L'affidamento all'ottantacinquenne Giuliano Amato della presidenza del comitato di studio sulle conseguenze dell’intelligenza artificiale nel mondo dei media, ha fatto nell'arco di pochi giorni il giro del web, con annessa coda di polemiche.
Ed a quanto pare, irritata sarebbe la stessa Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, non fosse altro per questa tendenza, anche in presenza di una esponente della destra a capo del governo, che reitera l'individuazione di uomini che hanno una storia legata al comunismo o al socialismo come nel caso di Amato e, comunque, all’area storica della sinistra, cui assegnare incarichi e ruoli apicali ed importanti in ambito culturale.
Il Comitato in questione è stato creato per volontà del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, per l’informazione e l’editoria, Alberto Baraghini, che ha scelto il già presidente della Corte costituzionale, Presidente del consiglio, ministro e parlamentare, Giuliano Amato, alla sua presidenza. Il compito dichiarato del Comitato è produrre al termine dei lavori, una relazione frutto di un’analisi profonda sull’utilizzo, sviluppo e ricadute dell’intelligenza artificiale nel settore dell’editoria e dell’informazione. Lavori che sono iniziati lo scorso 24 ottobre con le audizioni di Fnsi, Odg nazionale, Fieg, Segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e gli altri principali stakeholders.
Di seguito i componenti del Comitato: oltre a Giuliano Amato, ci sono Giusella Finocchiaro, professoressa ordinaria di Diritto privato e diritto di internet, Università di Bologna; Valeria Falce, professore ordinario di Diritto dell’economia, Università Europea di Roma; Gianluca Salviotti, professore associato di Management Information Systems, Università Bocconi; Giuseppe Francesco Italiano, professore ordinario di Computer science, Università Luiss Roma;
Marco Angelini, ricercatore presso il Dipartimento di ingegneria informatica, automatica e gestionale dell’Università di Roma La Sapienza; Paolo Benanti, prof. di Etica, bioetica ed etica delle tecnologie presso la Pontificia università gregoriana di Roma; Francesco Bonchi, Direttore della ricerca presso Il Centro per l’intelligenza artificiale; Giuseppe De Pietro, Direttore dell’Istituto di calcolo e reti ad alte prestazioni del Cnr e presidente della Fondazione Future Artificial Intelligence Research, che gestisce il partenariato nazionale sull’Intelligenza Artificiale; Roberto Sommella, esperto di editoria.
Apertamente critico e con non poche venature sarcastiche, il commento pubblicato sulla sua pagina istituzionale ufficiale di Facebook, on. Ketty Damante: «Io questa cosa di Giuliano Amato che a 85 anni è stato nominato presidente della commissione che si occuperà di indicare i rischi e le opportunità relative all'applicazione dell'intelligenza artificiale nel settore dell'editoria proprio non la capisco. Anzi, diciamo che la trovo davvero aberrante.
Nulla in contrario a chi ha qualche anno in più, ma qui stiamo parlando di uno che quando è nato non esisteva nemmeno la tv. Con tutto il bene che uno può pure volergli (e non è il mio caso) ma come fai a 85 anni a comprendere appieno tecnologie (e soprattutto modi d'impiego) di cose di cui a stento conosci l'esistenza.
E poi dico davvero non c'era gente più giovane e competente a cui affidare questo incarico? Davvero dobbiamo farci sempre ridere in faccia dal tutto il mondo? In Inghilterra, ad esempio, il suo equivalente ha 38 anni ed è un laureato a Cambridge in Computer Science con tesi in Machine Learning. Alla fine il messaggio che passa è che l'unico solo interesse della politica è arraffare il più non posso e piazzare amici degli amici. Tanto vale allora nominare il Gabibbo agli Esteri e Fabrizio Corona garante della Privacy...».