In attesa che, cosi come convenuto, si riunisca a Gela il Coordinamento NoPeos in preparazione dell’incontro, richiesto dall’amministrazione di Licata, con la presidenza della Regione, abbiamo ritenuto opportuno scrivere, anche a nome dello stesso coordinamento, ad Anev, (Associazione nazionale energia del vento), Legambiente e Greenpeace.
Abbiamo fatto rilevare come il Parco eolico che si vorrebbe realizzare davanti alla battigia del Castello di Falconara è inficiato da tutta una serie di dati non conformi alla realtà, che contravvengono a precise direttive dell’Unione Europea esponendoci al rischio di pesanti sanzioni, che omettono il coinvolgimento di Istituzioni che hanno tutto il diritto di poter esprimere il loro parere e indicare, volendo, cogenti prescrizioni, Soprintendenza del mare. Banalizzando l incidenza che l’opera potrebbe avere sulle migrazioni, malgrado l’espresso divieto di Ispra.
Insomma, una condizione che è tutto l’opposto di quanto le tre Organizzazioni in indirizzo si sono date come codice comportamentale , all’ interno del loro protocollo di intesa. Ed allora delle due l’una, o il Protocollo è solo un paravento dietro al quale ripararsi e tacitare i tanti che criticano l’eolico come una delle più invasive tecniche per produrre energia rinnovabile per poi in pratica , specularci sopra come e quanto è più possibile, oppure le tre Organizzazioni si sentono chiamate in causa per richiamare la Mediterranean Wind Off-Shore al rispetto di codici comportamentali, se non di leggi, regolamenti e direttive, volte a tutelare l’ambiente, il paesaggio, la biodiversità ecc ecc. prescindendo se la proponente è associata o meno ad Anev, le stesse dovrebbero intervenire per richiamare la proponente, energicamente, perché sta minando irreparabilmente la credibilità di Anev, Legambiente e Greenpeace e del loro Protocollo di intesa.
Noi siamo fiduciosi che, alla fine, la ragionevolezza prevarrà sugli interessi economici e la Mediterranean rinuncerà a realizzare un progetto da tutti avversato e combattuto che rischia di mettere in forte imbarazzo anche il ministero dell’Ambiente e tutto ciò prima di arrivare all’udienza presso il Tar del Lazio, prevista per il prossimo mese di aprile.
Maria Ferrera – Giovanni Iudice - Comitato Difesa del Golfo di Gela