Il Movimento “Gela prima di tutto” esprime profondo sdegno per le carenti condizioni in cui continuano a versare le strutture sanitarie cittadine, sollecitando tutte le rappresentanze istituzionali del territorio a prendere finalmente atto, con coraggio e vero senso di responsabilità, dell’oggettiva precarietà dei servizi offerti all’utenza e della necessità di un radicale cambiamento di rotta nella loro complessiva gestione.
Desta sgomento e incredulità la notizia apparsa appena ieri sulle testate giornalistiche, a proposito del ritardato soccorso in ospedale di una vittima da incidente stradale e dell’aver dovuto attendere l’arrivo in città di una ambulanza dalla città di Niscemi prima di vedere garantito un pronto intervento sanitario nella trafficata via Butera, peraltro neppure lontana dall’ospedale.
Di fronte a siffatti episodi, chiediamo, a chi di dovere, di interrogarsi sugli effettivi livelli di efficienza ed economicità della gestione dei servizi sanitari assicurati in una città che continua ancora a registrare i più alti indici di mortalità per malattie cardiovascolari e di ictus, con una altissima richiesta di ricoveri in regime di emergenza, apparendo del tutto incomprensibile che l’unica risposta possibile in termini di primi soccorsi per patologie così gravi e purtroppo frequenti, debba essere affidata al solo intervento di autoambulanze provenienti da altri presidi ospedalieri di città vicine, sia pure a dispetto dell’estrema vicinanza e immediata contiguità dei luoghi ove effettuare l’intervento con quello di ricovero.
Il paradosso di quanto accaduto nella giornata di ieri, 24 maggio, emblema di inefficienza di un sistema sanitario ormai al limite del collasso, riposa nel fatto che, per soccorrere un paziente da un luogo distante dall’ospedale appena qualche paio di centinaio di metri, si sia dovuto ricorrere all’intervento di una ambulanza che ha dovuto percorrere almeno 40 km prima di giungere a prestare soccorso, per poi percorrerne altrettanti per fare ritorno in sede.
Una siffatta “cervellotica” architettura della rete dei servizi di soccorso, incentrata sullo scambio di autoambulanze dei presidi sanitari di altri comuni con quelli che pur dovrebbero essere immediatamente disponibili al solo Ospedale di Gela, denota l’assenza di una idonea copertura del territorio di tali fondamentali mezzi, fondamentali per tutela della salute, oggettivamente incoerente con la stessa classificazione di “centro di primo livello” (spoke) sulla carta assegnata all’ospedale di Gela e percepita come sbilanciata a tutto danno della comunità gelese e dell’utenza in generale, di cui più della metà costituita dalla sola popolazione cittadina.
I disservizi che ne derivano sono un costante pericolo per la vita dei cittadini, e di questo occorre che i parlamentari tutti e, prima ancora lo stesso governo regionale, ne prendano diretta coscienza.
I gelesi sono costretti ogni giorno a dibattersi tra sempre nuove problematiche e vecchie logiche di sistema, vivendo l’incubo degli ormai quotidiani impedimenti della buona qualità delle prestazioni sanitarie erogate nel territorio di Gela, alcune volte anche mortificati nella loro stessa dignità di cittadini membri di una comunità nazionale che pure eleva il diritto alla salute come diritto inviolabile di ogni individuo.
Da ormai troppo tempo si continua ad assistere impotenti alla progressiva riduzione dell’offerta sanitaria in città, con il depotenziamento dell’ospedale attraverso la chiusura di interi reparti, carenze di personale medico nelle specialità cruciali della rianimazione, ortopedia e malattie infettive, assenza di adeguati strumenti di protezione a tutela di malati psichiatrici ed oggi anche in termini di penuria di ambulanze in grado di assicurare al suo ospedale di svolgere le ordine funzioni che pure gli sono tipiche, tra cui l’immediata stabilizzazione dei pazienti gravi per patologie cardiovascolari complesse o con ictus a tutela della propria vita e del diritto di ognuno a vivere e continuare a vivere con le cure adeguate.
Il diritto alla vita è quanto di più prezioso e più caro ad ognuno e la sua tutela impone a chiunque abbia il merito di rappresentare una comunità di cittadini un energico intervento presso le competenti Sedi Istituzionali per evitare che al collasso, altrimenti inevitabile, di quanto ormai rimane delle strutture e dei servizi sanitari locali, possa infine derivare il danno più grave della perdita della vita.
Recependo la diffusa indignazione dei cittadini contro tale stato di cose, abbiamo per questo ritenuto necessario investire il Governo Regionale dell’intera problematica, affidando al gruppo parlamentare di Sicilia Vera - Sud Chiama Nord una interrogazione scritta, con primi firmatari gli On.li Alessandro De Leo, Ludovico Balsamo e Cateno de Luca, chiedendosi con essa di sapere quali iniziative lo stesso governo della Regione intende assumere o abbia già assunto per un superamento delle criticità segnalate, nel caso in cui ne fosse stato già reso edotto dagli stessi parlamentari della provincia.
Attendiamo ancora una risposta scritta dalle stesse Autorità interrogate.
Reclamando a viva voce la tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività, il Movimento Gela prima di Tutto rivolge quindi al Sig. Sindaco e agli on.li Deputati della Provincia l’accorato appello a compiere ogni sforzo necessario per un decisivo cambiamento di rotta nella gestione della sanità pubblica, imponendo con la giusta forza dei rispettivi mandati elettorali le più immediate risposte in grado di assicurare adeguati livelli di prestazioni sanitarie, coerenti con le problematiche di un intero territorio già devastato dalle conseguenze negative dell’industria petrolchimica e a forte incidenza di mortalità per patologie croniche derivate dall’inquinamento ambientale che ne è conseguito.
Riteniamo che la giusta tutela del diritto alla salute non debba avere nessun colore politico, dipendendo da essa il diritto alla vita di ogni singolo individuo come componente di una comunità di cittadini.
Per il Comitato Direttivo “Gela prima di tutto”
Avv. Giuseppe d’Aleo
Imprenditore Marco Maniglia