali il passo successivo diventerà per questa via declassarla a risorsa esclusivamente assoggettata ai bisogni dell’impresa» e, quindi, equiparabile, cioè sullo stesso piano, di una qualsiasi risorse materiale funzionale al bisogno economico.
Porre al centro la persona ed il lavoro è, dunque, la sfida da lanciare in prospettiva futura, passando attraverso la transizione energetica. E la recente storia di Gela ne è, accanto altri, un fulgido paradigma: «con la sua raffineria – ha proseguito Rota – voluta negli anni 50 dallo stesso Enrico Mattei, Gela è stata una delle punte di diamante della raffinazione in Italia, destino questo che ha segnato lo sviluppo di quel pezzo di Sicilia, offrendo lavoro e reddito ma anche creando non pochi problemi ambientali, che hanno portato ad inchieste della magistratura ed a provvedimenti che hanno indotto l’Eni nel 2014 a chiudere la raffineria tradizionale trasformandola in bio-raffineria».
Nella sua folta relazione, Rota non fa sconti, su Argo-Cassiopea e sul protocollo 2014, né ai governi nazionali, né ad Eni: «non si può non segnalare la vicenda del giacimento Argo/Cassiopea che potrebbe arrivare a fornire sino all’8% del nostro fabbisogno nazionale e che invece non è operativo a causa della incapacità dei vari governi nazionali succedutisi sino ad oggi di pianificare una efficace politica energetica che comporti anche lo sblocco delle esplorazioni tra le 10 e le 12 miglia e lo sfruttamento dei giacimenti attualmente presenti.
A ciò va aggiunto – ha ribadito il segretario regionale Filctem – che il passaggio dalla raffineria tradizionale all’attuale bio raffineria non è stato certo né facile né indolore ed ha, infatti, rappresentato l’allontanamento da Gela di decine di lavoratori.
In ordine a ciò bisogna ricordare che l’Eni resta inadempiente rispetto all’accordo del 2014 che pose fine alla vertenza, innescando un profondo cambiamento del ciclo produttivo, con tutte le difficoltà ed i sacrifici conseguenti, nonché enormi difficoltà che la Filctem di Caltanissetta ha dovuto vivere e gestire con tutti i rischi connessi, distinguendosi per capacità ed abnegazione nel riuscire a dare una prospettiva ai lavoratori, governando – ha chiosato Rota – quella crisi con competenza ed efficacia».
Non poteva mancare, nella sua Gela, l’intervento del segretario regionale Cgil, Ignazio Giudice (a sinistra nella foto) «oggi ci troviamo di fronte – ha affermato - in una Sicilia ex triangolo del petrolio Gela, Milazzo e Priolo; ex sede della Fiat; ex eccellenza della cantieristica navale con le esperienze di Aicon e Rodriguez di Messina; ex isola felice per la produzione di marmo. Una Sicilia terra di mafia e di uomini divenuti eroi per adempiere ai loro doveri, giornalisti, magistrati, sindacalisti e anche imprenditori liberi.
E' la stessa Sicilia rappresentata da un ceto politico che assorbe e fa diventare come “normale” il volo Trapani-Catania, invece di fare muro sociale e ottenere strade e autostrade. Ed è la stessa regione – ha continuato Giudice – che detiene primati culturali e turistici, eccellenze reali e virtuose.
Questo è sinteticamente lo scenario sociale, culturale, economico nel quale si celebra il congresso della Filctem siciliana che ha scelto Gela, città simbolo della riconversione, di un sindacato che si e costituito parte civile ai processi di mafia e che non intende arretrare sulla questione morale sapendo che i partiti si allenano nell'enunciarla ma la frequentano ben poco.
La Cgil siciliana ha scommesso su Rota alla guida della Filctem e a 18 mesi dalla sua elezione – ha concluso il sindacalista gelese – si conferma la scelta adeguata ai tempi e alle sfide che la transizione energetica impone mettendo al centro le persone».
Il congresso, presieduto dal gelese Giuseppe Catania, a cui è subentrato alla guida della Filctem nissena (lo scorso 15 dicembre) Rosario Catalano, ha visto il sindaco Lucio Greco portare i saluti della città e con essi la proposta di un patto fra le istituzioni, sindacati compresi, che sollevi il caso Gela – al pari di Taranto – per rilanciare il protocollo 2014 e l’accordo di programma.