Conchiglia, bene storico di Gela: NO ALLA DEMOLIZIONE!

Conchiglia, bene storico di Gela: NO ALLA DEMOLIZIONE!

La Conchiglia non va demolita ma ripristinata e recuperata, consolidandola e valorizzandola come bene storico.

E' quanto emerge dall'atto di indirizzo votato dal consiglio comunale al termine della apposita seduta monotematica. Atto d’indirizzo che l’amministrazione Greco, presente in aula, ha già fatto proprio. Accolto l'appello del comitato spontaneo, “Post fata resurgo” (dal latino, “dopo la morte mi rialzo”) di cui è presidente pro tempore il prof. Aldo Scibona e rappresentato per l'occasione dall'avv. Carmelo Morselli che ha relazionato innanzi all’assise civica. 

«Abbiamo due perizie, di cui una giurata – ha affermato il relatore del comitato che ha di fatto inaugurato, col suo intervento, i lavori del civico consesso – che escludono che il manufatto sia pericolante». Per cui la sua demolizione, così come disposta dalla Regione, «avverrebbe “sine causa”, così come “sine causa” – aggiunge – sarebbe l'esborso di danaro pubblico che invece potrebbe essere utilizzato per un consolidamento della struttura, che è più di una messa in sicurezza.

La Regione ha preso decisione – precisa l'avv. Morselli – sulla base della più stringente normativa attuale ed ai sensi della quale, di conseguenza, la struttura sarebbe fuori dal recinto normativo. Ma a non è così, la Conchiglia non è fuori legge, perché come altri monumenti storici del passato, si osserva la sua aderenza al dettato normativo dell'epoca, adeguandolo all'impianto normativo attuale e non eliminandolo con demolizione.

Esiste la “Torre di Pisa” – rileva ancora l'esponente del comitato spontaneo –che per quanto inclinata, non spostandosi il suo baricentro non è considerata pericolante, laddove viene considerato pericolante un monumento - termine utilizzato dalla soprintendenza per ben due volte, rimarca – come la Conchiglia che negli ultimi anni è sopravvissuta a 9 terremoti, eventi sismici di varia intensità, che non hanno influito sulla sua stabilità». 

Una relazione apprezzata dai rappresentanti comunali eletti dai cittadini che hanno preso parola, a partire dal consigliere comunale, Vincenzo Cascino (nuova Dc) che ha sottolineato come il provvedimento regionale appaia «se non avventato, quantomeno frettoloso» e che «non elimina un pericolo e cancella una memoria storica». Cascino ricorda che c'è «una città sull'acqua come Venezia i cui edifici non crollano grazie ad adeguamenti tecnici e che nessuno si sogna di demolire. Mentre la Conchiglia, con il ritiro delle acque del mare a riva, grazie a frangiflutti, non è più manco sull'acqua ma sulla sabbia». 

Concordando con chi l’ha preceduto, Davide Sincero (Una buona idea) ha proposto che il consiglio monotematico e l'atto di indirizzo vengano «riproposti più avanti e cioè quando sarà rinnovata l'Ars e si insedierà il nuovo governo regionale». Dal canto suo, per Giuseppe Morselli (Un’altra Gela) la priorità è il «mantenimento di una memoria storica, rendendola fruibile alla collettività come è stato fatto il “Colosseo”, ad esempio, magari con una pubblica piazza e non ricostruendo una nuova Conchiglia il che presupporrebbe la sua demolizione».

Come il suo capogruppo, anche Rosario Faraci (Una buona idea) ha evidenziato l'assenza, puntuale ed ennesima, dell'interlocutore regionale, o meglio, della burocrazia regionale responsabile della mancata manutenzione: «altrimenti – ha denunciato - finiamo sempre per parlarci solo tra di noi», criticando l’irrisorietà delle somme a disposizione e che «non basteranno verosimilmente neanche per demolirlo». Si tratta di «un bene legato alla nostra identità.

Un bene che identifica una città ed a cui va riconosciuto un interesse storico che segue iter e regole ben precise, atte a “tutelare” il bene. A Senigallia c’è una struttura simile alla Conchiglia, ma più piccola, ristrutturata ed utilizzata dal comune come museo del mare. Qui è una struttura abbandonata da 45 anni dal demanio e di cui si sono ricordati – ha concluso Faraci – solo a valle di un procedimento giudiziario».

A chiudere gli interventi ci ha pensato il sindaco, Lucio Greco: «abbiamo cercato di opporci – ha dichiarato – e resistere all'accelerazione dell'iter regionale ed una copiosa corrispondenza epistolare può testimoniarlo. Dobbiamo tornare a chiedere l’interesse storico di questo bene come anche del pontile. Come amministrazione, assieme al consiglio comunale ed al comitato spontaneo, dobbiamo concertare – ha chiosato - una linea di azione per la dichiarazione di bene storico e mirare alla sua salvaguardia intercettando linee di finanziamenti, anche europei».

L’atto di indirizzo è stato approvato all’unanimità dai 12 consiglieri presenti ed è stata questa la nota dolente: solo mezzo consiglio comunale ha risposto all’appello. Per non parlare della scarsissima presenza, escludendo il comitato, di quei tanti cittadini bravi a questo punto a vestire i panni dei leoni (da tastiera) sui social e nulla più.